Cannabis light, monta la protesta dopo lo stop al Senato. Magi: «Casellati fa il lavoro sporco per il centrodestra»

dic 16, 2019 0 comments

Di Angela Gennaro

Arriva persino l’appello della Cild, la Coalizione Italiana per le Libertà e i Diritti civili. «Non si perda l’occasione di fare finalmente chiarezza sulla cannabis light», dice Andrea Oleandri, coordinatore della campagna Non me la spacci giusta, promossa dalla Cild, dopo la bocciatura dell’emendamento per questioni di ammissibilità all’interno della legge finanziaria.
Nella battaglia, traversale all’approvazione della manovra, sulla legalizzazione della cannabis light il centrodestra si è infatti aggiudicato il match, almeno per oggi. La presidente del Senato Elisabetta Casellati ha comunicato stamane all’aula del Senato il giudizio di inammissibilità della norma che avrebbe consentito la vendita della canapa con un limite massimo di Thc dello 0,5%. Il centrodestra ha accolto con applausi e urla l’annuncio della presidente.
«Bloccata in Senato la norma sulla coltivazione e la distribuzione di “droga di Stato”: no allo Stato spacciatore, la battaglia della Lega non si fermerà mai!», gioisce il segretario della Lega Matteo Salvini.

«Droga di Stato?»

«Chi parla di Stato spacciatore nega l’evidenza», dice ancora Andrea Oleandri della Cild. «Non si tratta di rendere libere le droghe, le droghe sono già libere e disponibili: si tratta di togliere le sostanze e i giovani dalle mani delle mafie». «Invitiamo i senatori del M5S Matteo Mantero e Francesco Mollame a presentare una norma ad hoc», rilanciano dalla Cild. La loro proposta prevedeva la possibilità di vendita e consumo della cosiddetta cannabis light, ovvero di canapa con un valore di thc al di sotto dello 0,5%. «E quindi senza effetto drogante», sottolinea la coalizione smentendo il pericolo di “droga di Stato”.
Le carceri si sono riempite «della bassa manovalanza dei gruppi criminali, quella più sacrificabile e sostituibile. Si sono ingolfati i tribunali per processi spesso a carico di chi viene trovato con piccole quantità di cannabis e si è concentrato il lavoro delle forze dell’ordine nella prevenzione di queste piccole attività che, nella maggior parte dei casi, non hanno alcuna pericolosità sociale. Inoltre i consumatori sono stati lasciati a contatto con il mondo criminale e, nei casi più problematici, a dover far fronte alla loro dipendenza».

Le ragioni della presidenza

L’emendamento sarebbe stato dichiarato inammissibile perché prevedeva «un tipo di intervento che non è tecnicamente possibile inserire in un comma della Legge di Bilancio – come prescritto dalla Corte Costituzionale – perché ‘disciplina in maniera del tutto innovativa’ un intero settore dell’ordinamento», fanno presente fonti di Palazzo Madama citate dall’Agi.
«Un intervento di questo tipo si può fare solo attraverso un apposito disegno di legge. E infatti in Aula la Presidente Casellati, così come si può riscontrare nel resoconto della seduta, ha invitato la maggioranza a utilizzare questo tipo di strumento legislativo, se il provvedimento viene ritenuto così importante».

I grillini

Il Movimento 5 Stelle, dal canto suo, prova a non alzare i toni ma a tenere il punto. Anzi, a rilanciare. «Non entro nel merito della dichiarazione di inammissibilità stabilita dalla presidente Casellati. Dico solo che gli applausi della Lega e di tutta la destra sono uno schiaffo in faccia alle migliaia di agricoltori che producono canapa industriale», tuona la senatrice 5s Paola Taverna. «Le parole di Salvini che si è spinto a parlare di “Stato spacciatore” dimostrano solo la sua ignoranza e la sua malafede su un argomento che merita serietà e competenza. Un tradimento per tutto il comparto agricolo».
La Lega «continua a fare terrorismo psicologico ai danni delle famiglie italiane, dimostrando di non avere contezza della materia di cui si sta parlando», affonda il senatore M5S Francesco Mollame, primo firmatario della norma sulla regolamentazione della canapa industriale. «La stessa Lega che, lo scorso agosto, in Regione Veneto, ha proposto e fatto approvare in Consiglio regionale la Legge n. 36 sul Sostegno e promozione della coltivazione e della filiera della canapa sativa L. Continua la politica dei due pesi e due misure, a quanto pare solo quando conviene».
Sulla stessa linea «All’insaputa di Salvini pochi mesi fa proprio la Lega, in Veneto, ha scritto una legge per promuovere la coltivazione della Canapa», dice il sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento Gianluca Castaldi, M5s. «Spacciare assurdità e scemenze dà evidentemente assuefazione, ma per sua fortuna non è reato».

E il Pd?

«Gravissima la decisione della Presidente del Senato Casellati: la sua valutazione è stata certamente più politica che tecnica», dice Riccardo Magi di +Europa. «L’emendamento era assolutamente attinente alla materia di bilancio prevedendo anche l’introduzione di un’imposta; per questo ripresenterò l’emendamento Mantero nel passaggio della legge di bilancio alla Camera».
«Quello che spiace constatare è come, al di là dei firmatari dell’emendamento, il governo e la maggioranza non siano stati per nulla coesi nel difendere una norma che avrebbe dato certezza a un mercato legale e in espansione che occupa migliaia di persone», affonda il radicale. «L’operazione Casellati copre, oltre alle resistenze interne alla maggioranza, la più becera impostazione salviniana che a parole è contro lo “Stato spacciatore”, ma che in realtà rafforza i mercati illegali e le organizzazioni criminali che ne beneficiano».
Gravissima decisione della Casellati di dichiarare inammissibile norma su light del tutto attinente alla materia di bilancio prevedendo anche un'imposta.Governo e maggioranza non sono stati certo coesi nel difendere norma già approvata in commissione.
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Il Pd resta (quasi tutto) cauto. «È stata montata ad arte una polemica strumentale che distoglie arbitrariamente l’attenzione dagli importanti contenuti della manovra di bilancio», dice Monica Cirinnà. «Non vi è in alcun modo liberalizzazione del consumo di droghe: si risponde alle tante imprese agricole che producono canapa nel pieno rispetto della legge e ai molti esercizi commerciali, spesso gestiti da giovani, attualmente gettati nell’incertezza da decisioni del precedente governo».
La scelta della presidente Casellati «è intrisa di valutazioni politiche, evidentemente liberticide e oscurantiste, a misura di un’Italia salviniana che nulla ha a che fare con questo Governo», attacca invece senza giri di parola la deputata Pd, Enza Bruno Bossio. «Ci aspettiamo che il Governo censuri in fretta questa grave defaillance della presidenza».

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