Intervista di Salvatore Santoru ai creatori di Al-Kee
1- Recentemente avete costituito la Al-Kee music e video
management. Com'è nata l'idea di tale iniziativa musicale e cinematografica e,
inoltre, quali sono state le principali motivazioni che vi hanno spinto
all'ideazione e alla costruzione di tale progetto artistico ?
Felice Monda: Riguardo me, da tempo promuovo band ed artisti
emergenti. Da 4 anni più o meno. Non ho mai dato un nome a questa attività e il
tutto risultava a mio nome. Da un po’ di tempo è nata l’esigenza di dare un
“nome” a tutto quello che facevo. Ultimamente ho dato una mano,
promozionalmente parlando, ad Antonio che sta portando avanti il progetto
Antgul, progetto di minimal techno. Antonio ha visto le mie potenzialità: è rimasto
letteralmente stupito dai tanti miei contatti e dal mio modo di lavorare
veloce, competente, efficiente. E’ lui che mi ha spinto a fare di più. Mi ha
lanciato tanti input. E da un giorno all’altro si è scatenato il “putiferio”
nel mio cervello. Da quel putiferio è nato il progetto AL-Kee nella sua
struttura, organizzazione e finalità, tutto concordato tra noi due. Sono in
tanti i collaboratori sia dalla parte mia che dalla parte di Antonio, un hub di
persone dedite a far crescere il progetto Al-Kee.
Antonio Gullo: Cominciando la produzione di musica
elettronica è nata anche l’esigenza di darle un sigillo, un nome e un simbolo
che racchiudesse il senso di quei toni e frequenze. Essendo affascinato da un
mondo e da una spiritualità indigena e nativa coltivata anche per l’amore per
mia moglie Jehnean Washington, lei stessa discendente delle tribù Yuchi,
Seminole, Shoshone, ho scelto quella parola “tribù“(Al-Kee vuol dire “tribù” in
lingua seminole) per racchiudere appunto il senso di una collettività con lo
stesso fine, arte e creazione e che poi grazie a Felice ed altri collaboratori
(tra cui Ivano Cannamela e Bruno Bruni entrambi graphic designers e web master)
la tribù sta diventando sempre più estesa e prolifera. Essendo poi io
film-maker ed ingegnere del suono per distribuzione teatrale abbiamo incluso i
servizi cinematografici e televisivi di cui mi sono sempre occupato.
2- La Al-Kee lavora con artisti di diverso genere musicale e
provenienza artistica. Ritenete la trasversalità un elemento fondamentale del
vostro progetto e, al contempo, giudicate una maggiore 'intersezione artistica'
auspicabile e fondamentale ?
Felice Monda: Trasversalità e pluralismo sono caratteri del
nostro mondo postmoderno. Le vecchie ideologie sono cadute e al loro posto imperano
verità molteplici che si sostituiscono di continuo, in un eterno presente. In
questo mondo, secondo me, è naturale aderire alla trasversalità e al
pluralismo. E in questo discorso l’intersezione artistica è inevitabile.
Antonio Gullo: Assolutamente, la trasversalità è un elemento
fondamentale di un processo creativo. E’ la differenza di stili e il mescolarsi
di questi che da originalità e spessore ad un messaggio. L’originalità è un
elemento che ho sempre cercato nei miei prodotti insieme alla multifunzionalità
delle diverse tecniche e progressioni, quindi sono onorato che altri artisti in
Italia di altri generi stanno parallelamente seguendo il loro magnifico
percorso con Al-Kee.
3- Quali sono le vostre principali influenze musicali,
cinematografiche o comunque artistiche a tutto tondo ?
Felice Monda: L’arte mi influenza nei suoi tanti generi. Per
quanto riguarda la musica vado a “momenti”. Ora mi sta “prendendo” assai sia il metal che l’elettronica. Per il metal sono tanto attratto da diverse band
dell’est Europa o russe: Infected Rain, Fallcie, Jinjer etc. Per l’elettronica
qualche mese fa ho conosciuto Giorgia Angiuli, artista electro italiana che
considero un genio, capace di suonare con qualsiasi cosa….
