GIOVANNI BRUSCA TORNA IN LIBERTÀ DOPO 25 ANNI. MA SUI RAPPORTI STATO-MAFIA CI SONO ANCORA MOLTE OMBRE

giu 1, 2021 0 comments


Di Edoardo Gagliardi

Fu lui a schiacciare il pulsante che fece esplodere parte dell’autostrada A29 all’altezza di Capaci, in cui trovarono la morte il giudice Giovanni Falcone, la moglie e 3 agenti della scorta.

E fu sempre lui a sciogliere nell’acido Giuseppe Di Matteo, figlio del boss e poi collaboratore di giustizia, Santino Di Matteo, dopo tre anni sotto sequestro.

Parliamo di Giovanni Brusca, uno dei più spietati mafiosi della storia. Del suo ricco curriculum ha detto: “Ancora oggi non riesco a ricordare tutti, uno per uno, i nomi di quelli che ho ucciso. Molti più di cento, di sicuro meno di duecento”.

Brusca ha lasciato oggi il penitenziario di Rebibbia, a Roma, con 45 giorni di anticipo rispetto alla scadenza della condanna, dopo 25 anni di detenzione. Sarà sottoposto a controlli e protezione e a quattro anni di libertà vigilata, come deciso dalla Corte d’Appello di Milano.

Una notizia che spacca sia la politica che l’opinione pubblica italiana. Ci si chiede infatti se sia giusto che un criminale di tale calibro possa beneficiare di una pena che prevede una fine e quindi tornare in libertà, seppure vigilata.

A dare una risposta a questa domanda è la sorella di Falcone, Maria: “Umanamente è una notizia che mi addolora, ma questa è la legge, una legge che peraltro ha voluto mio fratello e quindi va rispettata. Mi auguro solo che magistratura e forze dell’ordine vigilino con estrema attenzione in modo da scongiurare il pericolo che torni a delinquere” – ha spiegato.

Certo, Giovanni Falcone aveva immaginato la misura contestualizzata in uno Stato che si propone di combattere la mafia a viso aperto, non in una situazione in cui sui rapporti Stato-mafia si sono addensati molti misteri e domande senza risposte negli ultimi decenni.

Non sono pochi i dubbi anche sull’affidabilità di Brusca come collaboratore di giustizia. “La stessa magistratura in più occasioni ha espresso dubbi sulla completezza delle sue rivelazioni, non è più il tempo di mezze verità e sarebbe un insulto a Giovanni, Francesca, Vito, Antonio e Rocco che un uomo che si è macchiato di crimini orribili torni libero a godere di ricchezze sporche di sangue” – ha detto Maria Falcone.

A criticare la fine della pena per il boss mafioso anche i familiari degli agenti di scorta. “Questo stato ci rema contro” – ha detto Tina Montinaro, la vedova di Antonio Montinaro, uno degli agenti di scorta.

Questa affermazione non può non far riflettere. Sono in molti in Italia a chiedersi se lo Stato nella lotta alla mafia ha fatto davvero lo Stato, oppure in più occasioni è sceso a patti con la criminalità, in un intreccio perverso tra politica e mafia.

FONTE: https://www.byoblu.com/2021/06/01/giovanni-brusca-torna-in-liberta-dopo-25-anni-ma-sui-rapporti-stato-mafia-ci-sono-ancora-molte-ombre/

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