Yuval Harari avverte: potranno hackerare gli esseri umani

nov 5, 2021 0 comments


Da “Homo Deus: breve storia del futuro” a “Sapiens, la nascita dell’umanità” passando per “21 lezioni per il XXI Secolo“. Sono tre titoli di altrettanti bestsellers in cui Yuval Harari, filosofo sociale di fama mondiale, fa in modo magistrale quello che umilmente cerco ogni giorno di fare io a piccoli passi: raccontare la meraviglia e i rischi del futuro. E stimolare a crearlo, non a subirlo.

Oggi Yuval Harari ha per noi un durissimo avvertimento, che fa il paio con quello che l’ex dirigente Google Mo Gawdat ha fatto a inizio ottobre. La sostanza di questo avvertimento? Dobbiamo iniziare a regolamentare l’IA, o le grandi aziende saranno in grado di “hackerare” gli esseri umani.

Hackerare gli esseri umani

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Un fotogramma tratto dall’intervista (che vi linko a fine articolo)

Harari, come Gawdat, ritiene che la rapida crescita dell’intelligenza artificiale potrebbe portare a una popolazione di “umani hackerati”, secondo un report trasmesso nella trasmissione “60 Minutes ” della rete americana CBS . Per affrontare questo problema, chiede ai leader mondiali di iniziare a regolamentare l’intelligenza artificiale e gli sforzi di raccolta dati da parte delle grandi aziende.

Hackerare un essere umano significa conoscere quella persona meglio di quanto conosca se stesso. E sulla base di questo, manipolarti sempre di più.

Yuval Harari durante la trasmissione “60 minutes”

Anche per Yuval Harari il nodo è sempre lo stesso: i dati

“Netflix ci dice cosa guardare e Amazon ci dice cosa comprare”, dice Yuval Harari nel programma. “Alla fine entro 10, 20, 30 anni gli algoritmi potrebbero anche dirti cosa studiare al college, dove lavorare, chi sposare. Perfino per chi votare”. A quel punto non si potrà nemmeno parlare di “hackerare” un essere umano. Sarà come telecomandarlo.

Harari ha esortato le nazioni a prendere sul serio la minaccia di una potente intelligenza artificiale, suggerendo di mettere in atto paletti chiari e rigorosi per garantire che i dati non vengano utilizzati per manipolare il pubblico. E per evitare che questo accada, serve uno sforzo di tutti.

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Per Harari l’intelligenza artificiale rischia di costruire tutto ciò che facciamo nella vita, e lo stesso “senso di sé” che ha ciascuno di noi.

“Certamente, ora siamo al punto in cui abbiamo bisogno di una cooperazione globale. Non puoi regolare la potenza esplosiva dell’intelligenza artificiale a livello nazionale”, ha detto Yuval Harari. Ha aggiunto che i dati non dovrebbero mai essere concentrati in un solo posto. E lo ha detto con una frase lapidaria: “Questa è la ricetta per una dittatura”.

Prospettiva agghiacciante ma plausibile, specie ora che alcune aziende tecnologiche cercano di convincere gli utenti a rifiutare in qualche modo la realtà fisica e ad abbracciarne una virtuale di propria creazione.

Se volete dare un’occhiata all’intervista, ve la linko qui. 

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