Le falle dell’intelligence russa in Ucraina

apr 1, 2022 0 comments


Di Andrea Muratore

Il “torneo delle ombre” della guerra in Ucraina è anche partita di spie e insidie reciproche tra la Russia e i suoi avversari occidentali, che ha visto per ora Mosca compiere diversi errori nella sfida di intelligence, potenzialmente in grado di pregiudicare diversi obiettivi operativi.

servizi segreti occidentali, e quelli di Regno Unito e Stati Uniti in primo luogo, hanno fornito sostegno e aiuto all’Ucraina per avvantaggiarsi sotto il profilo operativo e informativo. Dai primi giorni dell’offensiva c’è la consapevolezza che le spie e gli apparati d’intelligence occidentali stanno contribuendo in modo occulto al drastico rallentamento di Mosca fornendo informazioni satellitari dalla base australiana di Pine Bay, geolocalizzando le colonne russe e sfruttando anche l’esposizione di molti comandi militari russi per “guidare” il tiro dei soldati ucraini sugli alti gradi dell’esercito di Vladimir Putin.

Meno è stato detto delle deficitarie condizioni operative in cui si è mossa l’intelligence russa. Divisa innanzitutto dalle rivalità intestine sugli obiettivi da conseguire. A tal proposito l’analista Francis Walsingham su StartMag ha messo in particolar modo sotto la lente d’ingrandimento il fatto che “le analisi fatte dall’SVR (diretto da Sergei Narychkin) sia sul contesto geopolitico ucraino che europeo si sono rivelate sbagliate”, Vladimir Putin non sembrava soddisfatto, come dimostra la messa alla gogna di Naryshkin prima della guerra. Purghe interne hanno colpito il servizio interno, il Fsb, “al cui vertice vi è Alexander Bortnikov”, in seno al quale c’è l’ipotesi di una fronda di figura ostili all’invasione. Il Fsb “ha agito in modo autonomo servendosi delle forze speciali Spetsnaz e dei mercenari della Wagner per catturare senza successo Volodymyr Zelensky”, e assieme al Svr è ritenuto deficitario sul piano dell’analisi di scenario riguardo le capacità di resistenza dell’Ucraina. L’intelligence esterna, il Gru, ha lanciato imponenti cyberattacchi alle infrastrutture critiche ucraine che, col senno di poi non si sono rivelate decisive.

Le Figaro ha posto l’accento sul fatto che “Gru, Fsb e altri servizi non sembrano collaborare” e che ” difficoltà russe nell’individuare obiettivi a terra per i loro lanci di missili sollevano anche dubbi sulla posizione di queste reti di intelligence” schierate dentro e ai confini dell’Ucraina. Di fatto il Fsb si occupa in questa fase di sicurezza interna e controspionaggio, il Gru monitora il sostegno alle manovre, schiera truppe d’élite per raccogliere informazioni da dare ai comandi militari, i pretoriani di Putin della Guardia Nazionale Russa invece preisidano i territori occupati. Ma le intelligence paiono incapace di muoversi divise e colpire unite. Anzi, sembrano pestarsi reciprocamente i piedi.

Il punto di fondo è che il cuore dell’impero resta sempre e comunque il Cremlino. Centrale di propulsione e comando di apparati, forze armate, intelligence. Decisore di ultima istanza della vita e della morte (metaforica) delle carriere degli ufficiali, che inesorabilmente tendono piuttosto a dire a Putin ciò che lo Zar vuole sentirsi dire o sentir emergere dalle principali dinamiche riguardanti la situazione geostrategica. Si crea un meccanismo di selezione che premia, inesorabilmente, i falchi a scapito non tanto delle colombe, quanto piuttosto dei realisti. La marginalizzazione del generale Gerasimov e di Sergej Lavrov nei primi giorni di guerra lo ha plasticamente dimostrato. L’inferiorità tecnologica in campo di signal intelligence rispetto alle controparti occidentali, la cui mano guida le mosse ucraine, ha fatto il resto.

L’intelligence non è stata in grado di dare profondità strategica alle azioni del Cremlino, nota la testata francese. E sui servizi russi spunta anche l’ombra della presenza di talpe e traditori interni. Negli scorsi giorni i servizi ucraini hanno denunciato la presenza di 620 agenti del Fsb che sarebbero responsabili di attività criminali in Europa: l’elenco completo delle spie è stato reso pubblico sul sito web della direzione capo dell’intelligence dell’Ucraina e ha presto fatto il giro dei media. Non è verificabile l’esistenza effettiva di queste persone e ancor meno la loro appartenenza a apparati di sicurezza russi, ma il segnale è chiaro: anche sul controspionaggio Mosca batte in ritirata. E i sospetti di talpe e rivalità interne possono pregiudicarne la futura attività. In un gioco di specchi che rischia di mettere in crisi una base operativa del potere russo in cui Putin appare sia un uomo solo al comando sia un leader che deve stare attento alla stessa capacità di informarlo correttamente dei suoi sottoposti.

FONTE: https://it.insideover.com/guerra/le-falle-dellintelligence-russa-in-ucraina.html

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