Intervista ai fondatori di Al-kee music e video management

set 4, 2020 0 comments

Intervista di Salvatore Santoru ai creatori di Al-Kee

1- Recentemente avete costituito la Al-Kee music e video management. Com'è nata l'idea di tale iniziativa musicale e cinematografica e, inoltre, quali sono state le principali motivazioni che vi hanno spinto all'ideazione e alla costruzione di tale progetto artistico ?

Felice Monda: Riguardo me, da tempo promuovo band ed artisti emergenti. Da 4 anni più o meno. Non ho mai dato un nome a questa attività e il tutto risultava a mio nome. Da un po’ di tempo è nata l’esigenza di dare un “nome” a tutto quello che facevo. Ultimamente ho dato una mano, promozionalmente parlando, ad Antonio che sta portando avanti il progetto Antgul, progetto di minimal techno. Antonio ha visto le mie potenzialità: è rimasto letteralmente stupito dai tanti miei contatti e dal mio modo di lavorare veloce, competente, efficiente. E’ lui che mi ha spinto a fare di più. Mi ha lanciato tanti input. E da un giorno all’altro si è scatenato il “putiferio” nel mio cervello. Da quel putiferio è nato il progetto AL-Kee nella sua struttura, organizzazione e finalità, tutto concordato tra noi due. Sono in tanti i collaboratori sia dalla parte mia che dalla parte di Antonio, un hub di persone dedite a far crescere il progetto Al-Kee.

Antonio Gullo: Cominciando la produzione di musica elettronica è nata anche l’esigenza di darle un sigillo, un nome e un simbolo che racchiudesse il senso di quei toni e frequenze. Essendo affascinato da un mondo e da una spiritualità indigena e nativa coltivata anche per l’amore per mia moglie Jehnean Washington, lei stessa discendente delle tribù Yuchi, Seminole, Shoshone, ho scelto quella parola “tribù“(Al-Kee vuol dire “tribù” in lingua seminole) per racchiudere appunto il senso di una collettività con lo stesso fine, arte e creazione e che poi grazie a Felice ed altri collaboratori (tra cui Ivano Cannamela e Bruno Bruni entrambi graphic designers e web master) la tribù sta diventando sempre più estesa e prolifera. Essendo poi io film-maker ed ingegnere del suono per distribuzione teatrale abbiamo incluso i servizi cinematografici e televisivi di cui mi sono sempre occupato.

2- La Al-Kee lavora con artisti di diverso genere musicale e provenienza artistica. Ritenete la trasversalità un elemento fondamentale del vostro progetto e, al contempo, giudicate una maggiore 'intersezione artistica' auspicabile e fondamentale ?

Felice Monda: Trasversalità e pluralismo sono caratteri del nostro mondo postmoderno. Le vecchie ideologie sono cadute e al loro posto imperano verità molteplici che si sostituiscono di continuo, in un eterno presente. In questo mondo, secondo me, è naturale aderire alla trasversalità e al pluralismo. E in questo discorso l’intersezione artistica è inevitabile.

Antonio Gullo: Assolutamente, la trasversalità è un elemento fondamentale di un processo creativo. E’ la differenza di stili e il mescolarsi di questi che da originalità e spessore ad un messaggio. L’originalità è un elemento che ho sempre cercato nei miei prodotti insieme alla multifunzionalità delle diverse tecniche e progressioni, quindi sono onorato che altri artisti in Italia di altri generi stanno parallelamente seguendo il loro magnifico percorso con Al-Kee.

3- Quali sono le vostre principali influenze musicali, cinematografiche o comunque artistiche a tutto tondo ?

Felice Monda: L’arte mi influenza nei suoi tanti generi. Per quanto riguarda la musica vado a “momenti”. Ora mi sta “prendendo” assai sia il metal che l’elettronica. Per il metal sono tanto attratto da diverse band dell’est Europa o russe: Infected Rain, Fallcie, Jinjer etc. Per l’elettronica qualche mese fa ho conosciuto Giorgia Angiuli, artista electro italiana che considero un genio, capace di suonare con qualsiasi cosa….

