settimanale del ISS, secondo il quale si registra a scuola il 3,5% di tutti i nuovi focolai, chiede che vengano
monitorati negli studi futuri, per avere un dato più completo i casi di contagio verificatisi a scuola da parte di
soggetti asintomatici rivelatisi successivamente infetti e veicolo di contagio per gli altri.
Gli studi scientifici, come abbiamo già ribadito in diverse occasioni, hanno ampliamente evidenziato che
adolescenti e preadolescenti portatori di coronavirus sono spesso asintomatici. La London School of HygieneTropical Medicine (GB) ha sviluppato un modello basato sull'età, con dati demografici provenienti da 32
località in sei Paesi - Cina, Italia, Giappone, Singapore, Canada e Corea del Sud - e dati da sei studi
pubblicati sui tassi di infezione stimati e sulla gravità dei sintomi in diverse fasce d'età: tra i 10 e 19 anni solo
il 21% degli infetti presenta sintomi clinici (https://www.lshtm.ac.uk/newsevents/news/2020/how-does-age-relate-covid-19-rates-and-symptom-severity). In altri termini, su dieci alunni infetti solo due presenterebbero
i sintomi.
Il paragone tra la settimana del 5-11 ottobre e la settimana del 12-18 ottobre può essere attendibile se: il
focolaio ha le stesse dimensioni numeriche; si tiene presente che il 15 ottobre la Regione Campania con
un’ordinanza ha chiuso le scuole; l’incremento delle scuole chiuse in via precauzionale dai sindaci è lo
stesso.
D’altronde nella stima dei valori, molte variabili sono ancora aleatorie, e per tal motivo, viste la situazione
critica della sanità pubblica italiana e le carenze strutturali dei trasporti pubblici, forse si dovrebbe essere più
cauti e meno trionfalistici.
In un articolo al Corriere della Sera il fisico Roberto Battiston, ex presidente dell’Agenzia spaziale italiana,
sostiene dopo aver attentamente analizzato i dati che l’aumento incontrollabile del numero dei contagiati
Covid in Italia è ascrivibile ad un’unica causa che avrebbe messo in moto 8 milioni di persone con una fitta
rete di contatti sociali: l’apertura a pieno regime della scuola il 24 settembre; afferma inoltre: “dal primo
ottobre l’epidemia ha ripreso a salire velocissima raddoppiando ogni circa 7 giorni, superando, il 23 ottobre,
170.000 infetti: tra una settimana potremmo superare i 300.000, tra due settimane potrebbero salire a più di
600.000, numeri assolutamente insostenibili.” (https://www.corriere.it/cronache/20_ottobre_24/scuola-covid-
didattica-distanza-4c05d84c-155f-11eb-b371-ea3047c1855f.shtml)
Alla luce di tali considerazioni corredate da dati incontestabili e visti i dati pubblicati oggi dalla Protezione
civili (19.644 nuovi casi (+501 rispetto al 23 ottobre), 151 morti (+61 morti rispetto al 23 ottobre)), sembra
sempre più ragionevole essere in forte apprensione pensando ai rischi delle attività didattiche in presenza
permanendo le condizioni attuali di scarsa tutela per tutto il comparto scuola.
prof. Romano Pesavento
presidente CNDDU
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