In contraddizione con la visione di alcuni etnografi, la nazionalità russa è sempre stata divisa in due alvei: la Rus’ meridionale e la Rus’ settentrionale.
O, come si dice il più delle volte, la piccola Rus’ e la grande Rus’.
Così lo storico Nikolay Kostomarov (1817 – 1885), tra i più insigni accademici dell’Impero zarista di fine XIX secolo, si esprimeva in merito ai rapporti tra Ucraina e Russia nel suo Alcuni pensieri su un problema di Federalismo nell’antica Rus’,
Affermazione che non desterebbe stupore se pronunciata da qualsiasi dignitario della Russia imperiale del periodo: ma Kostomarov, oltre ad essere ucraino (docente di Storia Russa dapprima nell’Università di San Vladimir a Kiev e poi all’Università di San Pietroburgo), è una figura cardine della causa nazionale ucraina.
Amico personale del poeta Kobzar (Taras Shevchenko), il vate della mitopoiesi nazionale, Kostomorav è uno degli intellettuali che più hanno promosso la lingua cultura, specificità e infine indipendenza dell’Ucraina.
Nondimeno nel pensiero di Kostomorov (così come della Fraternità di San Cirillo e Metodio, organizzazione segreta da lui fondata nel 1845 che promuoveva la Primavera dei Popoli nell’Impero Russo e che l’Autorità zarista perseguitò portando la maggior parte dei suoi membri in carcere nel marzo 1847, Kostomarov compreso) emerge un’impronta decisamente anomala.
Infatti, per quanto l’ispirazione ai nazionalismi ottocenteschi in piena emersione nel resto d’Europa sia rilevante, in Kostomorov non si profila un motivo totalmente indipendentista, ma panrusso.
Orientato anche dallo Slavofilismo (Славянофильство) che dettava l’azione politica e culturale di una parte consistente della classe dirigente russa contro l’opposta tendenza di avvicinare la Russia all’Europa occidentale, in Kostomorov la stessa identificazione di un’Ucraina come una Piccola Russia (nome con cui era chiamata l’Ucraina dall’Impero russo sin dai tempi dell’annessione nel 1764 dell’Hetmanato cosacco) non appare, come si è visto, particolarmente problematica.
La comune origine kievita delle Russie sembra costituire nella lettura etnografica di Kostomorov qualcosa di più d’un rapporto di fratellanza: esse rappresentano due polmoni di un sistema più grande disperso nel tempo alla maniera delle varie popolazioni germaniche nell’Europa dell’Ovest.
Ed è su questa tendenza che cammina un’anima del nazionalismo radicale tutt’altro che assente dal contesto politico dell’Ucraina contemporanea.
Anima che interpreta l’Ucraina non come un grande stato europeo lontano dall’autocrazia e orientato verso il cosiddetto Occidente, ma piuttosto colloca Kiev nuovamente in un epicentro imperiale, dove la Rus’ di questa assurge un ruolo di guida per tutti gli slavi orientali a sostituzione di una Rus’ moscovita ormai corrotta e priva di omogeneità culturale ed etnica.
Nel movimento politico Pravy Sektor, sorto nel 2013 come coalizione e poi fusione di molte organizzazioni nazionaliste radicali ucraine, questo sentimento panslavo è particolarmente palpabile.
Tenendo presente l’eterogeneità del suddetto (composto originariamente dall’adesione dei gruppi Assemblea Social-Nazionale, il Tridente, Assemblea Nazionale Ucraina – Autodifesa Nazionale Ucraina, Martello Bianco, Sich dei Carpazi – C14 e Patrioti dell’Ucraina associazione, quest’ultima, che giocherà un ruolo centrale nella formazione dei quadri del Battaglione “Azov” e che si trasformerà nel partito Corpi Nazionali nel 2016) e la sua parziale frammentazione in favore di nuclei locali che, con ben poca se non inesistente organizzazione, dal 2019 hanno iniziato a definirsi costole di Pravy Sektor trasformandolo, secondo alcuni analisti, quasi in un “franchise” [1], si può rilevare la linea di preminenza che per Dmyto Yarosh, leader di Pravy Sektor dalla fondazione al 2015 (anno in cui, già parlamentare della Verkhovna Rada, lascia il movimento e viene nominato consigliere del capo gabinetto al Ministero della Difesa presieduto dal Colonnello Generale Viktor Muzhenko[2].
Dal 2016 Yarosh presiede un cartello chiamato Scelta governativa con Yarosh e con cui si è presentato alle Elezioni del 2019 in coalizione con Svoboda) l’Ucraina deve andare a svolgere.
Pur avendo accarezzato il progetto di Intermarium, per Yarosh è fondamentale una coesione slava che guardi alle ambizioni otto-novecentesche della Rus’: solo che questa volta deve essere la Rus’ di Kiev a metterla in atto.
Così gli studiosi politici Andreas Umland e Taras Tarasiuk spiegano in un recente saggio pubblicato nel 2021, l’interlocuzione costante che con i movimenti russi che questa componente del Nazionalismo radicale ucraina cerca.
