Poche ore addietro, con sensibilità e lungimiranza, il quotidiano della CEI “Avvenire” ha pubblicato articolo di Giulio Albanese “Trattato di Nercinsk – Russia-Cina non sottovalutare le radici secolari di un’intesa“. Lo trovate a seguire. Ho abbinato la scheda Wikipedia dedicata ai due trattati di Nercinsk per chi fosse interessato a cogliere di quale complessa “secolare intesa” bisogna tenere conto prima di lasciarsi andare a semplificazioni su quanto potrebbe, anche a breve, accadere.
Trattato di Nerčinsk
Il trattato di Nerčinsk fu il nome di due trattati stipulati tra l’impero cinese e il regno russo che riguardava l’individuazione dei confini territoriali tra i due Paesi.
Primo trattato
Il primo risale al 27 agosto 1689 e risulta essere il primo trattato diplomatico siglato dalla diplomazia cinese della dinastia Qing con una nazione europea e pose fine all’annosa questione delle invasioni dei cosacchi nella valle di Amur in cerca di pellicce e grano. Queste scorrerie intraprese da avventurieri cosacchi erano mal viste dallo zar russo Pietro il Grande, il quale, convinto che l’Oriente e la Cina fossero i nuovi orizzonti per l’espansione commerciale e politica del suo Impero, intendeva mantenere relazioni pacifiche con il vicino regno Qing. Quest’ultimo, a sua volta, nella persona dell’imperatore cinese Kangxi, era altrettanto intenzionato ad aprire le frontiere alle merci russe.
Questo trattato ha una valenza storica da un secondo punto di vista, in quanto per la prima volta vede la diplomazia cinese trattare alla pari con una nazione straniera. Sino ad allora, infatti, il punto di vista diplomatico cinese partiva dal presupposto che l’Impero Qing fosse al centro del mondo ed al di sopra delle altre nazioni, che considerava abitate da barbari, soprattutto quelle europee.
Il trattato fu possibile anche grazie all’alacre opera e all’intraprendenza di due sacerdoti della Compagnia di Gesù, i padri Jean-François Gerbillon e Thomas Pereira, i quali presenziarono personalmente alla svolgimento delle riunioni diplomatiche e redassero il testo del trattato in cinque lingue: russo, mancese, cinese, mongolo e latino.
Nel XVI secolo infatti la Russia si espanse verso est occupando Yakṣa e Nerčinsk. Dopo aver intimato allo zar Pietro I di Russia di abbandonare i territori cinesi, l’imperatore Kangxi diede ordine di attaccare l’esercito russo, costringendo di fatto la Russia a trattare la regolazione dei confini. Dall’accordo sfociò il primo trattato di Nerčinsk.
Secondo trattato
Nel XVIII secolo venne stipulato un secondo trattato Nerčinsk. Nel 1798 i coloni siberiani conquistarono la costa meridionale del Baikal. L’avventuriero Pavel Fëdorov si addentrò con 940 mercenari, a cui si unirono alcune tribù cinesi avverse all’imperatore, verso sud con l’intenzione di creare uno Stato mancese indipendente dalla Cina. Le truppe cinesi riuscirono però a sconfiggere i ribelli a Songyuan e costrinse la Russia ad un secondo trattato di Nerčinsk: questo prevedeva una linea di confine che si spingeva verso l’Amur.
FONTE: https://leorugens.wordpress.com/2022/02/17/russia-cina-le-radici-secolari-di-unintesa/
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FONTE FOTO: https://www.futuroquotidiano.com
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