Una mobilitazione nata dai cittadini potrebbe cambiare le sorti di un’area naturale protetta sotto aggressione da una speculazione edilizia: una grande struttura alberghiera travestita da innocente “Casa per Ferie”. A compiere l’opera una cooperativa di Milano composta da importanti personalità inserite nella politica, che hanno compiuto passaggi sospetti fin dalla vincita del bando pubblico “Cammini e Percorsi” nel 2017. Una questione spinosa dove quel che viene esposto e il non detto viaggiano su strade parallele. Una storia che si svolge in Sardegna, a pochi chilometri da Alghero, ma che è importante da conoscere perché racconta molto di ciò che non va nel nostro Paese, ma anche di come la mobilitazione e la determinazione dei cittadini possa servire a cambiare le cose.
Nord Ovest della Sardegna a pochi chilometri dal comune di Alghero, dove esistono luoghi dall’inestimabile valore storico, paesaggistico, ambientale, gli organi competenti non sembrano agire nel rispetto e nella difesa di territori tanto importanti, motivo che ha portato ad azioni legali da parte di associazioni e movimenti decisi a proteggere il Parco Ragionale di Porto Conte e l’Area marina protetta Capo Caccia – Isola Piana. Il Parco Regionale, istituito nel 1999 e che vanta un’estensione di 5.000 ettari, è culla di biodiversità e ospita specie protette, ma è anche punto focale per lo studio delle evoluzioni geologiche. L’area fa anche parte dell’osannata Rete Natura 2000, in quanto Zona di Protezione Speciale (ZPS) e Stato di Interesse Comunitario (SIC). Da giugno dello scorso anno Punta Giglio è anche Zona Speciale di Conservazione (ZSC) perché sito estremamente importante a livello ambientale.
Le Associazioni e i Movimenti per la difesa della Zona Speciale di Conservazione (ZSC) e della zona di Protezione Speciale (ZPS) di Punta Giglio, chiedono l’applicazione reale del principio di precauzione ambientale perché in siti così delicati e da salvaguardare, va invece avanti la costruzione di una struttura alberghiera che si spaccia per “Casa per ferie”. Si tratta di “Rifugio di Mare” nato dalla Soc. Coop. Il Quinto Elemento di Milano, ensemble di – si legge sul sito ufficiale – esperti in materia di costruzioni, vogliosi di creare una realtà rispettosa e che permetta di godere di un luogo naturale senza i soliti abusi umani.
“Vogliamo realizzare un centro ricettivo-ricreativo dove poter soggiornare e praticare il cicloturismo, il trekking, la vela e sperimentare varie attività legate alla filiera agroalimentare locale, ponendoci l’obiettivo di diventare un’importante tappa turistica e di formazione esistenziale, legata alla consapevolezza del vivere lento nel rispetto dell’ambiente che ci circonda”, scrivono i sette soci de Il Quinto Elemento col fine di esporre le per loro intenzioni dopo la vittoria del bando pubblico “Cammini e Percorsi” dell’Agenzia del Demanio (2017).
Peccato però che gli Algheresi, abituati a svolgere attività realmente rispettose per l’ambiente, non siano della stessa opinione de Il Quinto Elemento. A febbraio del 2021 è nato il Comitato Punta Giglio Libera, il quale si identifica come un “Gruppo di cittadini eterogeneo, apartitico e pacifico”, creatosi proprio per proteggere Punta Giglio da quel che è riconosciuto come un progetto devastante per il territorio. In quanto parte dell’identità collettiva e realtà unica anche perché rimasta naturale, i cittadini non hanno alcuna intenzione di lasciare in pasto un luogo di tanto valore a business che potrebbero distruggerne la reale bellezza, danneggiandone gli ecosistemi.
