Il Coordinamento Nazionale dei Docenti della disciplina
dei Diritti Umani, in occasione dell’anniversario della nascita di Giovanni
Verga, 2 settembre 1840, intende ricordarne l’importanza per la modernità delle
tecniche narrative e l’attualità di alcune tematiche proposte afferenti alla
tutela della persona.
Quasi tutti avranno avuto modo di leggere
durante il proprio percorso scolastico la novella “Rosso Malpelo”, sulla cui
valenza estetico-letterario non è compito nostro soffermarci, che costituisce invece
un documento prezioso e realistico, uno spaccato di vita brutale e disumano, delle
condizioni delle classi subalterne soprattutto nella fascia di età più esposta
perché più vulnerabile: l’infanzia.
L’abuso si esplicita non solo attraverso la
violenza fisica diretta nei confronti del minore, ma anche attraverso una serie
di privazioni: il bimbo povero non ha diritto a studiare, giocare, agli
affetti, al futuro e nemmeno a veder riconosciute le più basilari necessità
(alimentazione e alloggio adeguati). Conosce solo la fatica e lo sfruttamento
che lo segneranno nel corpo e nello spirito fino a farlo diventare un bruto, un
essere sprovvisto di un pensiero autonomo, buono per essere spremuto come un
limone dai ceti dominanti e poi gettato via. Per molti bambini è ancora così;
basti ricordare Zohra, uccisa dal “proprio padrone” all’età di 8 anni. La
bambina pakistana non aveva commesso nessun crimine se non quello di aver dato
la libertà ad alcuni pappagalli chiusi in una gabbia.
La povertà ha sempre avuto conseguenze
devastanti sulla popolazione minorile; la debolezza economica che si sta
manifestando in tutto il mondo in seguito alla pandemia sta ulteriormente
aggravando le condizioni delle fasce di lavoratori più vulnerabili. Le vittime
di tale situazione sono proprio giovani e giovanissimi. A commento del Secondo
rapporto “COVID-19 and child labour: A time of crisis, a time to act” il
direttore generale dell'ILO Guy Ryder così dichiarava «Mentre la pandemia crea
grande scompiglio nei redditi familiari, molti adulti rimasti senza sostegno,
potrebbero ricorrere al lavoro dei figli per sopravvivere».
Leggere la novella “Rosso Malpelo” può
divenire occasione di riflessione trasversale, multidisciplinare, in quanto
connessa all’educazione civica e punto di partenza per percorsi tematici
condotti in sinergia con il consiglio di classe in vista degli esami di stato
(scuole medie e superiori).
Leggere “Rosso Malpelo” potrebbe aiutare a
comprendere quale privilegio sia l’istruzione e quanto sia ingiusto che tante
giovani menti ne siano private; piccoli serbatoi di luce che potrebbero, se
potessero avere accesso alle scuole, cambiare la realtà in meglio.
Leggere “Rosso Malpelo” dovrebbe indignarci e
spingere a chiedere alle Organizzazioni mondiali una maggiore vigilanza circa
la violazione dei diritti dell’infanzia e un più significativo finanziamento
nelle campagne a sostegno dei fanciulli bisognosi nel mondo.
Il CNDDU propone la costituzione di una rete
con le scuole del contingente estero italiano per avviare un monitoraggio sul
fenomeno e il relativo andamento anche al di là dei confini nazionali.
“Con l'aumento della povertà, la chiusura
delle scuole e la diminuzione della disponibilità di servizi sociali, un numero
maggiore di bambini viene spinto verso il mondo del lavoro. Nel re-immaginare
il mondo post-COVID, dobbiamo assicurarci che i bambini e le loro famiglie
abbiano gli strumenti necessari per affrontare tempeste simili in futuro.
Un'istruzione di qualità, servizi di
protezione sociale e migliori opportunità economiche possono cambiare le carte
in tavola.” (Henrietta Fore, direttore esecutivo dell'UNICEF)
Prof.
Romano Pesavento
Presidente
CNDDU
Commenti
Posta un commento
Partecipa alla discussione