Antonio Gullo: Sono molte e varie a secondo del tempo in cui mi trovo. Ho sempre seguito il rock d’autore e il metal, snobbato per anni la musica elettronica considerandola di basso spessore, per poi rendermi conto di quanto un certo tipo di rock non è più possibile o è diventato la copia continua di se stesso e che l’elettronica invece può essere un modo infinito di comunicare emozioni sempre rinnovabile e rigenerante, nelle sue infinite sfaccettature. L’elettronica, specie qui in America, dove è usata in maniera più ponderante e anche spirituale può trascinarti in mondi di evoluta concezione personale e addirittura redimerti dai tuoi peccati e contrastare le tue paure, per cinema e altro uguale, vengo dai classici ma sono orientato al futurismo...

4- Come ritenete l'attuale stato della musica e delle etichette indipendenti, sia a livello nazionale che internazionale ?

Felice Monda: Dato che sono in Italia preferirei parlare della situazione italiana. Il mainstream da tempo detta legge come è “naturale” che sia nel mondo odierno. Propone i suoi prodotti tra trap, musica latineggiante, pop e musica leggera italiana. Le etichette indipendenti dovrebbero porsi in contrapposizione a tutto questo: invece, quelle più grandi, si sono “istituzionalizzate” e piegate al mainstream. Nonostante questa situazione ci sono diverse realtà “veramente indipendenti” che propongono prodotti controcorrente. Secondo me, nel nostro circuito underground, queste realtà  veramente indipendenti dovrebbero destare il nostro interesse.

Antonio Gullo: Ottimo che esistano realtà che danno spazio a progetti più nascosti, indie o anche invisibili alle major. L’arte è infinita e infinite sono le vie di diffusione, ma in un mondo dove il MainStream soffoca le realtà indie è bene che ci sia invece chi le supporta e le fa gridare al mondo, soprattutto quando questo mainstream per l’80 % offre la stessa roba over and over di bassa caratura artistica.

5- Ritenete esistano e/o possano esistere dei punti d'incontro tra l'arte l'indipendente e l'informazione/contro-informazione libera e indipendente e, più in generale, tra modelli e forme culturali tendenti alla ricerca di cambiamenti strutturali (sociali o di altro tipo) ?

Felice Monda: Secondo me contro-informazione e musica indipendente dovrebbero andare a braccetto come ai tempi delle posse(99posse, Bisca, Assalti frontali etc.)...niente di più semplice…

Antonio Gullo: E’ quello che si prova a fare, i tempi delle ribellioni non ci sono più e tutti di ogni età ormai si sono rilassati e non combattono più. L’avvento del digitale ha anche digitalizzato le menti di tutti, così che non si scende più in piazza per far valere i diritti ma si digita per promuovere informazione e usufruirne. Solo un “radicale” tenore di vita può salvarti da tutto questo, come la fuga nei deserti in città reali senza nessuna valuta e di radical self reliance.

6- A proposito di cambiamento, giudicate attualmente possibile l'immersione di nuovi 'cambi di paradigma' all'interno del 'mainstream' e su ciò quanto valutate fondamentali i new media ?

Antonio Gullo: Il main stream non può essere cambiato anzi penso che può solo essere più restrittivo ancora e definito nelle sue regole di mercato. Questi non toglie che comunque esistono altre realtà ben definite che sono anche superiori e radicate proprio perché non sono alla conoscenza di tutti. Bisogna solo studiare e ricercare: c’è un mondo la fuori che non è alla portata di tutti ma è forse anche più intenso e vitale del main stream. La gente limitata segue il main stream, la gente evoluta e ricercatrice va con il resto del panorama...

