Il “virus della verità”: il parere di Edward Luttwak sulla gestione dell'emergenza Coronavirus

mar 9, 2020 0 comments

Intervista di Verdiana Garau a Edward Luttwak per OSSERVATORIO GLOBALIZZAZIONE.

VERDIANA GARAU: Professore, nell’ultima settimana i dati sempre più allarmanti sul rischio contagio e l’eventuale rischio pandemia hanno fatto il giro del mondo. Intanto l’OMS ha lanciato il preallarme. Tra dieci giorni potrebbe essere decretata ufficialmente la pandemia globale. Ogni paese sta affrontando il problema impiegando le proprie risorse e le differenze e i risultati da paese a paese sono evidenti.
Cosa ne pensa Edward Luttwak del coronavirus?
EDWARD LUTTWAK: Il virus è il virus della verità. Arriva in un paese e svela il paese per quello che è. Dove il virus ha raggiunto una certa popolazione ad essere messe in evidenza sono state le criticità di quel paese. In Cina, il partito comunista cinese, quando è partito l’allarme, ha fatto preparare 40.000 merende nonostante i dottori dicessero che il rischio contagio era forte. Ma il partito ha preferito zittire i medici e distribuire queste merende. Subito dopo Xi Jinping ha predisposto la chiusura immediata di Wuhan, ma si è verificato invece il fuggi fuggi. Ben 500.000 persone sono scappate dalla città disperdendosi nelle province e mettendo a rischio l’intero paese. In Cina la dittatura non aiuta. Questo ha svelato il virus. Che la dittatura in Cina è stupida, come tutte le dittature.
In Iran invece molti pellegrini si sono recati verso la città di Qom, dove c’è la moschea di Jamkaran, per venerare il pozzo considerato da molti credenti  “il pozzo delle richieste”, che si creda possa riportare la giustizia nel mondo.  La gente si è riunita e gli imam si sono rifiutati di chiudere il pozzo nonostante l’allarme del coronavirus. Considerano l’acqua di quel pozzo miracolosa e quindi hanno detto che nessuno avrebbe potuto contrarre il virus in un luogo sacro come quello. Con il risultato che molti imam vicini a Khamenei si sono ammalati e lo stesso il viceministro della salute.
È accaduto poi in Europa, che i cinesi che facevano ritorno verso Prato o comunque in Italia, dopo il 16 gennaio, hanno tenuto nascosto quello che stava accadendo in Cina.
Poi il cittadino tedesco, che asintomatico è stato lasciato libero di circolare.  Il paziente sarà quello economico e l’Italia si trova già a zero.
Il virus è il virus della verità, ha svelato ciò che il paese è realmente. In Italia sembra che i politici invece di governare abbiano altre priorità, come quelle di formare e riformare partiti, oppure come il ministro dei trasporti che dovrebbe immediatamente far ripartire i cantieri e non ammette che vengano sottoscritti i contratti necessari se non quelli con le società come il gruppo Salini, bloccando lo schema per dare la priorità a certi gruppi di affari soltanto per tenerli in vita. Sono così venute a galla le debolezze, di ognuno.
VERDIANA GARAU: Ma in Cina non esistono sistemi di controllo che grazie alla tecnologia riescono a monitorare gli spostamenti di ogni singola persona? I biglietti dei treni sono nominativi, all’ingresso di stazioni ed aeroporti è obbligatorio il riconoscimento facciale…come è potuto accadere questo esodo incontrollato dalla città di Wuhan e la fuga di tutte queste persone verso le province?
EDWARD LUTTWAK: Xi Jinping ha la tendenza a credere che rinchiudere la gente come ha fatto con gli Uiguri nei campi sia sufficiente. La tecnologia c’è, ma non funziona bene, non è dappertutto e non si può fare affidamento soltanto su quella. Inoltre i cinesi sono abituati a nascondersi, hanno fatto di necessità virtù data la dittatura che subiscono da lungo tempo e riescono ad eludere ormai i sistemi di controllo. Poi molti sono fuggiti con macchine private e le strade non sono state bloccate. Le zone metropolitane come quelle di Wuhan sono enormi. E non si tratta solo di Wuhan. C’è Hangzhou ad esempio, da cui Shanghai dista soltanto 200km. In quella provincia come nell’area dello Zhejiang ci sono zone totalmente rurali e bucoliche dove la tecnologia non è arrivata. In quelle aree l’epidemia è fortissima. La dittatura non funziona. Pensiamo a Mussolini, che trasformò il sistema amministrativo inquadrando le masse esclusivamente nelle organizzazioni di partito. Pensiamo a Breznev e cosa ha comportato la sua ottusità per la Russia, cooptando nella nomenklatura soltanto i suoi fedelissimi generando altro che corruzione.
VERDIANA GARAU: Il rischio di non affrontare il problema in modo unanime e in modo sincronizzato, con tutte queste differenze tra la Cina e i paesi più democratici, può costituire un rischio maggiore di diffusione del virus. Serve una governance globale per gestire il problema?
EDWARD LUTTWAK: La governance globale già c’è. È quella delle informazioni. Il CDC of China (Central Disease Control) comunica con lo stato americano in modo corretto, le direttive e le informazioni sono trasparenti e comunicate a tutti nel mondo nello stesso modo. Il problema è che i cinesi non riportano le notizie in Cina e la Cina non le recepisce come dovrebbe per diffonderle come dovrebbe. Al contrario le informazioni che arrivano in Cina sono autentiche balle. I cinesi non mettono al corrente in modo corretto Xi Jinping, pur dialogando e riferendo correttamente agli americani.  Il loro collega di Wuhan morto, il ricercatore Li Wen-Liang, è stato tradito dal sistema. Nessuno riesce a mettersi contro i funzionari di partito. Il Central Defence Control of China non ha mai mentito. Mentre all’interno i dati sono spesso falsi. Hankou ad esempio era stata già chiusa a Wuhan, ma la notizia non è trapelata, è stata nascosta.
VERDIANA GARAU: Cosa sta accadendo negli Stati Uniti? Il virus ha colpito anche il paese americano.
EDWARD LUTTWAK: Negli Stati Uniti il tasso di letalità ha raggiunto un 2,2%. Qui nel Maryland ci sono stati solo tre casi. Il coronavirus non colpisce affatto i bambini, poco gli adolescenti, qualche adulto e mette a rischio tutti gli anziani.  Insomma, il virus colpisce chi è debole e mostra la verità dei fatti.

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