Da un punto di vista sistemico, gli stati-nazione e gli imperi sorgono quando rappresentano soluzioni di sicurezza superiori rispetto a qualsiasi sistema di cui prendono il posto: feudalesimo, signori della guerra, confederazioni tribali, ecc.
Stati e imperi falliscono quando non sono più la soluzione, ma il problema. Come spiega il libro “The Upside of Down: Catastrophe, Creativity, and the Renewal of Civilization“, quando la disintegrazione dello stato/impero diventa la soluzione meno dolorosa, i cittadini ritirano il loro sostegno e l’impero perde la presa e si estingue.
Come spiego nel mio nuovo libro, “Global Crisis, National Renewal“, stati e mercati sono strutture orientate alla risoluzione dei problemi. Queste strutture risolvono i problemi ottimizzando l’adattabilità e le sinergie benefiche, che si rafforzano a vicenda in un progresso evolutivo.
L’ascesa della classe media è un esempio di sinergia vantaggiosa: quando questa nuova classe ottiene l’accesso al credito, all’istruzione, al commercio, all’impresa e ha la possibilità di determinare il prezzo del proprio lavoro ottiene i mezzi per trasformare la propria opera in capitale, risparmiando e investendo in beni, nuove imprese, ecc. che poi generano reddito da capitale che, a sua volta, alimenta incrementi sinergici di credito, competenze, beni e reddito da investimenti.
Gli stati/imperi falliscono e si estinguono quando sono all’opera sinergie fatali create da élite egocentriche. Piuttosto che incoraggiare le dinamiche di adattamento – competizione, trasparenza, responsabilità , sperimentazione e dissenso – le élite sopprimono queste forze in quanto minacce ai loro monopoli, cartelli e ricchezza.
Privato di adattabilità e sinergie benefiche, lo stato/impero non è più in grado di risolvere i problemi. Diventa esso stesso un problema irrisolvibile.
Una dinamica chiave che alimenta queste sinergie fatali è l’arrogante fiducia che l’abbondanza a basso costo sia un diritto di nascita conferito dallo stato/impero, e che quindi le risorse possano essere sperperate all’infinito in eccesso ed estremi di consumo e spreco. Lo stato/impero non si concentra più sull’accessibilità delle fonti materiali di sicurezza (cibo, energia, ecc.) o sulla responsabilità , concorrenza, dissenso e trasparenza necessarie per risolvere i problemi sistemici.
Invece, lo stato/impero si dissolve in fazioni antagoniste, che cercano di proteggere il loro piccolo feudo ed espandere le proprie risorse a spese della popolazione. I super ricchi costruiscono yacht e palazzi da 500 milioni di dollari, i politici approfittano della loro posizione per accumulare fortune e la corruzione si sostituisce al buongoverno.
I mercati decadono in sinergie fatali quando prodotti e servizi di bassa qualità , eccessi speculativi, consumi estremi e spettacoli grottescamente cruenti diventano i “settori industriali emergenti”, mentre le reti elettriche vanno in crisi e provocano blackout e gli scaffali dei negozi scarseggiano di beni essenziali.
La soluzione di mercato per tutti coloro che già possiedono tutto è progettare l’obsolescenza in ogni prodotto e formare cartelli che riducono i servizi all’osso per ricavare profitti, ovvero il degrado terminale di tutti i beni e servizi.
Lo stato/impero inoltre non riesce a mantenere la sicurezza e diventa una macchina per la riscossione delle tasse e la coercizione. I piccoli reati sono sfruttati da chi detiene il potere (confische di beni in assenza di prove), mentre la resistenza allo Stato è severamente punita. Si assiste al sorgere di due sistemi legali, uno per la gente comune e un altro per l’élite.
Lo stato/impero protegge coloro che traggono profitto dallo status quo e chiama questo profitto una “soluzione”. Ma questo profitto non risolve alcun problema; è esso stesso il problema, poiché il profitto egoistico cerca di proteggere i propri privilegi corrompendo lo stato, la finanza e l’economia.
Da parte sua, il mercato cerca di massimizzare i profitti con consumi compulsivi, mutui predatori (prestiti agli studenti), distruzione massiva della qualità da parte di monopoli e cartelli, speculazione estrema. La pratica di massimizzare i profitti con ogni mezzo disponibile non ha fondamento morale; i prestiti predatori agli studenti sono redditizi, i costi sanitari gonfiati sono redditizi, la vendita di prodotti progettati per fallire è lucrativa, il software obsoleto è vantaggioso, ingannare i consumatori è remunerativo e così via, in una gamma infinita di prodotti scadenti e malsani, servizi rapaci, sovrapprezzi fraudolenti, ecc.
Poiché i problemi rimangono irrisolti, le cose vanno in pezzi e le masse virano verso estremi di squilibrio e pensiero magico: all’amicizia si sostituisce il fanatismo, abbondano i culti, le basi comuni svaniscono e tutti i fallimenti del sistema vengono presentati come “panem et circenses”, denaro gratuito, intrattenimenti sfarzosi e scialbe manifestazioni di consumi voluttuari, che rivelano il disfacimento e il degrado.
Proteggere i pochi smantellando il sistema a spese dei molti non è risolvere i problemi. Aggiunge uno strato di problemi che lo stato/impero non è in grado di risolvere. Ossificato, sclerotizzato, egocentrico, corrotto, concentrato sulla virtù apparente e sull’inseguire i problemi piuttosto che risolverli effettivamente – perché altrimenti qualche vacca sacra perderebbe privilegi e prebende, lo stato/impero è il problema, non la soluzione.
Quando lo stato/impero perde la capacità di riconoscere e risolvere i problemi fondamentali della sicurezza e dell’equità , sarà sostituito da un altro ordinamento più adattabile e abile a risolvere i problemi. L’artificio, la fantasia, il pensiero magico, le scuse e le storie di copertura assurde non fanno parte della soluzione. I problemi possono essere risolti solo se la realtà viene affrontata direttamente.
Quando la realtà è inaccettabile perché ha un impatto negativo su coloro che spogliano il sistema per guadagno privato, lo stato/impero è già in una spirale distruttiva.
FONTE: http://charleshughsmith.blogspot.com/2022/02/how-empires-die.html
Tradotto da Papaconscio per comedonchisciotte.org
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