Intervista di Salvatore Santoru a Francesco Dal Poz *
1- “Zero” è il tuo nuovo disco, uscito precisamente il 17 settembre 2021. Qual è il tema centrale dell’album e cosa rappresenta per te?
Nell’album “Zero” ho voluto parlare di temi che ho molto a cuore, a tratti profondi e a tratti più leggeri, tramite la quotidianità. Ho scelto come titolo “Zero” proprio perché ho voluto marcare quanto per me segnasse una sorta di ripartenza. La musica mi ha sempre dato la possibilità fin da bambino di fare tante bellissime esperienze, di fare concerti in giro per l’Italia, di conoscere persone meravigliose, di essere in contatto con realtà che non potevo immaginare esistessero; ma quando sono entrato in studio per iniziare questo nuovo album, ho percepito fin da subito che qualcosa stava cambiando ed infatti, per me, la realizzazione di questo album è stata una piccola grande rivoluzione interiore, sia a livello artistico che umano.
2- Nell’album sono presenti alcune collaborazioni, dal compositore e cantautore Anastacio al batterista dei “The Sun”, Riccardo Rossi, sino al bassista dei “Lost”, Luca Donazzan. Com’è stato collaborare con questi tre musicisti?
È stata un’esperienza unica, soprattutto contando la stima che nutrivo e ancora più oggi nutro nei loro confronti. Grandi musicisti con grande sensibilità e talento. Riccardo Rossi ha suonato la batteria e percussioni in “Adesso è qui” con un’energia pazzesca, Luca Donazzan ha suonato una parte di basso in “Tisana” con precisione e imprevedibilità, Reinaldo Anastacio ha scritto e cantato una parte in “Rio” con quel calore e sentimento tipici dei musicisti brasiliani. Sono molto riconoscente a loro per essere stati parte di questo progetto e per aver dato un valore aggiunto a tutto l’album.
3- L’uscita del disco è stata preceduta dalla nascita di un podcast incentrato sulle tematiche dell’album, “Pozcast”. Come hai vissuto tale esperienza e, per curiosità, hai intenzione di utilizzare nuovamente tale risorsa per i tuoi prossimi lavori?
L’idea del Pozcast è nata in modo molto naturale, quando ho sentito la necessità di approfondire i temi legati all’album. Fin da subito, mentre costruivo il format, individuavo e contattavo gli ospiti e organizzavo le puntate, non mi sono messo aspettative; ho fatto tutto proprio con la voglia di scoprire di più, capire di più, provare qualcosa in più e devo dire che mi sento più che ricompensato: gli ospiti sono stati meravigliosi e mi hanno dato qualcosa a livello umano che fatico a spiegare. Se utilizzerò ancora il Pozcast per lavori futuri? Ancora non lo so, ma non posso negare che ci ho pensato già più di qualche volta.
4- “Estate Spaziale” è il terzo estratto di “Zero”, un brano dedicato ai ricordi dell’adolescenza. Cosa ti manca e cosa, eventualmente, non ti manca della tua giovinezza?
Dell’adolescenza mi mancano soprattutto le emozioni così forti che solo in quel momento ho provato e quelle situazioni così semplici ma importanti che ho raccontato proprio in “Estate spaziale”. L’aspetto che forse mi manca meno, se devo essere sincero, penso sia la scuola, o meglio, l’idea di dovermi sedere ogni giorno su un banco con una routine che in quegli anni per me è stata molto difficile da sopportare; oggi amo studiare ed imparare per conto mio e riconosco pienamente quanto quelle lunghe giornate a scuola, in realtà, siano state di fondamentale importanza per affrontare la vita di tutti i giorni ed avere la mente aperta e pronta in un mondo in continua evoluzione.
5- A tuo parere, i tempi realmente migliori ed indimenticabili della vita sono da ascriversi all’adolescenza e alla gioventù o, al contrario, pensi che nonostante tutto il “qui e ora” sia sempre più importante e che ogni fase della vita abbia, relativamente ai mutati contesti, i propri tempi migliori?
Credo che la bellezza della vita sia in ogni istante in cui viviamo e che forse troppo spesso, io per primo, tendiamo a soffermarci sulle cose passate o su quelle che potremmo avere in futuro classificandole come migliori di quelle che già abbiamo. Credo sia davvero importante per vivere al meglio, concentrarci su tutto quello che abbiamo e che siamo in questo momento e viverlo al meglio delle nostre possibilità.
6- Quali ritieni essere, sia personalmente che artisticamente, i pro e i contro della nostalgia?
I ricordi sono qualcosa che nessuno potrà mai toglierci, sono il nostro patrimonio personale e farsi coccolare dalla nostalgia è spesso una sensazione insostituibile. Come dicevo prima, penso che però sia importante non farci sopraffare dai ricordi, altrimenti quello che stiamo vivendo perde di significato e ci lasciamo sfuggire i momenti che ci restano.
7- Come ha inciso la questione Covid-19 sulla tua attività artistica?
La pandemia ha inciso molto nella mia attività artista, sia a livello negativo che positivo. Negativo perché la pubblicazione dell’album si è spostata di circa un anno e decine di concerti sono saltati, ma allo stesso tempo questa situazione è stata un'occasione per riscoprirsi sia come artista che come persona; oltre a questo, proprio nei primi giorni del primo lockdown, dopo aver lanciato una proposta sui social, ho avuto il sostegno di circa un centinaio di persone per scrivere una canzone tutti insieme che oggi è presente in quest’album e che porta il titolo “Vivere d’istanti”.
* Francesco è un cantautore polistrumentista di Treviso.
La musica lo accompagna da sempre: a 9 anni scrive le prime canzoni e passa l'adolescenza tra lo studio di registrazione e i palchi.
Ad oggi conta l’esibizione in Veneto, Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Abruzzo, Marche, Puglia e Sardegna, articoli in svariati giornali e portali tra i quali Sky Tg24, Il Sole 24 Ore, Libero, TIM Gate e molti altri, interviste e passaggi radiofonici in decine di radio a livello locale e nazionale tra le quali Rai Radio 1, oltre l’intervista e l’esibizione su Rai 2.
Condivide il palco con Zero Assoluto, Iva Zanicchi, Ronnie Jones, Damien McFly e molti altri.
Gli viene conferito il “Premio della Bontà” per l'impegno sociale manifestato attraverso i concerti.
Le sue canzoni sono cariche di energia e positività e diventano uno spunto per riflettere sul valore della vita.
Commenti
Posta un commento
Partecipa alla discussione