La base ideologica di tali contatti apparentemente paradossali e persino di una fusione parziale è a particolare tipo di panslavismo etnicista. In questo contesto le questioni della sovranità nazionale e del territorio sono secondari a una presunta pan-nazionale o addirittura panidentità comune. Alcuni rami dell’ultranazionalismo russo, come il Movimento contro l’Immigrazione illegale (di cui è stato alleato anche l’oppositore liberale russo Alexey Navalny), aumentare il la concezione di comunità condivisa di bielorussi, ucraini e russi.
A differenza della maggior parte delle altre permutazioni dell’ultranazionalismo russo, queste sottosezioni non guardano tuttavia all’Impero russo da Kaliningrad a Vladivostok, temendo la mancata omogeneità etnica dello stesso.[3]
Come nell’ambizione di due Rus’ che respirano autonomamente ma simultaneamente di Kostomarov, anche in questi segmenti del Nazionalismo radicale ucraino che hanno caratterizzato il fronte governativo nella Guerra del Donbass e che oggi si dimostrano i più irriducibili avversari della Russia, batte tuttavia un cuore imperiale che attinge a un disegno eminentemente panslavo e monoculturale.
Nello stesso Battaglione “Azov” si registra la presenza di combattenti russi, in passato esponenti di formazioni politiche come il Movimento contro l’Immigrazione illegale, Unione Slava, Partito della Sovranità Nazionale in Russia e Grande Russia bandite in madre patria.
In Ucraina è inoltre attiva l’organizzazione Wotan Jugend formata dal musicista russo Alexey Levkin il quale, dopo un decennio problematico con l’autorità giudiziaria in Russia, si è trasferito nel 2015 a Kiev dove ha iniziato a collaborare proprio con Pravy Sektorfondando l’etichetta discografica Militant Zone e organizzando il festival Black metal Asgardsrei ogni anno a Kiev.
Wotan Jugend supporta apertamente un discorso di unificazione con la vera Russia che intende combattere l’occupante neo-sovietico.
Dai suoi ranghi è possibile sia formato in questi giorni a Kiev anche il cosiddetto squadrone Leibstandarte “Victor Larionov” formato da oppositori russi di marca nazionalista.
Il nome dato allo squadrone non è casuale: Victor Aleksandrovic Larionov è stato un militante panslavo nella Russia della Guerra civile che, dopo aver prestato i suoi servizio nell’Armata Bianca con il grado di Capitano, dopo una permanenza in Francia si trasferì nel 1938 in Germania avvicinandosi al Partito Fascista Russo.
Dopo essere entrato in conflitto con il leader del partito, Konstantin Rodzaevsky (che significativamente operava nella Manciuria occupata dai giapponesi e non intrattenne mai relazioni ottimali con il NSDAP), Larionov si avvicinò al Nazionalsocialismo e nel 1939 fondò l’Organizzazione Nazionale della Gioventù Russa che si proponeva di radunare tutti gli oppositori russi all’Unione Sovietica rifugiatasi in Germania ed in Europa e divenne corrispondente di Novoe Slovo (Новое слово, in russo La Parola Nuova) un quotidiano anti-sovietico per gli emigrati russi in Europa sostenuto dalla Germania nazionalsocialista.
Fece parte dell’Esercito di Liberazione Russo (Русская освободительная армия ) braccio armato del Comitato di Liberazione dei Popoli della Russia che dal 1944 operò nei territori dell’Autonomia di Lokot (l’entità politica costituita dai tedeschi nei territori occupati durante l’Operazione Barbarossa), in ruoli di intelligence e contro-spionaggio.
Trasferitosi dopo la guerra a Monaco di Baviera, proseguì la sua attività anti-sovietica sul versante culturale (pubblicando diversi libri sulla storia del Movimento bianco in Russia) e divenendo un riferimento per il Nazionalismo slavo anti-comunista fino alla sua morte sopraggiunta il 1 dicembre 1988.
Aldilà dell’approccio estremamente utopista davanti alle presenti contingenze (ma d’altronde anche il progetto di Intermiarium sostenuto da Yarosh e Andriy Biletsky, leader dei Corpi Nazionali, non brilla per realizzabilità nell’immediato), l’antico discorso panslavo permane come mito mobilitante e strumento di comunicazione (o propaganda) del Nazionalismo radicale ucraino e deve essere tenuto in considerazione per avere uno sguardo più onnicomprensivo su quelle frange politiche che si stanno dimostrando le più entusiaste nel proseguire la guerra contro la Russia.
[1] Umland, A., & Tarasiuk, T. (2021). Unexpected Friendships: Cooperation of Ukrainian Ultra-Nationalists with Russian
and Pro-Kremlin Actors. (Illiberalism Studies Program Working Papers, 8). Washington: George Washington University,
Institute for European, Russian, and Eurasian Studies (IERES)
[2] https://www.mil.gov.ua/en/news/2015/04/05/dmytro-yarosh-appointed-as-advisor-to-chief-of-general-staff/
[3] Umland, A., & Tarasiuk, T. (2021). Unexpected Friendships: Cooperation of Ukrainian Ultra-Nationalists with Russian and Pro-Kremlin Actors. (Illiberalism Studies Program Working Papers, 8). Washington: George Washington University, Institute for European, Russian, and Eurasian Studies (IERES)
FONTE: https://osservatorioglobalizzazione.it/osservatorio/nazionalismo-radicale-ucraino/
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