Lontano dal cuore politico statunitense sono sorte negli anni ’90 del secolo scorso le più importanti capitali tecnologiche non solo degli Usa ma di tutto il mondo: in California la Silicon Valley e, sempre lungo la costa del Pacifico, la città di Seattle. Da qui sono partite le più importanti innovazioni in grado di influenzare le nostre vite e di dare un altro aspetto al ventunesimo secolo. Qui hanno sede le aziende di internet e del web, è in questa parte del pianeta dunque che si sta scrivendo buona parte della storia dei giorni nostri.
Com’è nata la Silicon Valley
Alle spalle di San Francisco, lungo la piccola penisola che negli anni è diventata prolungamento urbano della città, sorge una contea dal nome apparentemente anonimo: è quella di Santa Clara. Si tratta di una “Valley”, una valle posizionata nella parte meridionale della Baia di San Francisco, lì dove la California incontra il Pacifico. Oggi però questa zona è nota con un altro nome: ossia quello di “Silicon Valley“. Letteralmente vuol dire “Valle del silicio”. Ed in effetti si tratta di un soprannome dato nel 1972 dal giornalista Don C. Hoefler a questa fascia geografica in virtù della sua importanza nell’ambito dell’evoluzione della tecnologia. Il termine Silicon (silicio) non era altro che un riferimento agli stabilimenti dei chip di silicio e alla contestuale diffusione di fabbriche di semiconduttori e di microchip, prodotti realizzati col silicio. L’estensione di queste case produttive che, col passare del tempo sono diventate sempre più specializzate, ha agevolato a sua volta la nascita delle aziende di computer, produttrici di software e di servizi rete proprio nelle stesse aree, laddove veniva prodotta la materia prima.
Valley (valle) fa invece riferimento all’area della valle di Santa Clara che include la città di San Jose, capoluogo della contea, estendendosi fino a Gilrov e la parte meridionale delle East Bay, nella contea di Almeda. È stata la Hewlett-Packard (HP), nel 1939, la prima azienda elettronica civile fondata nella Silicon Valley. Essa è stata creata come società produttrice di componenti elettroniche da due ingegneri laureatisi all’Università di Stanford. Nel 1951, con un parco tecnologico creato dalla stessa Università di Stanford, lo Stanford Research Park, ha preso vita il cuore della tecnologia: sono stati realizzati il circuito integrato a base di silicio, il microprocessore ed il microcomputer e altre tecnologie base. Da lì i passi da gigante: già nella prima decade del ventunesimo secolo, la regione contava circa 250mila lavoratori impiegati nella tecnologia dell’informazione.
Silicon Valley, il cuore della tecnologia
Regione lontana dal centro della politica degli Usa, quella della Silicon Valley rappresenta oggi il cuore della tecnologia per eccellenza. Nel giro di poco più di mezzo secolo dalla fondazione dei primi impianti, è divenuta il centro mondiale dei più grandi investimenti tecnologici in grado poi nel nuovo secolo di cambiare le abitudini di tutti. Mutamenti che hanno segnato ogni settore della quotidianità, dal lavoro alla vita privata. Basta fare alcuni esempi che non hanno bisogno di alcuna presentazione per rendere chiaro il concetto: Google, Apple, IBM, Microsoft, Yahoo e Facebook. La loro nascita è legata alle aziende che si sono sviluppate nella Valle del silicio e che qui hanno impiantato i propri stabilimenti.
Una circostanza che ha cambiato per sempre l’idea stessa di “Valley”, intesa adesso come “incubatrice” di aziende dedite alla tecnologia. Lungo tutta la regione ci sono numerose città le cui aziende si dedicano all’innovazione, alla ricerca e hanno dato un impatto decisivo nell’economia del territorio. Sono le stesse aziende “Big Tech” a promuovere investimenti con ricadute sul territorio. Città poco conosciute fino a pochi anni fa, oggi di fatto sono le nuove capitali della tecnologia. Su tutte spiccano Montain View, sede di Google, Cupertino, sede di Apple, così come Palo Alto, lì dove sono impiantati da anni gli uffici principali di Facebook.
Il “miracolo” di Seattle
Tre sfere di cristallo poste davanti a un grattacelo sulla settima strada, non lontano dallo Space Needle, la torre simbolo della metropoli: a Seattle si presenta così la sede principale di Amazon, l’azienda di riferimento mondiale delle vendite online, settore esploso negli ultimi anni ed ulteriormente rafforzatosi con la pandemia. La presenza in città degli uffici del colosso fondato da Jeff Bezos rappresentano l’importanza di Seattle nella rivoluzione tecnologica degli ultimi decenni. A poca distanza dal centro di questa città situata nella punta più settentrionale dello Stato di Washington, sorge Redmond: qui, già dalla prima metà degli anni ’90, sono situati gli uffici centrali della Microsoft, principale protagonista della svolta informatica di fine ‘900.
È stato proprio l’approdo della multinazionale guidata da Bill Gates a trasformare l’economia di Seattle. Prima le fortune del territorio erano legate a un altro settore, quello dell’industria aerea. Qui infatti c’erano i principali stabilimenti della Boeing, ma la crisi del settore avuta soprattutto dopo i fatti dell’11 settembre 2001 hanno sancito l’addio dell’azienda a quest’area metropolitana. Microsoft però nel frattempo aveva già sviluppato il suo polo informatico. Non è un caso che Bezos, nativo del Nuovo Messico, abbia scelto di installare qui nel 1999 la sua nuova società. Altre grandi aziende del settore negli anni 2000 lo hanno seguito, contribuendo al consolidamento di Seattle come una delle capitali tecnologiche. Oggi, quando nel mondo si vogliono scoprire nuovi passi e nuove scelte sull’orientamento economico e digitale futuro, lo sguardo viene rivolto con sempre maggiore interesse proprio verso Seattle.
Le nuove capitali del nuovo secolo
E sta proprio in questo punto una delle novità più importanti apportate dalla rivoluzione tecnologica degli ultimi decenni. Per capire dove e come va il mondo, lo sguardo non viene più proiettato verso il cuore del potere politico bensì verso i grandi distretti tecnologici. Le scelte in grado di incidere maggiormente sulla nostra quotidianità vengono prese proprio qui, tra la Silicon Valley e Seattle. Due territori non a caso divenuti riferimento anche culturale, nel bene e nel male, di questo primo scorcio di 21esimo secolo. Non si tratta solo di città in grado di attrarre imprenditori e lavoratori all’interno delle più importanti aziende tecnologiche, ma anche di zone capaci di influenzare culturalmente gli Stati Uniti e buona parte del mondo occidentale.
Seattle ad esempio negli anni ’90 è stata la capitale dei nuovi generi musicali affacciatisi sulla scena internazionale tra la fine del vecchio secolo e l’inizio del nuovo. Il grunge, rappresentato dai Nirvana, è nato nei locali del centro di Seattle sempre più affollati di produttori e agenti pronti a lanciare nuove sonorità nel panorama musicale internazionale. E proprio qui, nel 1999, si è tenuta la riunione dell’Organizzazione Mondiale del Commercio divenuta nota per gli scontri a margine dell’evento. Da quelle manifestazioni hanno preso poi piede i movimenti denominati “No Global”, diffusi da allora in poi in diversi Paesi occidentali. In poche parole, l’importanza assunta dalla rivoluzione tecnologica partita da questi territori, ha fatto sviluppare alla Silicon Valley ed a Seattle un Soft Power “a sé stante”, indipendente dalle agende politiche statunitensi.
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