Commemorazione Strage di Reggio Emilia 2020- COMUNICATO CNDDU

lug 8, 2020 0 comments


Il Coordinamento nazionale docenti della disciplina dei diritti umani vuole commemorare le vittime della
Strage di Reggio Emilia (7 luglio 1960) in cui persero la vita cinque operai reggiani (Lauro Farioli, 22 anni;
Ovidio Franchi, 19 anni; Marino Serri, 41 anni; Afro Tondelli, 36 anni; Emilio Reverberi, 39 anni). 

Gli
operai partecipavano ad una manifestazione pacifica per rivendicazioni salariali, statuto dei lavoratori, tutela
della sicurezza, quando il Corpo delle Guardie di Pubblica Sicurezza, seguendo gli ordini, sparò sulla folla.
Tanti gli articoli, i libri scritti sugli eventi e le manifestazioni di protesta di quei giorni; Gianmarco Calore,
sul sito Polizianellastoria, nel suo articolo “La rivolta di Genova, gli scontri di Porta San Paolo, la strage di
Reggio Emilia (1960)”, ci fornisce un’analisi dettagliata degli avvenimenti e degli umori che
contraddistinsero i tragici eventi. Nessuno ha pagato per la strage. L’art. 20 della DUDU afferma che “Ogni
individuo ha diritto alla libertà di riunione e di associazione pacifica” condividendo quanto previsto dall’art.
17 della Cost. “I cittadini hanno diritto di riunirsi pacificamente e senz'armi”. Certo gli anni Sessanta /
Settanta furono difficili, ricordiamo le rivolte dei giovani nell'autunno caldo per la nostra Repubblica,
ma proprio da tale complessità sono nate tante iniziative che portarono al miglioramento dei diritti dei
lavoratori, come la legge 20 maggio 1970, n. 300, nota come Statuto dei lavoratori. Oggi abbiamo il compito
di tramandare agli studenti nelle aule scolastiche le conquiste acquisite grazie al sangue versato da chi
reclamava pacificamente diritti che dovrebbero essere inalienabili.

Il CNDDU ritiene fondamentale in tale giornata riflettere sulla condizione della forza lavoro nel nostro Paese
e nel mondo; purtroppo si assiste sempre più a un’erosione silenziosa ma inesorabile delle prerogative
raggiunte con tanta tenacia nel corso del tempo: sfruttamento, caporalato, lavoro nero e minorile sono ferite
tuttora aperte nella società civile. 

Attraverso l’insegnamento dell’Educazione civica la scuola si prefigge di
insegnare ai giovani un concetto molto semplice eppure ambizioso, ma determinante per il loro futuro da
cittadini: non sfruttare e non essere sfruttati.

Prof. Romano Pesavento
Presidente CNDDU

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