Come scritto nell’esordio della Carta dell'UNESCO del 1945, è nelle menti degli uomini che devono essere costruite le difese di pace perché l'ampia diffusione della cultura e l'educazione dell'umanità alla giustizia e la libertà e la pace sono indispensabili alla dignità dell'uomo e costituiscono un sacro dovere che tutte le nazioni devono adempiere in uno spirito di mutua assistenza e sollecitudine.
Questo sacro dovere all’educazione costituisce fondamento delle società più inclusive e sostenibili pertanto deve essere accessibile a tutti gli esseri umani così come riconosciuto dall’art. 26 della Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo, secondo cui l’istruzione deve essere indirizzata al pieno sviluppo della personalità umana ed al rafforzamento del rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali, a promuovere la comprensione, la tolleranza, l'amicizia fra tutte le Nazioni, i gruppi razziali e religiosi, e deve favorire l'opera delle Nazioni Unite per il mantenimento della pace.
L’educazione di qualità, equa ed inclusiva è stata individuata dall’Onu come una chiave di sviluppo sostenibile. Secondo il target 4.7 dell’Agenda 2030, infatti, bisogna assicurarsi che entro il 2030 tutti gli studenti “acquisiscano la conoscenza e le competenze necessarie a promuovere lo sviluppo sostenibile, anche tramite un educazione volta ad uno sviluppo e uno stile di vita sostenibile, ai diritti umani, alla parità di genere, alla promozione di una cultura pacifica e non violenta, alla cittadinanza globale e alla valorizzazione delle diversità culturali e del contributo della cultura allo sviluppo sostenibile”.
C’è ancora molto da fare.
Secondo i dati diffusi dall’Unesco nel 2019, 258 milioni di bambini e giovani non frequentano ancora la scuola; 617 milioni di bambini e adolescenti non sanno leggere e fare matematica di base; meno del 40% delle ragazze nell'Africa subsahariana completa la scuola secondaria inferiore e circa quattro milioni di bambini e giovani rifugiati non vanno a scuola.
Inoltre, a causa delle restrizioni necessarie per il contenimento della diffusione del coronavirus e la chiusura delle scuole, durante il 2020 l'apprendimento ha subito un importante rallentamento.
Durante il lockdown la scuola non ha mai chiuso. Già all’indomani del primo lockdown, si è attivato un meccanismo di resilienza della didattica che ha retto ad un’accelerazione digitale straordinaria.
Tuttavia l’efficienza della didattica a distanza non è stata del tutto ottimale a causa di condizioni personali, economiche o territoriali che hanno impedito a molti alunni di accedere all’istruzione.
In questi giorni gli studenti italiani stanno progressivamente tornando in classe e vivono l’entusiasmo dell’incontro come un momento di apprezzamento della socialità, tanto agognata durante l’isolamento, e dell’apprendimento diretto in presenza.
In occasione della giornata, il CNDDU invita tutti i docenti a voler condividere le loro esperienze di educazione alla pace ed allo sviluppo sostenibile per favorire le relazioni pacifiche tra pari e la soluzione dei conflitti con atteggiamenti di nonviolenza attiva; propone altresì la produzione di fumetti o vignette in cui gli studenti possano rappresentare le emozioni che caratterizzano il conflitto e quelle che invece si provano di fronte alla soluzione che risolve il conflitto, affinché il confronto prima-dopo possa costituire spunto di riflessione ed affinare la più potente arma di pace: il pensiero.
Docenti e genitori, invero, condividono una grande responsabilità, quella di educare i giovani ossia aiutarli a tirar fuori e mettere in atto le buone inclinazioni dell’animo umano che già possiedono per diventare consapevoli attivisti per i diritti umani, per la pace e per lo sviluppo sostenibile.
Per la giornata lanciamo l’hashtag “istruzione via di salvezza” volendo condividere il messaggio di individuare dell’istruzione a tutti i livelli la via per realizzare una società fatta da relazioni sane tra gli uomini e con la natura. #istruzioneviadisalvezza
Prof. Veronica Radici
CNDDU
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