Proseguono i raid israeliani contro la Striscia e il lancio di razzi da parte di Hamas e Jihad islamica. È dal 2014 che non si registrava un numero così alto di attacchi contro l’enclave.
I due gruppi attivi a Gaza hanno intimato diverse volte a Israele di interrompere gli attacchi contro la Striscia e di ritirare i soldati dalla Spianata delle Moschee, presa d’assalto dalle forze dell’ordine nei giorni scorsi. I razzi lanciati dalla Striscia hanno colpito principalmente Ahsdod e Ashkelon, ma la sera dell’11 maggio gli attacchi sono stati diretti contro Tel Aviv in risposta al bombardamento degli edifici della Striscia e al crollo di una palazzina di tredici piani.
Sale intanto il bilancio di vittime e feriti: la Mezzaluna rossa parla di più di mille feriti palestinesi, mentre i dati del ministro della Sanità di Gaza riferiscono della morte di almeno 53 persone, tra cui 13 bambini e una donna incinta, a seguito dei raid. Tra le forze dell’ordine israeliane si contano una ventina di feriti. A causa dei razzi contro Israele hanno perso la vita un soldato e sei cittadini israeliani, di cui un bambino di 6 anni, mentre almeno altri 60 sono rimasti feriti.
Prove per il cessate il fuoco
L’Onu intanto sta cercando di mediare tra le parti, ma i media israeliani hanno fatto sapere che Israele avrebbe rifiutato la richiesta di cessate il fuoco avanzata da Hamas. Come spiegato del ministro della Difesa Benny Gantz, l’obiettivo “è di colpire duramente Hamas”. Parole condivise anche dal premier Benjamin Netanyahu, che ha affermato che Hamas e Jihad pagheranno caro gli attacchi contro lo Stato ebraico.
Mercoledì Hamas ha nuovamente fatto sapere tramite la Russia di essere pronto a interrompere le ostilità se Israele farà lo stesso. Il Movimento ha anche chiesto alla comunità internazionale di intervenire per evitare che gli agenti israeliano usino ancora la forza per disperdere i fedeli ad al-Aqsa.
Tensione ancora alta
La tensione è ancora alta, soprattutto nelle aree al confine con la Striscia, ma nuove proteste sono scoppiate anche in diverse città israeliane a maggioranza araba. La situazione più grave si è registrata a Lod, dove è stato dichiarato lo stato di emergenza e chiesto l’intervento dell’esercito dopo l’incendio di alcune sinagoghe. In città è stato imposto il coprifuoco, ma gli scontri tra le due comunità sono continuati. “Tutto il lavoro che abbiamo fatto per anni [sulla coesistenza tra arabi ed ebrei] è andato in fumo”, ha affermato il sindaco Yair Revivo.
L’esercito continua invece ad ammassarsi lungo il confine con Gaza. Martedì il ministro della Difesa Gantz ha autorizzato il richiamo in servizio di 5 mila riservisti nell’ambito dell’operazione “Guardiano delle mura”, dopo che il premier Benjamin Netanyahu aveva riunito i vertici della sicurezza nel suo ufficio a Tel Aviv. Per il capo di stato maggiore Aviv Kochavi l’Idf è pronto per una campagna estesa e di lunga durata. Obiettivo di Israele è indebolire Hamas e Jihad ed eliminarne i quadri più importanti, prima di valutare l’implementazione del cessate il fuoco. “Abbiamo eliminato alti comandanti di Hamas, ma è solo l’inizio”, ha dichiarato il premier. Tra questi vi è anche il comandante del Movimento per Gaza City.
Sempre nella Striscia, l’ennesimo raid israeliano ha distrutto l’edificio che ospitava i media della Striscia. È il terzo palazzo raso al suolo nel giro di due giorni.
La risposta degli Usa
In serata il ministro della Difesa americano, Lloyd Austin, ha avuto un colloquio telefonico col collega israeliano Benny Gantz per esprimere il sostegno del Pentagono al diritto legittimo di Israele di difendersi e ha condannato con forza il lancio di razzi da parte di Hamas. Austin ha poi ribadito l’importanza che tutte le parti coinvolte agiscano per ristabilire la calma. Gli Usa hanno anche bloccato per la seconda volta la stesura di un comunicato stampa a seguito della riunione del Consiglio di Sicurezza.
Il Segretario di Stato, Antony Blinken, ha annunciato l’invio di un diplomatico americano in Medio Oriente per cercare di trovare una soluzione all’escalation degli ultimi giorni. “Quando vediamo vittime civili in particolare bambini che perdono la vita, questo ha un impatto e credo che Israele abbia un onere in più nel fare tutto quello che può per evitare vittime civili, anche nel suo diritto a difendersi”, ha dichiarato Blinken.
FONTE E ARTICOLO COMPLETO: https://it.insideover.com/politica/cosa-sta-succedendo-a-gerusalemme.html
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