Il bando vinto da Il Quinto Elemento prevedeva la concessione dell’Ex Postazione antinavale SR. 413 di Punta Giglio con tanto di otto ettari di Parco Naturale a tutela assoluta, unico caso simile tra i 103 siti proposti nel bando nazionale intento a dare in concessione immobili pubblici inutilizzati, così da promuovere il cosiddetto turismo lento. Già dalla sua nascita solo su carta, il “Rifugio di mare” sapeva più di minaccia che di “Casa per Ferie”. Un progetto sfarzoso e invasivo, con tanto di elementi ben lontani dalla promozione di un “turismo lento”, proposto perché l’insediamento militare che risale alla Seconda Guerra Mondiale (tra l’altro dichiarato di interesse culturale storico artistico nel 2006), sito nel parco urbano e comprensoriale è stato messo al bando dalla sola giunta del comune, quando non avrebbe potuto scegliere autonomamente le sorti dell’area. Dal 2017 in poi, molti passaggi sono poco chiari e mai hanno visto i cittadini di Alghero coinvolti, che invece avrebbero diritto alla consulta. Secondo l’aggiornamento dei piani di gestione SIC e ZPS operazioni simili sono di interesse delle comunità locali, aventi ogni diritto ad essere ascoltate.
Alcune scelte non sono state discusse nemmeno in Consiglio Comunale e i cittadini hanno ricevuto non senza difficoltà e non sempre completamente, i chiarimenti e la trasparenza che hanno più volte richiesto, spesso dovendo passare per iter legali. E solo grazie all’azione decisa della comunità locale il piano iniziale è stato ridimensionato per poi essere comunque realizzato nel 2021. Così è nato il “Rifugio di Mare”, albergo e ristorante con tanto di piscina ricavata dal manufatto storico della cisterna.
Il “Rifugio di mare” comprende anche il MAPS, cioè il Museo Ambientale di Punta Giglio Sardegna: pannelli esplicativi storico/naturalistici che sono andati a sostituire quelli già presenti nel Parco in quanto tale.
Ad oggi la costruzione della piscina è ferma, perché palesemente lontana da “Casa per ferie” e dal “turismo lento”, ma abbellimento commerciale e ludico. E impedire il proseguo dei lavori non cambia i danni ormai subiti dal territorio. Per realizzare le costruzioni è stato modificato l’assetto di un’area protetta, con alberi abbattuti e l’estirpazione di flora e fauna locale, senza parlare dell’intervento per realizzare il collegamento idrico e fognario: “Una scavo di quattro chilometri in uno strato di calcare mesozoico situato sopra la Grotta Dasterru (sito delicatissimo di grande importanza paleo/antropologica), con mezzi pesanti e rumorosi, assolutamente inadeguati ad un ambiente cosi sensibile e con l’asportazione di 800 mc di roccia. Qui nidificano specie rare di uccelli, la cui riproduzione è irrimediabilmente compromessa dall’inquinamento acustico e luminoso che le attività di pernottamento e ristorazione comportano”, spiega il Comitato Punta Giglio Libera.
Da una parte Il Quinto Elemento che con maestria spaccia quel che è un resort esclusivo come luogo che abbraccia davvero il territorio e per veri appassionati di natura e trekking, sicuramente felici di potere bere un fresco Sprtiz ammirando la piscina artificiale da cui poi si osserva il magnifico mare della Sardegna. Seppur fastidioso per la fauna e non consentito in luoghi protetti, il bar aperto fino alle 23:00, causa tra l’altro di inquinamento tanto acustico quanto luminoso, farà probabilmente gola a chiunque voglia sentirsi in contatto con la natura. Chissà se Antoine de Saint-Exupery – autore de Il Piccolo Principe – in una situazione simile avrebbe comunque trovato la pace e l’ispirazione ad Alghero, dove passò alcuni mesi poco prima della sua morte.
Viene da sé come una presenza umana di questo tipo e probabilmente sempre più imponente possa cambiare le sorti di un magico luogo, e come questo sia un ennesimo caso di greenwashing. Il progetto comunque rimane “Virtuoso”, almeno secondo l’ex sindaco di Alghero, Mario Bruno.
Proprio quest’ultimo era in carica nel 2017 e ha voluto proporre l’area nel bando giustificando la propria azione come promozione turistica. Il bando tanto bene è stato vinto da una cooperativa di Milano nata appositamente per lo specifico scopo di vincere il bando del 2017, che vede importanti nomi di persone in linea con l’orientamento politico dell’ex sindaco di Alghero. Nella cooperativa figura infatti Anna Scavuzzo, dal 2016 eletta nuovamente come vicesindaco di Milano. Non solo, ma nel gruppo appositamente creatosi per conquistare Punta Giglio anche Matteo Mangili ora membro del gabinetto del sindaco Giuseppe Sala e all’epoca membro della segreteria metropolitana del Pd di Milano; altra socia di spicco è l’ex presidente in quota del Pd del consiglio di Municipio 6 a Milano, Doris Zaccaria.
