giornalista Mauro De Mauro, ucciso dalla Mafia il 16 settembre 1970 a Palermo.
Profondo conoscitore delle attività mafiose e della struttura di Cosa Nostra, si occupò di tanti casi tra cui
l’incidente aereo di Enrico Mattei. La sua attività giornalistica condotta attraverso la ricostruzione
puntigliosa dei fatti e la valutazione “scientifica” delle cause, delle conseguenze e delle fonti relative alle
piste seguite, effettuata attraverso i verbali delle autorità competenti, lo portarono a seguire un percorso
pericoloso e rischioso; infatti come afferma il collaboratore di giustizia Tommaso Buscetta ... De Mauro era
un cadavere che camminava. Cosa nostra era stata costretta a perdonare il giornalista perché la sua morte
avrebbe destato troppi sospetti, ma alla prima occasione utile avrebbe pagato anche per quello scoop. La
sentenza di morte era solo stata temporaneamente sospesa".
Scomparve, probabilmente rapito, una sera in cui stava rientrando a casa. Nemmeno il cadavere venne mai
rinvenuto.
Ho uno scoop che farà tremare l’Italia (Mauro de Mauro). Una simile affermazione non passo inosservata
decretandone la condanna a morte.
Il CNDDU invita i docenti dell’area umanistica – giuridica – economica a proporre una riflessione agli
studenti sul profondo valore del giornalismo d’inchiesta e sull’importanza del ruolo di chi, spesso mettendo
in serio pericolo la propria incolumità, sceglie di informare la collettività su verità scomode. La criminalità
prospera nel silenzio, collude e si ramifica nel territorio. I giornalisti rivelano aspetti occulti ed eversivi, il
cui segreto tutela la parte oscura e insana della società. Individuare i principali giornalisti e tracciarne un
profilo dello stile investigativo – operativo potrebbe costituire un’attività trasversale inspirata dai grandi temi
della legalità.
“Un conto era scrivere mentre accadevano le stragi, un altro è scrivere ora. E facile ai nostri giorni prendere
in giro un mafioso su RAI Uno, perché o è in carcere o è morto. Ma dovremo convincerci che il mafioso
continua ad esistere, oltre che come attore economico, come atteggiamento e come mentalità. Ed è su questo
che dobbiamo e possiamo batterlo, con i nostri spettacoli”. (cit. Pif sta in Mafie e informazione di Marcelle
Padovani)
Prof. Romano Pesavento
Presidente CNDDU
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