La giornata è stata istituita nel 1994 e
commemora la sottoscrizione delle Raccomandazioni dell’UNESCO sullo
status di insegnante, la principale struttura di riferimento per i diritti
e le responsabilità dei docenti che è finalizzata alla promozione del
miglioramento della condizione dei docenti nel mondo. L’obiettivo della
giornata è quello di suscitare riflessioni sulle sfide che affrontano
quotidianamente i docenti e sulle difficili condizioni di lavoro a cui spesso
sono sottoposti. Questo giorno, infatti, è anche l’occasione per fare il punto
sui risultati raggiunti in materia di istruzione e formazione.
Purtroppo, non tutti e non sempre, all’interno
della società, riescono a comprendere fino in fondo lo straordinario lavoro dei
docenti che troppo spesso sono delegittimati della funzione dell’insegnante.
Non tutti e non sempre riescono a cogliere quelle che sono le priorità e le
urgenze di chi insegna e spende la sua vita
occupandosi della formazione dei ragazzi. I docenti, infatti, si
interrogano quotidianamente intorno al senso da assegnare all’educazione dei
giovani, alle modalità processuali attraverso cui si apprende, ma anche a
quelle attraverso cui si insegna. Ma soprattutto i docenti, giorno per giorno,
promuovono e costruiscono con i loro studenti i valori del dialogo, della
tolleranza, del rispetto e della solidarietà, che sono le basi del vivere
democratico e che permettono di garantire che i bisogni delle future
generazioni continuino ad essere soddisfatte.
In una società distratta e a volte lontana dai
verdissimi e complicati anni dei giovani, i docenti possono rappresentare
davvero quella meravigliosa bussola delle emozioni che orienta al giusto e al
bene. Oggi più che mai i ragazzi hanno
bisogno dei loro maestri, hanno bisogno di imparare a guardare la luna,
perché spesso, là fuori, c’è un mondo miope che addestra a non andare
oltre il dito che la indica. I ragazzi hanno bisogno della figura autorevole,
protettiva e presente dei loro insegnanti che mai chiuderanno le porte della
scuola, dell’aula e del loro cuore, se è vero che amano il mestiere che hanno
scelto di fare.
All’alba di questo nuovo giorno, di questo
ritorno alla normalità tanto atteso e temuto, gli studenti hanno bisogno di noi
per imparare a crescere, a conoscersi e soprattutto a riconoscersi nei compagni
e nella scuola che è fatta di loro e senza di loro non ha ragione di esistere.
Nel diluvio di informazioni che ci insidiano e
che ci opprimono, c’è bisogno di coloro che dipanino dubbi e svelino ragionamenti fallaci, che ispirino ai
saperi, che conducano ai valori più importanti della vita. In questa deriva
culturale e umana, che non nuoce solo al singolo, ma all’intera comunità, i
docenti devono poter ritornare ad essere i protagonisti dei saperi, devono
veder riconosciuto il loro ruolo culturale ed educativo. Bisogna riaccendere i
riflettori quanto prima sugli insegnanti, perché la ripresa dell’intera società
comincia dagli insegnanti, che sono i precettori e i custodi delle nuove
generazioni.
Papa Giovanni XXIII disse: “Non consultarti
con le tue paure, ma con le tue speranze e i tuoi sogni”. Il mondo dei
giovani è costellato da piccole e grandi paure, paure che talvolta per i
ragazzi diventano montagne insormontabili. E qual è quel posto al mondo dove si
possono accendere speranze e coltivare sogni in modo naturale e potentissimo,
se non la scuola dove si concentra il più bell’esempio di umanità?
Il CNDDU tiene a cuore la scuola e i suoi
docenti. Tutti i docenti. Ecco perché vive il 5 ottobre come un momento
speciale che permette di unire le forze educative di tutto il pianeta per
raccontare con orgoglio chi siamo e quanto facciamo per i nostri studenti che
sono i figli di tutti. I docenti vanno amati di più e vanno tutelati dalla comunità da chi ci governa.
Nessuno può conoscere il disagio, l’impotenza
e la sofferenza di noi docenti in queste prime settimane del nuovo anno
scolastico. Dobbiamo tenere i nostri studenti a distanza da noi. Noi che
abbiamo sempre insegnato la vicinanza e predicato la bellezza del contatto
umano, ci troviamo ad insegnare ora le stesse cose stando distanti da loro,
per il bene di tutti, consapevoli di amarli un po’ di più nel momento in cui
stiamo a due metri dalle loro facce
belle, buffe, felici, pensierose. E allora le proviamo tutte per convincerli
che uno sguardo complice ha la stessa potenza emotiva di una pacca su una
spalla, di un biscotto offerto, di un fazzoletto che asciuga una lacrima, di un
pizzichino al mento, di una mano che ti passa una matita o il caffè.
E la mattina siamo lì, profumati di
igienizzante, mascherati e innamorati del nostro lavoro, pronti a migliorare il
mondo insieme a loro, pronti a togliere le loro paure, dopo un lockdown che
come il lupo cattivo delle favole li ha spaventati tanto, e pronti a fare i
conti con le nostre paure, quelle dei grandi che spesso si chiamano “Lavoro
precario”, “Concorso alle porte”, “Attesa di trasferimento da Nord a Sud e viceversa”.
Il CNDDU augura a tutti i colleghi docenti
della scuola italiana di ogni ordine e grado un futuro più stabile e sereno. Il
compito del Coordinamento è quello di proteggere, tutelare, dar voce e
ricordare tutti coloro che meritano un posto al sole. Questa volta ci
facciamo un piccolo spazio noi, sotto ai caldi raggi del sole che certamente
meritiamo, perché “ciò che l’insegnante è, è più importante di ciò che
insegna”.
L’Hashtag della giornata è #CAROMAESTRO.
Buon proseguimento cari colleghi. E buona meritata
festa!
Prof.ssa
Rosa Manco
CNDDU
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