Uno degli esponenti del Comitato ha raccontato a L’Indipendente episodi come la stessa Scavuzzo che godendo della comoda “Casa per Ferie” ha postato su Instagram il simpatico video che la vede “giocare” con una volpe addomesticata, proprio in nome di un “turismo lento” e non nocivo per l’ecosistema. Un altro problema esposto da chi vede e ha visto la realtà modificata da vicino è l’importazione di animali domestici nella struttura come gatti, pericolosi ovviamente per le specie protette del luogo.
A L’Indipendente è stato anche ricordato del momento in cui, quando i lavori per il “Rifugio di mare” avevano subito un’interruzione e la struttura era dunque chiusa, Banca Etica ha svolto una riunione nella casermetta, nonostante fosse interdetta. La stessa “Banca Etica” che difende il progetto e che ha erogato un mutuo da 900mila euro garantito per l’80% dallo Stato attraverso il Mediocredito Centrale, prima ancora che il progetto fosse completamente approvato come spiega nel dettaglio un’inchiesta dello scorso anno de Il Fatto Quotidiano. Seppur la concessione dell’immobile fosse gratuita e la struttura non richieda una spesa folle, oltre ai 900mila euro iniziali la fonte informa L’Indipendente che recentemente sono stati concessi altri 500mila euro al progetto.
Eppure anche l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA) aveva giudicato parti del progetto ben lontane dall’essere una “Casa per Ferie”, reputandole anzi disturbanti per l’avifauna con strutture non compatibili a una zona a protezione speciale. Gli enti competenti, lo stesso Parco, la forestale, e ogni organo che dovrebbe occuparsi di proteggere l’area a rischio, rimangono ben lontani dal prendere provvedimenti realmente efficaci, nonostante la spinta dei cittadini. Coloro che hanno attività di ristorazione o simili nella zona ma lontane nel punto tanto delicato dove invece sorge il “Rifugio di Mare”, hanno timore di possibili conseguenze e non intervengono a sottolineare la differenza di trattamento e alcune modalità che vedono essere poco chiare. Perché a quanto pare chi si espone rischia di mettersi contro il Comune di Alghero, come l’esponente con cui L’Indipendente si è confrontato, il quale ha ammesso che difficilmente potrebbe trovare lavoro ad Alghero dopo le sue battaglie volte a proteggere la propria terra natia.
E nel rispetto del luogo in cui vivono, gli abitanti della zona sono da tempo pronti ad assumersi qualsivoglia rischio in nome del rispetto di luoghi dall’inestimabile valore. Nell’ultimo comunicato stampa delle Associazioni e i Movimenti per la difesa della Zona Speciale di Conservazione (ZSC) e della zona di Protezione Speciale (ZPS) di Punta Giglio, diffuso lo scorso 23 luglio, si chiede infatti che il “Rifugio di Mare” rimanga una “Casa per Ferie” e non si trasformi in un albergo all’ultimo grido, con una potenziale presenza antropica distruttiva per l’area. Perché anche dopo i processi in corso al TAR, qualsiasi sia il verdetto, l’importanza dell’area non cambierà e il rispetto del luogo dovrebbe essere la prima preoccupazione.
In attesa dell’udienza fissata per il 22 novembre 2022 dopo l’appello cautelare al Consiglio di Stato promosso dal Comitato, che ha il fine di ripristinare l’interdizione alla Società concessionaria disposta dalla Regione Sardegna ma poi sospesa dal TAR, nel comunicato stampa tra i diversi obiettivi si chiede un maggiore controllo della struttura ricettiva e l’introduzione di limitazioni per controllare gli accessi, e che qualsiasi intervento che non sia in linea con un “Rifugio di Mare – Casa per Ferie” (come la piscina) venga vietato.
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FOTO: Difesa del territorio, fonte: Comitato Punta Giglia Libera
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