È uscito venerdì 3 dicembre 2021, per Le Siepi Dischi e in distribuzione Believe, fugit, il titolo dell’ultimo EP di caspio. L’EP interpreta le diverse sfaccettature del concetto di tempo: c’è un tempo che appartiene ad una generazione, un tempo che ha cambiato tutte le carte in tavola, un tempo per le decisioni, un tempo che scandisce il ritmo sonno-veglia, un tempo presente e un tempo futuro. I brani contenuti in fugit sono eterogenei, confondono generi, sonorità e stile. Sono stati scritti in tempi - ed ecco il tempo che ritorna - diversi.
E l’intento dell’autore è esattamente quello di far percepire all’ascoltatore che ogni cosa ha un suo tempo, un suo momento. La copertina dell’EP rappresenta sia la diversità dei brani, sia l’idea di una stratificazione temporale: è, infatti, lo shot di una bacheca pubblicitaria in cui il tempo ha logorato l’immagine di superficie lasciando intravedere tutte quelle sottostanti, diverse tra loro, sovrapposte, che a loro volta ne erano state la copertina. È lo spaziotempo di un luogo qualunque, in cui il tempo è trascorso lasciando le sue tracce, in cui il tempo è fuggito, lasciando dietro di sé il ricordo di qualcosa che ormai non c’è più e lisciando la superficie per fare spazio a qualcosa di nuovo. Qualcosa come fugit.
Non potevamo non chiedergli qualcosa in più.
Qual è il tuo legame con il Mar Caspio? E, se non c’è, da dove arriva il tuo nome?
A dire il vero non ho mai avuto particolare legame con quella parte del mondo, sono più un tipo da Scandinavia. Avevo però bisogno di un nome semplice, qualcosa che fosse lontano da me, qualcosa di esotico, che mi permettesse di essere qualcos’altro, che mi facesse uscire dalla mia comfort zone. E quel lago salato, il più grande del mondo, mi sembrava sufficientemente lontano da me.
Che ruolo ha avuto la televisione (ad esempio MTV) nella tua formazione musicale? E che ruolo ha adesso?
Beh, MTV per me ha fatto tanto. Tenete conto che ho vissuto gli anni d’oro, quelli in cui trasmetteva ancora videoclip e parlava di musica (che stranezza, no?). Adesso quel mondo è svanito. Ci sono altri canali che trasmettono musica ma non ne percepisco la stessa magia perché ho l’impressione manchino di identità. Ma forse mi sbaglio. Comunque con questa domanda mi fate sentire vecchio anche se non lo sono (sorriso).
Perché le playlist Spotify sembrano essere così importanti oggi?
Perché Spotify è l’unica piattaforma di streaming musicale che ti mostra quanti stream, listener e follower fai. Fino a vent’anni fa era il numero di dischi venduti a fare di te uno famoso, ma il mondo è cambiato. Oggi tutti suonano, tutti producono, tutti si occupano di musica. Se non entri in una editoriale non conti nulla, sei uno dei tanti. Se cerchi un feat, per esempio, la prima cosa che guardano è quanti numeri fai su Spotify e non se il tuo progetto ha davvero qualcosa da dire.
Se togliessimo i numeri dalla musica staremmo tutti meglio ma questo lo sappiamo già.
Giorni vuoti, e correggici se sbaglio, affrontava in qualche modo il tema del disagio di una generazione, disagio che sembra essere anche il tema di uno dei tuoi ultimi singoli dal titolo “mai”. E’ cambiato qualcosa nel frattempo? Come mai ti è tanto caro il tema?
Corretto! Giorni Vuoti raccontava proprio della generazione a cui appartengo. “mai” è un po’ più personale, racconta più di me, di come mi vedo io oggi, di com’ero. Però il confine tra l’”io” e il “noi” è sottile. Non credo smetterò di parlare della mia generazione, ci sono ancora cose da raccontare.
Come sarà il tuo nuovo disco?
Sarà un viaggio, il mio, quello che ho fatto e vissuto nell’ultimo anno, passo dopo passo, singolo dopo singolo. Cinque brani, cinque lati di me.
- Intervista realizzata in collaborazione con lo staff di Conza Press
* caspio vive a Trieste, città di confine che si si sviluppa sul, intorno e grazie al mare. Suona da sempre quasi tutto e da subito. Nel 2019 esce Giorni Vuoti, il primo album maturo, sfogo di anni di soffocamento, di inibizione. La musica di caspio spazia tra l’elettronica, il trip-hop, il rock, il pop, con influenze anni ’90, in una veste completamente nuova e attuale. Ripredendo un verso di uno dei suoi brani, caspio è “perennemente fuori, non di tendenza”, anche se la sua musica può arrivare a chiunque. Rockit ha detto di caspio che “il suo stile e il suo pensiero rimangono impressi facendo riecheggiare la voce di un artista che ha qualcosa da dire”. Con l’ultimo EP, fugit, caspio ha davvero qualcosa da dire perché ci mette anche in mezzo un argomento che gli sta a cuore, che permea la sua musica e i suoi testi: il tempo.
- (Foto di Pietro Bettini)
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