Svolta importante sul Sahara proveniente questa volta da Berlino. La Germania infatti ha riconosciuto ampia validità al cosiddetto “piano sull’autonomia“, un progetto lanciato nel 2007 dal governo del Marocco concernente nel riconoscimento internazionale della sovranità di Rabat sul Sahara, in cambio di un’ampia autonomia da accordare alla regione. La svolta tedesca, confermata in una dichiarazione rilasciata il 13 dicembre dal nuovo ministro degli Esteri Annalena Baerbock, potrebbe essere preludio a un significativo cambio di marcia sulla questione sia da parte di Berlino che dell’intera Europa.
Le dichiarazioni del ministro degli Esteri tedesco
Non è forse un caso che uno dei primi interventi del nuovo titolare della diplomazia tedesca sia stato incentrato sul Marocco. Il rapporto tra Berlino e Rabat negli ultimi mesi non è stato dei migliori. Basti pensare che nel dicembre 2020, a seguito del riconoscimento statunitense della sovranità marocchina sul Sahara, l’allora cancelliere Angela Merkel ha sollecitato una riunione del consiglio di sicurezza dell’Onu per verificare se la mossa di Washington fosse in linea con il diritto internazionale. Un’azione, quella del passato governo tedesco, che ha irritato e non poco le autorità marocchine. Le tensioni sono arrivate al punto che nello scorso mese di giugno la Germania aveva deciso di congelare aiuti per 1.2 miliardi di Euro previsti a favore del Marocco. Questa fase sembra oramai definitivamente tramontata. Almeno a giudicare dalle parole di Annalena Baerbock: “Il Regno del Marocco – è la premessa che si legge nelle dichiarazioni del ministro degli Esteri – è un importante collegamento tra Nord e Sud sia politicamente, che culturalmente ed economicamente”.
“Il Marocco ha avviato ampie riforme nell’ultimo decennio – ha proseguito poi il titolare della diplomazia tedesca – Il paese svolge un ruolo importante nella stabilità e nello sviluppo sostenibile della regione. Ciò è evidente non da ultimo nel suo impegno diplomatico nel processo di pace libico”. Parole di elogio che sottintendono la volontà di una repentina ricucitura degli strappi. Ciò è anche più evidente nel passaggio del discorso di Baerbock dedicato al Sahara: “La Germania sostiene l’inviato speciale Onu nel suo operato per un risultato politico giusto, duraturo e reciprocamente accettabile sulla base della risoluzione 2602 del Consiglio di sicurezza – si legge – Il Marocco ha dato un importante contributo a tale accordo nel 2007 con un piano di autonomia”. Ed è questa la frase che più è risaltata agli occhi. Berlino ha per la prima volta riconosciuto l’importanza della proposta marocchina sul Sahara. Sia pur implicitamente, il governo tedesco ha aperto la strada forse a un definitivo riconoscimento della sovranità di Rabat sulla regione. Circostanza impensabile fino al mese scorso.
La posizione dell’Europa sul Sahara
La questione relativa al Sahara rappresenta il dossier più spinoso che riguarda il Marocco. Nel 1991 è stato siglato un cessate il fuoco tra Rabat e il Fronte del Polisario, movimento indipendentista, ma da allora non si è arrivati a una soluzione definitiva. I vari governi marocchini succedutisi negli anni hanno sempre ribadito di considerare il Sahara, ex colonia spagnola lasciata da Madrid nel 1975, parte integrante del proprio territorio e della propria storia. Nel 2007 è stato presentato all’Onu il piano sull’autonomia, con il quale da Rabat si è cercato di promuovere il definitivo riconoscimento della propria sovranità sulla regione. Secondo le Nazioni Unite, il Sahara fa parte della lista dei cosiddetti “Territori non autonomi”. Ma una svolta si è avuta nel 2020, quando l’allora presidente Usa Donald Trump ha deciso di riconoscere le pretese marocchine sull’area. Da allora più volte Rabat ha invitato l’Europa a fare altrettanto.
In tal senso è apparsa quindi ancora più significativa la nuova presa di posizione del ministro degli Esteri tedesco. Dando credito alla proposta sull’autonomia, la Germania ha quantomeno preso in considerazione la possibilità di considerare in futuro pienamente marocchino il Sahara. Se Berlino dovesse confermare la sua svolta, a cascata anche altri Paesi dell’Ue potrebbero fare altrettanto. E infatti da Rabat adesso si spera proprio in questo: con Usa ed Ue dalla propria parte, la strada per l’attuazione del piano del 2007, osteggiata dal Polisario, potrebbe essere maggiormente in discesa.
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