Di Andrea Massardo
Nonostante gli Stati Uniti siano il Paese con il più alto numero di contagi e di vittime al Mondo a causa del Covid-19, non tutta la popolazione è a favore delle misure restrittive imposte dai governi locali, preferendo una graduale riapertura in linea con l’auspicio del presidente Donald Trump. Nella giornata di sabato sono state infatti registrate manifestazioni in favore dello sblocco negli Stati del New Hampshire, Texas e Maryland, dove le persone (tra le duecento e le quattrocentocinquanta, secondo i dati forniti da Le Monde) hanno protestato dalle proprie autovetture: rispettando il distanziamento imposto dalle leggi in vigore.
Il vero volto degli States
Sebbene i numeri non siano stati ingenti, il fatto è attribuibile alle restrizioni che ancora in questo momento provocano difficoltà negli spostamenti, nonché paura nelle sanzioni che potrebbero arrivare. Il fatto stesso però che, nonostante l’isolamento, un numero così alto di persone si sia radunato per manifestare contro i governi al motto di “si muore anche di povertà” è significativo per analizzare le vere preoccupazioni del popolo americano.
In linea con quella che è la Storia del Paese degli ultimi 250 anni, la vera volontà del popolo americano è quella di non farsi abbattere dagli accadimenti del breve periodo, volgendo invece lo sguardo ad un futuro quanto mai incerto. In questo scenario, le attenzioni degli americani, più che ai drammi sanitari, vengono infatti riservate per le conseguenze che un prolungato lockdown avrà sull’economia del Paese; mentre le prime stime parlano già di oltre 22 milioni di nuovi disoccupati. E a causa della situazione stazionaria di piena occupazione raggiunta soltanto qualche mese fa, il dato ha iniziato a pesare eccessivamente anche sull’opinione pubblica americana – in aggiunta alle tasche stesse degli statunitensi.
Infine, con lo sviluppo della pandemia avvenuto principalmente lungo le coste del Paese – risparmiando invece gli Stati centrali – il malumore verso la serrata è incrementato proprio in quei territori che sono già considerati fedelissimi all’attuale presidente. E con il crollo occupazionale, anche gli Stati bagnati dal lago Michigan potrebbero ben presto rivelarsi la sua ennesima roccaforte, dopo il “tradimento” ad Hillary Clinton alle presidenziali del 2016.
Trump è accusato di fomentare le rivolte
A causa delle sue ultime uscite pubbliche nelle quali ha sottolineato la sua speranza di una ripartenza veloce e di un’uscita dal lockdown soprattutto degli Stati a trazione democratica, il presidente è stato accusato di aver incentivato le rivolte popolari di queste ultime ore. benché infatti non ci sia diretto collegamento tra la sua persona e gli organizzatori delle proteste, la sua semplice posizione sarebbe considerata sufficiente ad aver riacceso le volontà americane di uscire dal confinamento preventivo per combattere la pandemia di coronavirus.
In un certo senso, non trovare un collegamento tra le volontà di Trump di forzare la mano proprio in quegli Stati più fedeli al Partito democratico che hanno imposto un regime più ferreo è complicato. Ciò soprattutto in previsione delle future elezioni di novembre, dove aver provocato una rottura più netta tra il popolo e i suoi governanti – considerati gli estremi equilibri della situazione – potrebbe essere la discriminante che lo riconfermerebbe alla Casa Bianca. Ed anche i dati delle preferenze, in fondo, sono stati sin dall’inizio dell’epidemia dalla sua parte: avvalorando l’idea che tra la serrata e l’apertura il popolo statunitense propenda principalmente per la seconda.
FONTE: https://it.insideover.com/politica/americani-contro-il-lockdown-la-voce-dello-zoccolo-duro-repubblicano.html
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