Di Lorenzo Vita
La Marina iraniana perde la sua nave più grande. La nave da supporto Kharg è affondata nel porto di Jask dopo un incendio devastante di cui sono ancora da chiarire dinamiche e cause.
L’incendio, in base alle prime ricostruzioni, è scoppiato alle due di notte. L’equipaggio è stato immediatamente portato in salvo mentre le squadre anti-incendio sono intervenute per provare ad arginare le fiamme. Sulle cause, ovviamente, rimane per adesso un grande alone di mistero. Tuttavia c’è un dato che fa riflettere: come riporta Agi, i satelliti della National Oceanic and Atmospheric Administration americana hanno osservato poco prima dell’incendio una fiammata nell’area poco prima che esplodesse il rogo che ha portato all’affondamento della Kharg.
La nave, costruita nel 1977 nel Regno Unito ed entrata in servizio nel 1984, era in missione per una campagna di addestramento. Si trovava nel Golfo dell’Oman, non lontana dallo stretto di Hormuz. Parliamo di un punto tra i più importanti al mondo sia per il traffico energetico che per quello militare. Nel 2008, quando l’Iran annunciò di avere aperto la base navale di Jask, dove poi la Kharg è affondata, l’ammiraglio Habibollah Sayyari, affermò che quella nuova base della Marina iraniana sarebbe stata estremamente utile in caso di blocco dello stretto contro qualsiasi nemico. Una minaccia che si ripete ciclicamente nelle alte sfere della Repubblica islamica e che è considerata come un incubo da parte del Pentagono e delle monarchie del Golfo.
Per l’Iran non è il primo incidente disastroso che coinvolge la marina. Nel 2018 è affondato un cacciatorpediniere nel Mar Caspio, mentre nel 2020 è stata la volta di un missile che, una volta perso il controllo, aveva colpito una nave, sempre a Jask, uccidendo 19 marinai. La finta portaerei americana (in realtà una grossa chiatta mascherata da portaerei) usata per le esercitazioni dei Pasdaran, è colata a picco dopo mesi di agonia e bombardata per errore in modo eccessivo durante una manovra di addestramento. L’affondamento della nave Kharg arriva in uno dei momenti più delicati della storia recente iraniana. I negoziati con gli Stati Uniti per il ripristino dell’accordo sul programma nucleare non sembrano essere vicini alla svolta. A Vienna le parti continuano a vedersi e a dialogare anche in via indiretta, ma le tensioni in Iran, le elezioni in vista e i timori degli alleati Usa nell’area non hanno permesso finora a entrambe le parti di raggiungere un accordo. Nel frattempo, la guerra “oscura” tra Iran e Israele prosegue da diversi mesi e non accenna a diminuire. Dopo la serie di misteriose esplosioni che la scorsa estate ha colpito molti centri nevralgici dell’Iran, a cominciare dalla centrale nucleare di Natanz, dopo gli omicidi mirati contro esponenti del programma nucleare e attacchi hacker rivolti contro l’Iran e contro Israele, lo scontro si è spostato in mare. In questi mesi, diverse navi commerciali legate all’Iran e a Israele sono state colpite da attacchi missilistici e sabotaggi. Israele, secondo le recenti inchieste giornalistiche, avrebbe sabotato decine di cargo iraniani diretti verso la Siria tra Mar Rosso e Mediterraneo. E infine non va dimenticato il recente attacco contro la nave Mv Saviz, base operativa dei Pasdaran nel Mar Rosso e colpita da un’esplosione mentre si trovava davanti alle coste dello Yemen. Segnali che inducono a credere che quella fiammata nell’area potesse significare più di un caso.
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