Sebbene sia un elemento chiave nella vita di tutti i giorni, la memoria tende a diminuire con una certa costanza man mano che le persone invecchiano. E se potessimo rallentare il processo o addirittura invertirlo? Secondo un nuovo studio, condotto su più di 29.000 over 60 cinesi, per riuscirci bisogna modificare sei abitudini quotidiane – che vanno dal cibo alla lettura – che se fatte in un certo modo riducono il rischio di demenza e ritardano il declino della memoria.
Nello specifico la ricerca, durata circa dieci anni (2009-2019) e pubblicata lo scorso 25 gennaio sul British Medical Journal, ha dimostrato che gli anziani che hanno rispettato una dieta equilibrata, hanno allenato regolarmente mente e il corpo, hanno coltivato rapporti sociali, e non hanno né fumato né bevuto, hanno ottenuto risultati cognitivi migliori rispetto agli altri coetanei. La conclusione a cui sono giunti gli esperti aggiunge delle prove concrete a ciò che fondamentalmente sapevamo – o sospettavamo già: uno stile di vita sano può aiutare il cervello a invecchiare meglio. Certo, la memoria, con il tempo, naturalmente diminuisce in ogni caso, ma la scoperta più importante è che alcune persone anziane “soggette a un deterioramento della funzione cognitiva che va oltre i normali effetti dell’invecchiamento” o che ad esempio potrebbero sviluppare l’Alzheimer”, seguendo certi accorgimenti “possono invertire o stabilizzare la propria condizione, impedendole di progredire e diventare patologica”.
I ricercatori si sono mossi in questo modo: hanno per prima cosa effettuato alcuni test (di memoria e per il gene APOE, che aumenta il rischio di Alzheimer) sulle 29mila persone coinvolte. Successivamente hanno monitorato i loro progressi o il declino nel tempo, arrivando a definire un ideale di “vita sana” sulla base di sei fattori:
Esercizio fisico: fare almeno 150 minuti di attività moderata o 75 minuti di attività intensa a settimana
Dieta: mangiare quantità giornaliere adeguate di almeno 7 di questi 12 alimenti (frutta, verdura, pesce, carne, latticini, sale, olio, uova, cereali, legumi, noci e tè)
Alcol: mai bevuto o bevuto occasionalmente
Fumo: non aver mai fumato o essere un ex fumatore
Attività cognitiva: esercitare la mente almeno due volte a settimana (leggendo, per esempio)
Contatto sociale: prendere impegni con altre persone almeno due volte a settimana (visitando amici o parenti, per esempio)
Le persone che hanno rispettato dai quattro ai sei fattori sani sopra elencati “avevano un tasso di declino della memoria più lento nel tempo rispetto alle persone con stili di vita sfavorevoli e meno probabilità di progredire verso la demenza”. Un buon risultato è stato ottenuto anche da chi ha seguito dai due ai tre punti. Ovviamente, più fattori positivi si combinano, maggiori sono le possibilità di preservare la memoria ed evitare la demenza.
«Questi risultati forniscono una prospettiva ottimistica, poiché suggeriscono che sebbene il rischio genetico non sia modificabile, una combinazione di fattori di stile di vita più sani è associata a un tasso più lento di declino della memoria. Indipendentemente quindi dal rischio genetico», hanno commentato gli autori dello studio.
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