Uber finisce nel mirino di una grande inchiesta giornalistica che coinvolge 180 cronisti di 44 testate internazionali: la cosiddetta “Uber Files”. A darne notizia per l’Italia è il settimanale l’Espresso. Dall’analisi di oltre 124mila documenti interni alla multinazionale, ottenuti dal quotidiano britannico The Guardian e condivisi con l’International Consortium of Investigative Journalists è emerso un quadro allarmante. In Italia proprio in questi giorni gli affari della multinazionale erano tornati sotto i riflettori, a causa delle proteste e degli scioperi del comparto dei tassisti.
DDL Concorrenza e multinazionali
Come abbiamo documentato in questi giorni su Byoblu, le proteste erano indirizzate contro il DDL Concorrenza, ora all’esame finale del Parlamento: se nelle intenzioni la riforma dovrebbe garantire maggiore libertà di scelta agli utenti, per i sindacati si tratta di una riforma varata ad hoc per favorire il colosso californiano.
A maggio scorso anche il consorzio dei tassisti italiani It Taxi aveva concluso un accordo definito “storico” con la piattaforma Uber, per integrare le rispettive app e consentire alla multinazionale di operare in tutte le città italiane ma impegnandosi a usare gli autisti certificati del consorzio per i taxi oppure gli Ncc. Una decisione che aveva preoccupato alcuni sindacalisti, come Claudio Giudici, Presidente nazionale di Uritaxi che ci aveva parlato delle criticità di questo accordo in una intervista andata in onda su Byoblu.
Torniamo all’inchiesta Uber Files
I documenti analizzati vanno dal 2013 al 2017, anni in cui la multinazionale americana ha lanciato una aggressiva strategia di conquista di nuovi mercati, scontrandosi più o meno apertamente con le leggi e le autorità di controllo di diversi Paesi del mondo.
Molto spesso esercitando pressioni su politici e amministratori pubblici per evitare procedimenti giudiziari e piegare le norme statali agli interessi della multinazionale. Come riporta l’Espresso, infatti, tra il 2014 e il 2016 i manager e i lobbisti di Uber hanno avuto più di 100 incontri riservati con leader politici di decine di nazioni, tra cui almeno 12 rappresentati della Commissione europea. Tra questi spiccano anche nomi illustri come quello di Emmanuel Macron e Matteo Renzi.
Uber sotto inchiesta
Nel corso degli anni la multinazionale è finita qualche volta nel mirino di inchieste giudiziarie soprattutto per questioni di abusi e sfruttamento dei lavoratori. In Italia, ultimamente, un’indagine penale della Guardia di Finanza e della Procura di Milano, ha portato al commissariamento dall’aprile 2020 al marzo 2021 della filiale italiana Uber Italy. L’accusa era di caporalato, cioè di sfruttamento criminale della manodopera attraverso un giro di intermediari, a danno soprattutto di immigrati africani e asiatici.
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