Di Federico Giuliani
I Giochi Militari di Wuhan sono improvvisamente diventati un giallo di caratura internazionale. Nessuno, fin qui, aveva dato credito all’ipotesi della diffusione del Covid-19 all’interno delle delegazioni di atleti inviati nella capitale dello Hubei. Negli ultimi giorni sono tuttavia emerse numerose testimonianze che costringono ad accendere i riflettori sulla rassegna iridata svoltasi nella Città Azzurra dal 18 al 27 ottobre 2019.
Sportivi giovani e nel vigore delle loro forze, sia durante il soggiorno a Wuhan che al rientro nei rispettivi Paesi, hanno accusato sintomi riconducibili a quelli provocati dal Covid-19, tra cui tosse, problemi respiratori e febbre alta. Non ci sono ancora evidenze scientifiche capaci di avvalorare o smentire la pista dei Giochi Militari, anche perché l’evento è andato in scena sette mesi fa e gli atleti, anche quelli che hanno raccontato di essere stati male, adesso non hanno più alcun problema fisico.
Come se non bastasse, in autunno nessuno aveva la minima idea di cose fosse il Covid-19. Questo significa che, anche ipotizzando un contagio degli sportivi di Wuhan, in quel periodo e in assenza di minacce ufficiali, i medici non avevano alcun particolare protocollo sanitario da seguire, oltre alla semplice visita. È per questo che molti degli atleti che oggi hanno parlato non possono ufficialmente collegare i problemi che avevano avuto a ottobre al nuovo coronavirus. Per fugare ogni dubbio bisogna attendere l’esito dei test sierologici a cui potrebbero essersi sottoposti alcuni dei protagonisti della vicenda.
Febbri anomale a metà ottobre
Ad esempio, solo un test accurato può dirci con certezza cosa ha avuto Matteo Tagliarol, l’atleta olimpionico di spada che ha preso parte alla spedizione azzurra di Wuhan assieme alla delegazione italiana, formata da quasi 200 persone. Il ragazzo, 37 anni, di Treviso, ha raccontato alcuni dettagli riferiti ai Giochi Militari di Wuhan che lasciano il beneficio del dubbio: ”Quando siamo arrivati a Wuhan, quasi tutti ci siamo ammalati. In tanti hanno avuto febbre. In infermeria non c’erano più nemmeno le aspirine, tutto finito, tanta era stata la richiesta di medicinali”. Chiaramente Tagliarol non sa se le sue condizioni di salute erano dovute a un’influenza più forte del solito oppure al Covid-19. Certo è che una volta che lo sportivo rientra a casa si ammalano anche il figlioletto e la compagna.
L’altra testimonianza arriva dalla Francia. La pentatleta Elodie Clouvel ha raccontato di esser sicura di aver già contratto il coronavirus in occasione dei Giochi Militari di Wuhan. ”Ho avuto problemi mai avuti prima”, ha ricordato Clouvel, originaria di Saint-Priest-en-Jarez, comune situato nel dipartimento della Loira della regione Alvernia-Rodano-Alpi. Nella sua testimonianza la ragazza ha anche parlato del compagno, Valentin Belaud, altro pentatleta ammalatosi nella trasferta cinese e originario di Le Chesnay, regione dell’Île-de-France.
La possibile connessione con i Giochi Militari di Wuhan
Per il momento le autorità militari dei vari Paesi non hanno rilasciato commenti sulle testimonianze degli atleti, tranne la Francia e la Svezia. Parigi, in merito all’intervista rilasciata da Clouvel, ha sottolineato come la delegazione transalpina, durante i Giochi di Wuhan, abbia beneficiato di un monitoraggio medico, sia prima che durante la manifestazione. Il ministero della Difesa francese, scrive Il Corriere della Sera, ha negato eventuali positività tra gli atleti (”non ci risultano”) e imposto alla stessa Clouvel di non esprimersi più pubblicamente sul tema. La Svezia, invece, avrebbe certificato giovedì scorso due casi di coronavirus tra i suoi atleti, anche se non si conoscono ulteriori dettagli.
Certo, in assenza di dettagli decisivi è impossibile avere certezze assolute. Al momento possiamo solo fare un blando collegamento tra la città di origine degli atleti che hanno raccontato la loro storia e la situazione epidemiologica di quei centri urbani dallo scoppio dell’emergenza. Per quanto riguarda Tagliarol, l’atleta è originario di Treviso e in effetti il Veneto è stata una delle regioni più colpite d’Italia; anche le regioni di provenienza dei francesi Clouvel e Belaud, ovvero Alvernia-Rodano-Alpi e Île-de-France, sono diventate zone rosse fin da subito.
Il punto è che ai Giochi Militari di Wuhan hanno partecipato oltre 10mila atleti provenienti da 140 Paesi. Dunque, nel caso in cui si appurasse che il virus fosse in circolazione in quei giorni, l’evento sportivo citato potrebbe davvero aver svolto il ruolo di moltiplicatore dell’epidemia su scala globale. Ma, ripetiamo, al momento si possono soltanto fare ipotesi sulle informazioni disponibili.
Commenti
Posta un commento
Partecipa alla discussione