Il Coordinamento Nazionale dei Docenti della disciplina dei Diritti Umani in occasione del trentunesimo
anniversario della Strage del bar Sayonara di Ponticelli in cui persero la vita 6 persone, 4 di queste
totalmente estranee alla camorra, intende ricordare quella tragica giornata che ha segnato per sempre la vita
dei cittadini napoletani.
La sera dell’11 novembre del 1989, alle ore 18:30, 8 uomini a bordo di tre auto irruppero davanti al bar
Sayonara e, armati di fucili a canna mozza e sotto l’effetto di stupefacenti, spararono all’impazzata dentro e
fuori il bar. I killer, vestiti con tute da meccanico, appena scesero dalle auto si coprirono il volto con un
passamontagna e uccisero 2 uomini della banda rivale e 4 passanti, Gaetano De Cicco, Domenico
Guarracino, Salvatore Benaglia e Gaetano di Nocera, vittime innocenti e totalmente estranee ai fatti di
camorra. Rimasero, inoltre, ferite diverse persone, tra queste anche una bambina, curata in casa, di nascosto,
per omertà.
I sicari non conoscevano i volti della loro missione di morte. Avevano solo un obiettivo: uccidere due uomini
della banda rivale che erano lì, al bar Sayonara. E così, in mezzo alla folla di un tiepido sabato sera, nel più
popoloso quartiere della periferia napoletana, insanguinarono ancora una volta i marciapiedi della città
usando mitragliette, pistole e fucili.
Dopo quell’infernale pioggia di proiettili, i corpi rimasero molto tempo per terra, a pochi metri l’uno
dall’altro. La scena era un copione drammatico già letto: oltre 200 persone furono i morti in quell’anno nella
guerra fra le bande dell’area napoletana.
E di guerra di bande si trattò anche stavolta. La banda del boss Ciro Sarno, ‘o piccirillo, e gli uomini di
Andrea Andreotti, ‘o cappott, si facevano guerra per il controllo di droga, racket delle estorsioni, appalti e
lotto clandestino.
La causa della guerra, anche stavolta, fu il controllo del vastissimo ventaglio delle attività illegali.
Ventiquattro anni dopo la Strage di San Martino 11 persone sono state condannate all’ergastolo e 6 sono
diventate collaboratori di giustizia.
Nel 2016, dopo 27 anni, è arrivata la sentenza della Corte di Cassazione per la Strage di Ponticelli: fine pena
mai per il boss Ciro Sarno e per altri 10 uomini della sua banda.
La storia degli innocenti caduti nella Strage di Ponticelli è ricordata nel Dizionario enciclopedico delle Mafie
in Italia. Inoltre, dal 2010 a Ponticelli viene organizzata una marcia anticamorra in ricordo delle vittime
innocenti della strage. Fondamentale è il supporto delle scuole, di Libera Campania e del Coordinamento
Campano dei familiari delle vittime innocenti di criminalità. Nel 2015 nel luogo della strage è stata istallata
la Stele della Memoria delle vittime innocenti.
Il CNDDU vuole condividere con il mondo della scuola il ricordo della strage di Ponticelli, che provocò
sofferenze profondissime fra i cittadini napoletani, affinché quella notte non venga dimenticata.
La strage del bar Sayonara deve rimanere nella memoria di tutti perché solo lavorando sulla memoria storica
possiamo costruire un futuro più giusto basato sulla legalità. Legalità che per troppo tempo è mancata in
molte zone del Nostro Paese, lasciando spazio al proliferare dell’illegalità.
Sempre più numerose sono le scuole che sono impegnate in progetti di vasto respiro che hanno come
tematica la Legalità. E sempre più numerosi sono i colleghi docenti che portano avanti, pur tra i numerosi
impegni quotidiani, percorsi didattici e iniziative per orientare i nostri giovani al bene supremo della
Giustizia.
Rivolgiamo, quindi, come sempre il nostro invito ai colleghi della scuola italiana affinché ci sia sempre
quello spazio importante, tra un impegno e l’altro, tra una lezione e l’altra, per dar voce alle vittime innocenti
delle criminalità organizzate e accendere nei ragazzi il desiderio di Giustizia e Legalità.
Prof.ssa Rosa Manco
CNDDU
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