Di Niccolò Di Francesco
Il Coronavirus si sarebbe diffuso a settembre e non a Wuhan, ma bensì nel sud della Cina: lo rivela un nuovo studio britannico, che potrebbe aprire scenari clamorosi sulla storia dell’epidemia di Covid-19. La ricerca, effettuata dal genetista Peter Forster dell’Università di Cambridge e pubblicata dalla rivista scientifica Proceedings of the National Academy of Sciences, non è stata ancora certificata dalla comunità scientifica e si basa sull’isolamento di 160 ceppi del virus, che, a parere degli scienziati che vi hanno lavorato, sarebbe anche mutato in tre varianti.
Intervistato dal South China Morning Post, Forster ha affermato che “La diffusione del virus è partita più verosimilmente nel sud della Cina e non a Wuhan, ma le prove possono arrivare soltanto dall’analisi di ulteriori pipistrelli. Il virus potrebbe essere mutato nella sua forma finale mesi fa, ma è rimasto all’interno di un pipistrello o di un altro animale o addirittura degli uomini per diversi mesi senza infettare altre persone”. Lo studio, dunque, fissa la data dell’inizio dell’epidemia tra il 13 settembre e il 7 dicembre. Ma le sorprese non sono finite qui. Secondo lo studio, infatti, in circolazione vi sarebbero 3 ceppi del virus, catalogati come A, B e C. I ricercatori sono convinti che il ceppo B, quello che si è diffuso Wuhan, sarebbe diverso da un altro ceppo, catalogato come A, che sarebbe stato isolato a Guangdong, a circa 500 chilometri dalla capitale della Hubei. Quello che si è diffuso in Europa, il virus C, sarebbe invece un derivato del ceppo B.
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