L’UE ENTRA NELL’AFFARE VIVENDI MEDIASET: PROCEDURA D’INFRAZIONE CONTRO L’ITALIA?

giu 6, 2021 0 comments


Di Michele Crudelini

Questa volta non c’entra il debito pubblico, il deficit o il mancato rispetto dei paletti economici, ma nel mirino europeo è finita la vicenda che coinvolge Mediaset e l’omologa francese Vivendi. Secondo la Commissione europea l’Italia avrebbe ostacolato il regime di libera concorrenza tra i mercati dei Paesi europei impedendo che Vivendi acquisisse la maggioranza delle quote di Mediaset.

Tutto risale al 2016, quando il colosso delle comunicazioni francesi ha acquistato il 3,5% delle azioni dell’azienda capitanata da Silvio Berlusconi. Da allora la scalata francese è stata in continua crescita, fino ad arrivare a possedere oltre il 28% delle quote di Mediaset.

Dalla legge Gasparri alla sentenza della Corte europea

La querelle è proseguita con l’intervento dell’AGCOM, l’autorità italiana garante delle comunicazioni, che ha richiesto al gruppo francese di cedere entro un anno le quote di Mediaset, facendo leva sulla legge Gasparri. Ed è qui che entra in gioco l’Unione europea.

Perché il magnate francese Vincent Bolloré, leader di Vivendi, ha fatto ricorso alla Corte di giustizia europea proprio contro la legge Gasparri. E la Corte del Lussemburgo ha dato ragione nel 2020 a Vivendi, annullando quindi gli effetti della legge italiana.

L’arrivo dell’emergenza sanitaria ha però di nuovo messo in allarme l’Italia rispetto al rischio di scalate di gruppi stranieri nelle aziende strategiche del Paese. E infatti lo scorso novembre 2020 veniva approvato un emendamento al decreto Covid con l’obiettivo di colmare il vuoto lasciato dalla legge Gasparri.

L’emendamento scudo contro le scalate straniere

Con il nuovo testo, l’AGCOM acquisisce la facoltà di avviare un’istruttoria per valutare se le operazioni di acquisizione da parte di gruppi esteri possano incidere sul pluralismo dell’informazione in Italia.

Vivendi però ha evidentemente capito di avere fedeli alleati dalle parti di Bruxelles e ha deciso questa volta di presentare un esposto alla Commissione europea. E già lo scorso dicembre la Commissione aveva indirizzato una lettera all’allora ministro Patuanelli accusando l’Italia di non aver notificato l’emendamento all’Unione europea, che quindi sarebbe dovuto essere inapplicabile.

E adesso la Commissione sembra poter accogliere il ricorso del gruppo francese, preparando così la procedura di infrazione contro l’Italia.

La Francia continua a fare shopping in Italia

Se Vivendi finisse per aver ragione, la presenza francese all’interno dell’economia italiana verrebbe ulteriormente rafforzata. Non c’è solo Mediaset infatti nel portafoglio di Vivendi, che possiede anche il 23% delle quote di Telecom, mentre lo stesso Bollorè è il terzo azionista del Gruppo Mediobanca.

Mentre negli scorsi anni lo shopping francese in Italia aveva visto il passaggio della BNL italiana nelle mani di BNP Paribas, destino analogo per Cariparma finita nelle mani di Credit Agricole. Fino alla nota azienda di lusso Bulgari passata nel 2012 nelle mani della francese LVMH.

Sono quindi finiti i tempi in cui il Governo francese, allora presieduto da Chirac, doveva intervenire direttamente per chiudere il canale francese acquistato dalla Fininvest di Berlusconi. E allora come oggi le istituzioni europee hanno deciso di stare dalla parte di Parigi.

FONTE: https://www.byoblu.com/2021/06/04/lue-entra-nellaffare-vivendi-mediaset-procedura-dinfrazione-contro-litalia/

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