L’11 novembre 2021 la Procura Generale della Svezia ha aperto un’indagine nei confronti di due rappresentanti dell’azienda petrolifera e del gas Lundin Oil AB (ora Lundin Energy AB), per “complicità in gravi crimini di guerra commessi in Sudan dal 1999 al 2003”.
Secondo la Coalizione europea sul petrolio in Sudan, che ha svolto una lunga campagna perché si aprisse l’inchiesta, nella zona – ora appartenente al Sud Sudan – interessata dalle attività dell’azienda svedese morirono 12.000 persone e altre 160.000 furono costrette a lasciare le loro terre.
Fu il governo locale, diretto già da allora da Omar al-Bashir, a rendersi responsabile di questi crimini efferati, ma l’indagine della Procura svedese vuole chiarire se quei crimini furono la conseguenza dell’accordo sottoscritto nel 1997 dalla Lundin Oil AB col regime sudanese. Se, in altre parole, vennero commessi per consentire all’azienda di operare nel territorio individuato per le sue attività estrattive.
* Portavoce di Amnesty International Italia, di cui fa parte dal 1980. Autore e coautore di numerose pubblicazioni sui diritti umani, l'ultima delle quali è "Srebrenica. La giustizia negata" (con Luca Leone, Infinito Edizioni 2015). Blogger per il Corriere della Sera, il Fatto quotidiano, Articolo 21 e collaboratore di Pressenza.
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