Né SINOFOBIA né SINOFILIA, perché è necessaria un'informazione imparziale sulla Cina

giu 2, 2021 0 comments


Di Salvatore Santoru

Negli ultimi anni si è assistito ad una forte ascesa, geopolitica come militare, dell'emergente superpotenza cinese. Tale avanzata del Dragone è stata accompagnata, nel mondo occidentale, da legittime perplessità così come da un deciso astio.

Sostanzialmente, l'apparato massmediatico "mainstream" si è contraddistinto per una campagna informativa dedita alla polarizzazione e, a onor del vero, ad uno schietto "confusionismo".

Da una parte si sono elogiate, indirettamente o direttamente, certe politiche adottate dal governo cinese e, almeno sino a poco tempo fa, si sono minimizzate certe problematiche e criticità legate alla gestione del potere nel paese asiatico nonché agli eventuali effetti critici di determinati accordi economico/commerciali con la nazione guidata dal Pcc.

D'altro canto, c'è anche da dire che ultimamente la grancassa mediatica occidentalista ha dato avvio ad una propaganda di chiaro stampo sinofobico, a volte dedita alla diffusione di mezze verità e strumentalizzazioni di determinate problematiche e contraddizioni della società e del sistema politico cinese.

Tale campagna di propaganda si concentra su tematiche giuste come i diritti umani/civili etc ma, tuttavia, tale "interesse ad orologeria" è decisamente motivato da interessi economici/commerciali e geopolitici ben poco "disinteressati".

Il punto è c'è bisogno di un'informazione più corretta e realistica sulla Cina, in quanto la nazione asiatica non è né un modello da seguire per l'Occidente ma, allo stesso tempo, nemmeno il "nemico assoluto" come si vorrebbe far pensare all'occidentale medio.

L'ascesa della superpotenza cinese è un fatto che va accettato e, al contempo, c'è la necessità che le nazioni occidentali più potenti (a partire dagli Stati Uniti) cerchino un dialogo fondato sul rispetto reciproco e la condivisione di determinati punti fermi (maggior rispetto diritti etc).

Allo stesso tempo, non c'è alcun bisogno di un eccessivo "permissivismo" di certe nazioni europee meno potenti nei confronti della Cina e, oltre a ciò, c'é la necessità che le già citate potenze occidentali più potenti sappiano dialogare con il Dragone rosso senza ricorrere ad un approccio di stampo suprematista, imperialista e culturalmente razzista e sciovinista che troppo spesso li ha ispirati.

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