Antonio Gullo: Sono molte e varie a secondo del tempo in cui
mi trovo. Ho sempre seguito il rock d’autore e il metal, snobbato per anni la
musica elettronica considerandola di basso spessore, per poi rendermi conto di
quanto un certo tipo di rock non è più possibile o è diventato la copia continua
di se stesso e che l’elettronica invece può essere un modo infinito di
comunicare emozioni sempre rinnovabile e rigenerante, nelle sue infinite
sfaccettature. L’elettronica, specie qui in America, dove è usata in maniera
più ponderante e anche spirituale può trascinarti in mondi di evoluta
concezione personale e addirittura redimerti dai tuoi peccati e contrastare le
tue paure, per cinema e altro uguale, vengo dai classici ma sono orientato al
futurismo...
4- Come ritenete l'attuale stato della musica e delle
etichette indipendenti, sia a livello nazionale che internazionale ?
Felice Monda: Dato che sono in Italia preferirei parlare
della situazione italiana. Il mainstream da tempo detta legge come è “naturale”
che sia nel mondo odierno. Propone i suoi prodotti tra trap, musica
latineggiante, pop e musica leggera italiana. Le etichette indipendenti
dovrebbero porsi in contrapposizione a tutto questo: invece, quelle più grandi,
si sono “istituzionalizzate” e piegate al mainstream. Nonostante questa situazione
ci sono diverse realtà “veramente indipendenti” che propongono prodotti
controcorrente. Secondo me, nel nostro circuito underground, queste realtà veramente indipendenti dovrebbero destare il
nostro interesse.
Antonio Gullo: Ottimo che esistano realtà che danno spazio a
progetti più nascosti, indie o anche invisibili alle major. L’arte è infinita e
infinite sono le vie di diffusione, ma in un mondo dove il MainStream soffoca
le realtà indie è bene che ci sia invece chi le supporta e le fa gridare al mondo,
soprattutto quando questo mainstream per l’80 % offre la stessa roba over and
over di bassa caratura artistica.
5- Ritenete esistano e/o possano esistere dei punti
d'incontro tra l'arte l'indipendente e l'informazione/contro-informazione
libera e indipendente e, più in generale, tra modelli e forme culturali
tendenti alla ricerca di cambiamenti strutturali (sociali o di altro tipo) ?
Felice Monda: Secondo me contro-informazione e musica
indipendente dovrebbero andare a braccetto come ai tempi delle posse(99posse,
Bisca, Assalti frontali etc.)...niente di più semplice…
Antonio Gullo: E’ quello che si prova a fare, i tempi delle
ribellioni non ci sono più e tutti di ogni età ormai si sono rilassati e non
combattono più. L’avvento del digitale ha anche digitalizzato le menti di
tutti, così che non si scende più in piazza per far valere i diritti ma si
digita per promuovere informazione e usufruirne. Solo un “radicale” tenore di
vita può salvarti da tutto questo, come la fuga nei deserti in città reali senza
nessuna valuta e di radical self reliance.
6- A proposito di cambiamento, giudicate attualmente
possibile l'immersione di nuovi 'cambi di paradigma' all'interno del
'mainstream' e su ciò quanto valutate fondamentali i new media ?
Antonio Gullo: Il main stream non può essere cambiato anzi
penso che può solo essere più restrittivo ancora e definito nelle sue regole di
mercato. Questi non toglie che comunque esistono altre realtà ben definite che
sono anche superiori e radicate proprio perché non sono alla conoscenza di
tutti. Bisogna solo studiare e ricercare: c’è un mondo la fuori che non è alla
portata di tutti ma è forse anche più intenso e vitale del main stream. La
gente limitata segue il main stream, la gente evoluta e ricercatrice va con il
resto del panorama...
Felice Monda: Parlo per la musica. Non credo per niente ad
un cambio di paradigma all’interno del mainstream. La musica veramente
indipendente nasce spesso dal basso: spesso con pochi mezzi e pochi soldi. Al
massimo può influenzare solo minimamente il mainstream che per sua naturale
disposizione deve comunque proporre prodotti pop. Dopo tutto la musica, come il
cinema o la moda sono “industrie” che devono rispondere alle esigenze di
mercato.