Felice Monda: Parlo per la musica. Non credo per niente ad un cambio di paradigma all’interno del mainstream. La musica veramente indipendente nasce spesso dal basso: spesso con pochi mezzi e pochi soldi. Al massimo può influenzare solo minimamente il mainstream che per sua naturale disposizione deve comunque proporre prodotti pop. Dopo tutto la musica, come il cinema o la moda sono “industrie” che devono rispondere alle esigenze di mercato.

7- Ricollegandoci parzialmente alla seconda domanda, considerate un limite una certa eccessiva chiusura di determinate realtà non mainstream e valutate controproducente la competizione tra sottoculture e la ricerca di un "pseudopurismo "alternativo" ad ogni costo ?

Felice Monda: Un prodotto indipendente può anche avere appeal. Perché non dovrebbe averlo? Le chiusure mentali e lo “pseudopurismo” secondo me vanno messi da parte. Per quanto riguarda le sottoculture invece della competizione forse è meglio cercare delle intersezioni fra loro…

Antonio Gullo: Sono proprio queste tipo di domande o allusioni che creano discontinuità e mono-tonalita ad un processo creativo ed informativo. C’è un mondo la fuori, molti non sanno neanche che può esistere qualcosa di diverso da quello che loro conoscono: basta catalogazioni e classicismi, tutto esiste e tutto può coesistere. Basta avere la sensibilità di scoprirlo e avere un po’ di palle per seguirlo. Collegate questo messaggio ad una visione artistica completa nei sui multipurismi( dovreste andare a Black Rock city, ma forse meglio così, vogliamo preservare anche quel luogo, non è per tutti e non deve esserlo) quindi in sintesi sottocultura e comunque cultura, la competizione fa parte del gioco...

8- Come avete vissuto il periodo legato al lockdown e, oltre a ciò, quali progetti e traguardi futuri vi aspettate di raggiungere con la Al-Kee ?

Felice Monda: Il lockdown per me, a differenza di altri, è stato molto produttivo dato che il mio lavoro con o senza lockdown si svolge in modalità smart-working. Di certo è stato un periodo super-stressante sotto tanti punti di vista. Meno male che è passato e spero non ritorni. Il “traguardo” con la T maiuscola da raggiungere con Al-Kee è lo stesso che cerco di raggiungere con System failure, webzine di musica indipendente di cui sono caporedattore, tramite le band/artisti che proponiamo, la nostra “selezione”. Quale è? Contribuire con la nostra opera a favorire un processo: ossia quello di riportare la musica indipendente italiana ai fasti del passato. Musica indipendente italiana del passato che si caratterizzava per cattiveria sonora, per un discorso controcorrente e per tante altre cose….Per me che sono cresciuto con 99posse, Subsonica dei primi tempi, Narcolexia, CCCP/CSI, 24grana, Lyricalz, Neffa dei primi tempi, Marlene Kuntz, Litfiba, Verdena e Afterhours(anche queste ultime di qualche decennio fa) e tanta altra roba….per me è difficile vivere ai tempi di oggi...musicalmente parlando. Quindi, cosa succede? Finisco sempre per ascoltare musica proveniente dall’estero. Ripeto, come già detto sopra, ci sono band ed artisti interessanti legati o no ad etichette veramente indipendenti. Però sono davvero pochi…fatico a trovarli…

Antonio Gullo: Il lockdown è un modo per capire chi siamo. Io metà della mia vita sono stato chiuso a montare film, non mi ha cambiato, anzi mi ha dato la forza per rinnovarmi e per intraprendere un nuovo percorso. Per molti sarà stato solo un modo per peggiorasi o piangersi addosso o addirittura una scusa efficace dei propri fallimenti. Per la maggioranza non ne siamo usciti migliori questo è certo, ma onore invece a chi lo ha usato per evolversi. Per il futuro di Al-Kee si aspetta il futuro: noi siamo pronti a rispondere alle esigenze degli artisti, abbiamo studiato tutta la vita per questo e siamo fieri di supportare chi come noi crede in un messaggio di unificazione totale e non classificabile e quindi grazie a questi artisti per le loro opere e per la loro forza condivisa con noi.

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