Joe Biden è uomo con una lunga e navigata esperienza politica, e questo lo ha reso un pragmatico. Al massimalismo e agli annunci il presidente Usa preferisce la cautela e strategie graduali: la mossa della Casa Bianca di non fermare il permesso alle trivellazioni nella National Petroleum Reserve dell’Alaska (Npr-A) concesso a fine 2020 da Donald Trump alla ConocoPhilips può essere analizzata sotto diversi punti di vista alla luce di questa chiave di lettura.
Certo, Biden ha promesso e avviato materialmente dei piani industriali e di investimento per promuovere un’ampia e efficiente filiera delle rinnovabili e concretizzare ambiziosi programmi di transizione ecologica volti a sostenere la decarbonizzazione dell’economia a stelle e strisce entro la metà del secolo. Ma al contempo sa bene che la transizione è un processo graduale e da governare con opportune modalità politiche di intervento e che cedere completamente al massimalismo dell’ala sinistra del Partito democratico, fortemente contraria a nuovi permessi sul fronte del gas e del petrolio, può spaccare la formazione e complicare gli stessi progetti di spinta sulla diversificazione energetica.
A febbraio, una corte d’appello ha bloccato la costruzione del progetto di greggio Willow di ConocoPhillips da 2 miliardi di dollari in Alaska. Nella giornata di mercoledì 26 maggio il dipartimento della Giustizia di Washington ha ribadito che il governo statunitense continua a sostenere l’opportunità di realizzare l’impianto di estrazione nella concessione di sua proprietà. La Npr-A è un’area di poco meno di 100mila chilometri quadrati nel Nord-Ovest dell’Alaska, che si affaccia sulle acque del Mar Glaciale Artico, è gestito dal Dipartimento per gli Affari Interni tramite il Bureau of Land Management e confina con l’Artic National Wildlife Refuge, un’area protetta per la biodiversità che in passato Donald Trump aveva pensato di aprire allo sfruttamento a fini estrattivi ed energetici.
Biden ha più volte ribadito l’obiettivo di proseguire sulla strada della decarbonizzazione ma, al tempo stesso, conosce come funzionano la politica e l’economia americane. In primo luogo si pone una questione di continuità amministrativa, di progetti e investimenti già avviati il cui stop lancerebbe un segnale problematico, anche data la grandezza della posta in palio: il giacimento Willow, nota StartMag, potrebbe contenere “590 milioni di barili di petrolio recuperabile e potrebbe produrre fino a 160.000 barili al giorno già nel 2024, secondo le precedenti stime di ConocoPhillips”. Fermare il potenziale ritorno in termini di produzione e occupazione per un progetto in terra federale approvato da autorità governative di Washington sarebbe decisamente rischioso.
In secondo luogo, Biden ha una necessità pragmatica legata alla volontà di mantenere aperto un canale di comunicazione con il Partito repubblicano. Formalmente minoranza in Camera dei Rappresentanti e al Senato, ma con margini talmente ridotti a favore del partito dell’asinello che un’interlocuzione continua è necessaria. Pontieri come il senatore della West Virginia Joe Manchin, “spina nel fianco” per le politiche più progressiste della Casa Bianca, consentono un’interlocuzione continua con il Grand Old Party ai cui voti in potenza Biden può guardare qualora alcune proposte non ricevessero il sostegno della sinistra dem. Tra i repubblicani maggiormente attenzionati dalla Casa Bianca c’è Lisa Murkowski, dal dicembre 2002 senatrice dell’Alaska e per sei anni, dal 2015 al febbraio scorso, alla guida del comitato per l’Energia di Capitol Hill. Lontana dalle posizioni di Donald Trump, che non sostenne durante la corsa alla presidenza del 2016, la Murkowski mira a esser rieletta alle elezioni di mid-term del 2022 e ad assicurare allo Stato del Grande Nord degli Usa una crescente sicurezza economica e sociale. Che passa inevitabilmente per la gestione degli asset energetici.
Assieme al collega repubblicano e secondo senatore dell’Alaska, Dan Sullivan, la Murkowski mantiene attiva un’interlocuzione con la Casa Bianca che ha definito proficua e cordiale. Recentemente, i due sono stati ricevuti in udienza da Biden proprio per parlare del progetto ConocoPhilips: c’è da entrambe le parti l’interesse a non alzare il livello dello scontro e a calmare le acque. Per la transizione ci sarà tempo e serviranno energie: a Biden serve costruire un rapporto di fiducia reciproca con i repubblicani più aperti al dialogo, al Grand Old Party trovare spazio per portare all’attuazione proposte concrete in una fase che li vede in minoranza. E proprio le parti dell’agenda Biden più pragmatiche e lontane dal radicalismo di Alexandria Ocasio-Cortez e del resto della sinistra dem sono un eccellente terreno di incontro.
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