«Le autorità americane hanno mentito per anni sulla guerra in Afghanistan»: la rivelazione del Washington Post

dic 14, 2019 0 comments


Alcuni alti funzionari statunitensi avrebbero mentito per anni sulla guerra in Afghanistan durante tutta l’operazione, durata 18 anni. Lo rivelano alcuni documenti segreti consultati dal Washington Post che il giornale ha ottenuto dopo una battaglia legale durata tre anni nel nome della legge sulla libertà d’informazione.
Le carte contengono più di 2mila pagine di appunti che non erano mai stati pubblicati tra cui interviste a persone che hanno giocato un ruolo chiave nella guerra: generali, diplomatici, cooperanti e diplomatici afghani. Da queste si evince che nelle dichiarazioni pubbliche i funzionari americani avrebbero coscientemente fornito informazioni false e avrebbero nascosto l’evidenza che la guerra era diventata impossibile da vincere.
«Non avevamo capito l’Afghanistan, nemmeno a un livello molto basilare, non sapevamo cosa stavamo facendo», ha affermato Douglas Lute, un generale dell’esercito che ha servito in Afghanistan durante le amministrazioni Bush e Obama. «Che cosa stiamo cercando di fare qui? Non avevamo la minima infarinatura di cosa stavamo intraprendendo», ha aggiunto.
«Se gli americani fossero al corrente di quanto tutto questo sia poco funzionale.. 2.400 vite perse» ha detto il generale, dando la colpa di queste morti alle fratture tra Congresso, Pentagono e Dipartimento di Stato. «Chi avrà il coraggio di dire che tutto questo è stato invano?»
La maggior parte degli intervistati ha parlato con il presupposto che le loro osservazioni non sarebbero state rese pubbliche, quindi ha riconosciuto che le strategie americane in Afghanistan fossero fallaci e che Washington avesse speso enormi quantità di denaro cercando di «rendere l’Afghanistan uno Stato moderno». Si stima che siano stati spesi tra i 934 e i 978 miliardi di dollari.
«Che cosa abbiamo ottenuto per questa spesa di un trilione? È valso un trilione?» ha chiesto Jeffrey Eggers, Navy SEAL in pensione che faceva parte dello staff della Casa Bianca per Bush e Obama. «Dopo aver ucciso Osama bin Laden, Osama stava probabilmente ridendo della sua tomba considerando quanto avevamo speso in Afghanistan», ha aggiunto.
I diretti interessati hanno anche parlato dei tentativi americani di limitare la corruzione, costruire un corpo di polizia competente e limitare il commercio dell’oppio definendoli «grossolani». Questo documento rivelato dal Wpcontraddice le ripetute rassicurazioni da parte di politici e funzionari che affermavano che ogni anno si stavano «facendo progressi».
John Sopko, il capo dell’azienda federale che ha condotto i colloqui (SIGAR), ha concluso in un’intervista al Washington Post: «agli americani sono state costantemente raccontate bugie».

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FOTO: https://www.juancole.com

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