“È tempo di discussioni urgenti su come evitare che questa terribile guerra diventi qualcosa di enormemente peggiore”. Così David Ignatius sul Washington Post, in un articolo in cui spiega che Biden dovrebbe prendere sul serio le aperture fatte da Putin nel discorso tenuto al Forum di Valdai (1).
L’urgenza di Ignatius è dettata dall’imprevedibilità della guerra, nella quale possono innestarsi variabili impazzite. La Casa Bianca, spiega, ha chiarito a Kiev che il suo sostegno è forte, ma non “illimitato”, tanto è vero che ha negato sia la no-fly zone che la fornitura di missili a lunga gittata.
L’allarme sulla “bomba sporca” ucraina
E questo anche perché Kiev “sembra disposta a correre rischi sempre maggiori”, che potrebbero dar vita a un’escalation, come dimostra l’attentato a Darja Dugina, figlia dell’ideologo del Cremlino Aleksandr, come accenna Ignatius, e altro.
E sembra che tale spinta si sia ripetuta nei giorni scorsi, quando Mosca ha allarmato sull’incombente uso di una bomba sporca da parte di Kiev. L’Occidente ha rigettato l’allarme, ritorcendo le accuse contro la Russia stessa. Una reazione che Ignatius sposa. E però…
Ecco però… Così scrive Ignatius, “è anche possibile che Putin ci credesse davvero e pensasse di avere prove”. Così, dopo aver ricevuto l’allarme, aggiunge il cronista, la Casa Bianca, “ragionevolmente, pur respingendo le accuse, si è mossa rapidamente per incoraggiare un’indagine da parte di Rafael Grossi, il capo dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica delle Nazioni Unite”.
“Per facilitare il viaggio di Grossi in Ucraina, alti funzionari della Casa Bianca e del Dipartimento di Stato hanno chiamato le loro controparti ucraine. In 24 ore, l’amministrazione Biden ha creato un forum internazionale per disinnescare questa crisi (almeno momentaneamente) e affrontare la forte denuncia della Russia”.
FONTE E ARTICOLO COMPLETO: https://piccolenote.ilgiornale.it/mondo/il-washington-post-urge-creare-una-comunicazione-stabile-con-mosca
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