Di Salvatore Santoru
In questi giorni i mass media nazionali ed internazionali stanno, giustamente, occupandosi principalmente dell’emergenza Covid-19 e dei casi che riguardano l’Italia e altri paesi occidentali. Oltre alla stessa emergenza sanitaria l’Europa sta affrontando anche un’altra crisi, la crisi umanitaria che riguarda la difficile situazione che si sta sperimentando nell’isola di Lesbo.
Più precisamente, questa critica situazione riguarda le migliaia di migranti e profughi che sono arrivati in Grecia a seguito del ‘ricatto’ di Erdogan. Tale ‘ricatto’ del presidente turco è nato a seguito del mancato sostegno di qualunque governo europeo alla nazione anatolica, dopo la morte di 33 soldati turchi in un attacco aereo ordinato dal governo siriano (1).
L’opposizione anti-immigrazione e il tentativo “egemonico” dell’estrema destra greca ed europea
L’arrivo di numerosi profughi ha scatenato diverse proteste e, d’altronde, arriva in un periodo particolarmente difficile per la Grecia(2). Si tratta di una situazione veramente drammatica e difficile, dove migliaia di persone sono state utilizzate come “carne di macello” nella lotta tra Erdogan e l’Unione Europea. Volgendo lo sguardo alle perplessità e alle proteste anti-immigrazione, c’è da dire che esse riguardano certamente i cittadini greci che versano in stato di difficoltà e che stanno venendo in qualche modo utilizzate da certa destra ed estrema destra.
Oltre a ciò, il presidente della Turchia ha praticamente ripudiato l’accordo del 2016 con l’UE e vorrebbe utilizzare la questione greca in funzione della sua strategia geopolitica di chiara matrice neo-ottomana. Entrando maggiormente nei particolari, tale crisi sta vedendo la comparsa di un nuovo protagonismo dell’estrema destra tradizionale e, inoltre, una nuova fase della ‘nuova destra radicale’ di matrice identitaria.
Ciò non deve sorprendere più di tanto e, com’è abbastanza noto, l’estrema destra europea ha cercato di svolgere un qualche ruolo nel contesto delle guerre balcaniche degli anni 90 o durante il conflitto in Donbass(3). Nell’ambito della crisi dei migranti greca, l’obiettivo delle stesse formazioni di destra estrema è quello di radicalizzare lo scontro e, se possibile, cercare di attuare una “strategia egemonica” fondata sul tentativo di conquistare la leadership delle rivolte o dei gruppi di manifestanti anti-immigrazione.
La “rinascita paramilitare” di Alba Dorata
Tra i protagonisti della lotta anti-migranti vi è anche il noto partito Chrysi Avgi, conosciuto nei media italiani come “Alba Dorata“. Il partito di estrema destra era assurto alle cronache durante le elezioni del 2012 e, in quel periodo, aveva registrato una decisa avanzata politica e ‘militantistica’.
Tuttavia, in seguito la stessa Alba Dorata aveva perso una consistente popolarità a seguito di alcuni scandali e nel 2014 era stato chiesto il rinvio a giudizio di 18 deputati del partito coinvolti, stando all’accusa, “nella costruzione di un’organizzazione criminale” e dalle finalità paramilitari (4). A proposito di ciò, in questo periodo lo stesso partito ha provato a inserirsi nella crisi di Lesbo costituendo delle sorte di “ronde paramilitari” dedite alla cacciata dei rifugiati ma, oltre a ciò, anche collaborando con le forze dell’ordine allo scopo di respingere i migranti.
Su tale questione, bisogna segnalare l’attività del gruppo dei “Cacciatori” guidato da un importante esponente del partito, noto come il “colonnello” Dinos Theoharidis (5). Per completezza d’informazione, c’è da dire che Alba Dorata è un partito legato, globalmente, al network dell’estremismo di destra neofascista e neonazista e che si rifà anche alla dittatura dei colonnelli e al regime di Ioannis Metaxas(6).
La lotta degli identitari contro le ONG
Com’è stato già scritto, le proteste anti-migranti in Grecia hanno visto il protagonismo dell’estrema destra classica come Alba Dorata e quello, assai marginale, di quella identitaria. A proposito di quest’ultima, c’è da dire che cinque attivisti identitari sono stati attaccati da un gruppo di antifascisti greci nel centro di Mitilene durante i primi giorni della crisi migratoria (7). Entrando nei particolari, bisogna dire che i militanti di ‘Generazione Identitaria‘ arrivati in Grecia provenivano sopratutto da Germania e Austria e urge fare delle precisazioni sulla differenza tra quest’area e quella dell’estremismo di destra di tendenza neofascista/neonazista com’è quello di Alba Dorata.
Per essere più chiari, c’è da sottolineare il fatto che i movimenti e le organizzazioni legate a Generazione Identitaria non si ritengono di estrema destra e la loro ideologia risente chiaramente delle influenze della Nouvelle Droite e della destra radicale di matrice ‘pan-europea’ e/o ‘paneuropeista’ e ‘alter-europeista’. Inoltre, gli stessi vertici di Generazione Identitaria hanno alcuni legami con l’Alt-Right statunitense e la loro principale lotta è quella contro le organizzazioni umanitarie non governative.
D’altronde, nel 2017 gli attivisti identitari avevano ideato la campagna ‘Defend Europe‘ e si sono resi protagonisti di azioni dimostrative anti-ONG (8), e il loro obiettivo è quello di combattere l’immigrazionismo liberal e globalista e le stesse organizzazioni umanitarie non governative. Organizzazioni che, secondo le tesi degli identitari, sarebbero praticamente utilizzate come ‘strumento’ per la ‘Grande Sostituzione’, che porterebbe al graduale ‘genocidio etnico’ degli stessi popoli europei (9).
NOTE :
(6) https://m.washingtontimes.com/news/2013/oct/9/taube-shunning-greeces-neo-nazi-golden-dawn-wackos/
ARTICOLO PUBBLICATO ANCHE SU OSSERVATORIO GLOBALIZZAZIONE.
Giusto. Se non ci fossero le destre, potremmo fare entrare in Europa tutto il terzo mondo. Diventeremmo tutti quanti ricchi.
RispondiEliminaCerto che no e, d'altronde, il punto della questione non è tanto le destre di per sé ma che questa crisi greca possa diventare ingestibile.
EliminaChiaramente l'attuale immigrazione di massa costituisce delle forti problematiche per i paesi europei e la soluzione non è quella di agevolarla e, anzi, si dovrebbero prendere accordi tra i diversi paesi (europei/africani-mediorientali) per garantire una gestione umana del fenomeno ( cosa che la Turchia non fa) e fare in modo che molti migranti/profughi possano non partire per l'Europa e magari venire accolti umanamente in qualche paese sicuro non europeo, che al massimo venga accolto nei paesi europei chi ne ha veramente bisogno e si contrastino ( cosa che si fa poco o non si fa affatto) infiltrazioni o arrivo di criminali.
In questa situazione greca,tutto è nato dal ricatto di Erdogan e dagli errori dell'UE e la stessa estrema destra potrebbe usare o venire usata ( nella storia contemporanea diverse formazioni della destra estrema sono state usate nelle varie strategie della tensione, non solo in Italia) per scopi poco chiari.