LE NUOVE MANOVRE DI STELLANTIS METTONO A RISCHIO IL LAVORO IN ITALIA?

mag 21, 2021 0 comments


Di Michele Crudelini

Che fine ha fatto FCA? L’azienda che un tempo era conosciuta con il nome FIAT ha infatti stravolto non solo il nome, ma anche la sua identità. Da gennaio 2021 FCA è diventata infatti Stellantis, a seguito della fusione con il gruppo francese PSA. E adesso di italiano in questa storica azienda è rimasto davvero ben poco.

Una multinazionale come tante altre

Ora è una società italo francese con sede legale in Olanda e sede fiscale a Londra. Paesi dove il fisco è molto più accomodante rispetto ad Italia e Francia che dovranno così fare a meno delle cospicue entrate fiscali che deriverebbero da questo colosso automobilistico.

E anche l’identità manageriale sembra allontanarsi sempre di più dal Paese che ha dato i natali all’azienda. Stellantis ha infatti da poco nominato i 120 dirigenti a cui saranno date le chiavi del futuro della multinazionale.

Di questi solo 12 saranno italiani, il doppio invece saranno di nazionalità francese, a rimarcare lo sbilanciamento verso Parigi di questa nuova entità automobilistica. E quando si muta la propria identità, trasformando un’azienda di interesse nazionale in una multinazionale senza radici, cambiano di conseguenza anche le priorità di investimento.

E il primo colpo arriverà sulle catene di concessionarie.

Piccole concessionarie a rischio

Con una comunicazione improvvisa Stellantis ha infatti annunciato la risoluzione di tutti i contratti in essere con la sua attuale rete di concessionari, punti assistenza e officine in Italia. La parola d’ordine del gruppo è ora riorganizzazione.

Che nel gergo aziendale è il modo gentile per annunciare imminenti piani di tagli alle spese. In questo caso a rimetterci potrebbero essere proprio i piccoli gestori dei punti vendita perché l’obiettivo di Stellantis è quello di creare un modello di distribuzione multimarca da lanciare entro il 2023.

Cosa significa? In sostanza verranno creati dei grandi centri di distribuzione dove potranno essere accolte tutte le tipologie di macchine prodotte dal gruppo. La riorganizzazione dei concessionari potrebbero però non essere l’unico prezzo da pagare per i dipendenti esterni e interni di Stellantis.

Secondo Stellantis il costo del lavoro italiano è troppo alto

L’amministratore delegato del gruppo, il portoghese Carlos Tavares, si è espresso in maniera abbastanza esplicita sui lavoratori della filiera italiana, sostenendo come i costi del lavoro nel Belpaese siano decisamente troppo più alti rispetto alla Francia e ad altri Paesi.

Dichiarazioni che hanno messo in allarme alcuni storici stabilimenti produttivi in Italia.

Come quello di Mirafiori Torino, dove continua la cassa integrazione senza che ci siano prospettive per una sua conclusione. A proposito è intervenuta anche la sindaca di Torino Chiara Appendino appellandosi al Governo perché la città sia “tutelata dal punto di vista dell’occupazione e come punto di riferimento mondiale del settore auto”.

Non migliore fortuna sembra avere lo stabilimento lucano di Melfi, dove alcuni lavoratori riportano strani movimenti da parte dei responsabili che sembrano preludere a prossimi smantellamenti.

Di certo se questo accadesse non sarebbe il giusto riconoscimento di quest’azienda nei confronti del suo Paese natale, dopo i 6 miliardi di prestiti ricevuti garantiti proprio dallo Stato italiano, sommati agli oltre 7 miliardi di contributi pubblici ottenuti nel tempo.

FONTE: https://www.byoblu.com/2021/05/21/le-nuove-manovre-di-stellantis-mettono-a-rischio-il-lavoro-in-italia/

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