Le fusioni e le acquisizioni negli ultimi decenni si sono moltiplicate in Europa. In alcuni casi si tratta di c.d “acquisizione ostili” che, rispondendo più alle leggi della geofinanza che dell’economia, sono tese a neutralizzare l’avversario e ridefinire la leadership mondiale del settore[1].
Nel gennaio del 2006 Mittal lanciò una OPA (Offerta Pubblica di Acquisto) ad Arcelor, fiore all’occhiello della siderurgia europea, settore strategico non solo per l’industria, ma perché alla base di numerosi altri settori produttivi strategici, quali l’industria delle armi.
L’OPA della Mittal è stata ricostruita, nel 2006, dalla scuola di guerra economica francese[2] che ha evidenziato come: “Quando Lakshmi Mittal fece un'offerta pubblica di acquisto ad Arcelor il 27 gennaio 2006, giocò una partita a scacchi degna di Fischer”[3], effettuando un attacco su più livelli: economico, politico, comunicativo, ecc.
Sotto l’aspetto comunicativo venne elaborata una sofisticata campagna di comunicazione multipla per convincere azionisti, opinione pubblica, stampa, sindacati, politici, ecc. che il colosso indiano desiderava partecipare alla vita economica del Paese, con un buon piano industriale che comprendeva vantaggi in termini di livelli occupazionali e di condizioni di lavoro, assumendo la responsabilità di mantenere inalterati gli impegni presi precedentemente da Arcelor.
L’operazione ebbe successo.
Il 25 giugno Arcelor si fuse con Mittal: “Dopo l’acquisizione dell’Arcelor, la famiglia Mittal è comunque rimasta il socio di maggioranza con il 51% della proprietà, mentre la restante era di proprietà a diversi fondi di investimento e istituzioni. Questa configurazione del pacchetto azionario ha reso impossibile una nuova OPA da parte di Arcelor per riconquistare la sua proprietà, denotando una grande intelligenza strategica da parte di Mittal[4]”.
Nel 2007 Mittal registrò profitti record[5].
Nel 2008, con l’inizio della crisi, iniziò a ridurre posti di lavoro, fermò, e poi chiuse, impianti[6].
La reazione del mondo politico francese fu durissima, Mittal venne accusata di "mentire", di "non rispettare gli impegni" con lo Stato francese ed invitata a lasciare il Paese[7]. Davanti a tali accuse Mittal affermò di essere sorpreso e scioccato.
“Una riflessione finale su questo tema riguarda il comportamento dell’Unione Europea la quale, pur essendo nata dalla CECA, l’organizzazione per il libero commercio del carbone e dell’acciaio, non ha adottato alcuna misura di difesa di un settore dal valore economico, strategico e simbolico così grande”[8].
[1] In queste operazioni obiettivi di grande valore sono rappresentati anche dal saccheggio del know-how.
[2] https://infoguerre.fr/2006/10/mittal-arcelor-une-opa-hostile/. Lo studio è stato pubblicato nell'agosto 2006 nella recensione di Sentinel (www.infosentinel.com), n. 39, e ripreso anche nel libro di Giuseppe Gagliano. Guerra economica. Stato e impresa nei nuovi scenari internazionali, Goware edizioni.
[4] Giuseppe Gagliano. Guerra economica. Stato e impresa nei nuovi scenari internazionali, Goware edizioni.
[8] Giuseppe Gagliano, cit.
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