7- Ricollegandoci parzialmente alla seconda domanda,
considerate un limite una certa eccessiva chiusura di determinate realtà non
mainstream e valutate controproducente la competizione tra sottoculture e la
ricerca di un "pseudopurismo "alternativo" ad ogni costo ?
Felice Monda: Un prodotto indipendente può anche avere
appeal. Perché non dovrebbe averlo? Le chiusure mentali e lo “pseudopurismo”
secondo me vanno messi da parte. Per quanto riguarda le sottoculture invece della
competizione forse è meglio cercare delle intersezioni fra loro…
Antonio Gullo: Sono proprio queste tipo di domande o
allusioni che creano discontinuità e mono-tonalita ad un processo creativo ed
informativo. C’è un mondo la fuori, molti non sanno
neanche che può esistere qualcosa di diverso da quello che loro conoscono:
basta catalogazioni e classicismi, tutto esiste e tutto può coesistere. Basta avere la sensibilità di scoprirlo e avere
un po’ di palle per seguirlo. Collegate questo messaggio ad una visione
artistica completa nei sui multipurismi( dovreste andare a Black Rock city, ma
forse meglio così, vogliamo preservare anche quel luogo, non è per tutti e non
deve esserlo) quindi in sintesi sottocultura e comunque cultura, la
competizione fa parte del gioco...
8- Come avete vissuto il periodo legato al lockdown e, oltre
a ciò, quali progetti e traguardi futuri vi aspettate di raggiungere con la
Al-Kee ?
Felice Monda: Il lockdown per me, a differenza di altri, è
stato molto produttivo dato che il mio lavoro con o senza lockdown si svolge in
modalità smart-working. Di certo è stato un periodo super-stressante sotto
tanti punti di vista. Meno male che è passato e spero non ritorni. Il
“traguardo” con la T maiuscola da raggiungere con Al-Kee è lo stesso che cerco
di raggiungere con System failure, webzine di musica indipendente di cui sono
caporedattore, tramite le band/artisti che proponiamo, la nostra “selezione”.
Quale è? Contribuire con la nostra opera a favorire un processo: ossia quello
di riportare la musica indipendente italiana ai fasti del passato. Musica
indipendente italiana del passato che si caratterizzava per cattiveria sonora,
per un discorso controcorrente e per tante altre cose….Per me che sono
cresciuto con 99posse, Subsonica dei primi tempi, Narcolexia, CCCP/CSI,
24grana, Lyricalz, Neffa dei primi tempi, Marlene Kuntz, Litfiba, Verdena e
Afterhours(anche queste ultime di qualche decennio fa) e tanta altra roba….per
me è difficile vivere ai tempi di oggi...musicalmente parlando. Quindi, cosa
succede? Finisco sempre per ascoltare musica proveniente dall’estero. Ripeto,
come già detto sopra, ci sono band ed artisti interessanti legati o no ad
etichette veramente indipendenti. Però sono davvero pochi…fatico a trovarli…
Antonio Gullo: Il lockdown è un modo per capire chi siamo.
Io metà della mia vita sono stato chiuso a montare film, non mi ha cambiato,
anzi mi ha dato la forza per rinnovarmi e per intraprendere un nuovo percorso.
Per molti sarà stato solo un modo per peggiorasi o piangersi addosso o
addirittura una scusa efficace dei propri fallimenti. Per la maggioranza non ne
siamo usciti migliori questo è certo, ma onore invece a chi lo ha usato per
evolversi. Per il futuro di Al-Kee si aspetta il futuro: noi siamo pronti a
rispondere alle esigenze degli artisti, abbiamo studiato tutta la vita per
questo e siamo fieri di supportare chi come noi crede in un messaggio di
unificazione totale e non classificabile e quindi grazie a questi artisti per
le loro opere e per la loro forza condivisa con noi.
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