Il Coordinamento Nazionale dei Docenti della Disciplina dei Diritti Umani ricorda la figura del
poeta Bertold Brecht, scomparso 64 anni fa (14 agosto 1956). La delicatezza, l’incisività, la
denuncia, l’immediatezza erano le caratteristiche più salienti dell’arte di Brecht. I suoi versi
viaggiavano tra squarci lirici di “resistenza” e la crudeltà della quotidianità brutalizzata dalla
bestialità umana. In modo referenziale eppure elegiaco l’intellettuale ricostruisce il rapporto
dialetticamente tragico tra l’uomo e i suoi simili, tra la vita e la morte.
Lo stile di Brecht è molto attuale; gli ideali ai quali inneggia (la pace, la giustizia sociale,
l’uguaglianza tra gli uomini, la solidarietà) rimangono obiettivi e valori da perseguire ed insegnare
ai giovani “Nessuno o tutti – o tutto o niente. Non si può salvarsi da sé.” (Nessuno o tutti)
“Su in campo, contro i grandi ladri, ora, / e tutti quanti schiantateli e subito. / Vien da loro la tenebra
e l’inverno, / per loro è questa valle sempre in pianto.” (Nuovo coro finale dell’Opera da tre soldi)
Chi viene abbattuto, si alzi! / Chi è perduto, combatta! / Chi ha conosciuta la sua condizione, come
lo si potrà fermare? / Perché i vinti di oggi sono i vincitori di domani / e il mai diventa: oggi!”
(Lode della dialettica)
Leggere Brecht oggi è un po’ come analizzare l’uomo nelle sue pulsioni, da quelle più nobili a
quelle più esecrabili; in fin dei conti la lunga evoluzione dell’essere umano si è da sempre
accompagnata alla scoperta di un principio semplice e necessario: non può essere concesso tutto a
pochi o a uno solo.
Brecht serve proprio a questo.
IL CNDDU propone di dedicare maggiore spazio nella scuola italiana ad autori come quello in
questione, che si prestano egregiamente all’elaborazione di percorsi pluridisciplinari e alla
veicolazione di messaggi umanitari e civili di forte impatto.
prof. Romano Pesavento
Presidente CNDDU
Commenti
Posta un commento
Partecipa alla discussione