7 – Un caso particolare: il Movimento di Azione Rivoluzionaria di Carlo Fumagalli.
Di Giorgio Marenghi
La nota informativa del giugno 1974, sottolinea pesantemente il nesso fra “noto servizio”, Carabinieri e FUMAGALLI e questo ci spinge ad una digressione a tale proposito.
Da un documento – la segnalazione del 2 settembre 1970 rinvenuta presso l’Archivio della Dcpp – apprendiamo della presenza – al momento – del ricercato CARLO FUMAGALLI in Valcamonica. Subito dopo si legge:
“Si sarebbe fatto osservare che la presenza del medesimo nella zona sarebbe nota al SID e che nessuna azione è stata finora intrapresa contro il medesimo. L’Arma dei Carabinieri sarebbe interessata acchè il FUMAGALLI non cada nelle mani della PS in quanto potrebbe rivelare un certo accordo reciproco sulla responsabilità delle azioni sinora attuate dal M.A.R.”
Questa seconda parte è cancellata a mano e, infatti, non figura nelle segnalazioni inviate alle Questure.
Peraltro, il rapporto fra FUMAGALLI ed i Carabinieri era oggetto anche di circostanziate accuse del parlamentare socialista DELLA BRIOTTA al Colonnello dei Carabinieri MONICO (38).
Sempre a questo proposito, è interessante leggere l’appunto 5 luglio 1974(Dcpp) relativo alla vicenda ZICARI:
“Il maggiore avversario di ZICARI e di DI BELLA, in questo momento, è il ten. Colonnello ROSSI, il quale opera in stretta collaborazione con un colonnello di Firenze. L’obiettivo dei Carabinieri sarebbe quello di convincere il Magistrato che indaga sul M.A.R. ad emettere mandato di cattura contro lo ZICARI, nel convincimento che una volta arrestato lo ZICARI racconterebbe tutti i retroscena dei suoi rapporti con la Divisione Affari Riservati del Ministero, ma più ancora dei suoi vecchi rapporti con BENEFORTI e TOM PONZI. I Carabinieri, infatti, non vogliono che ZICARI parli del M.A.R. – del quale si sa già abbastanza – ma dei vecchi rapporti con BENEFORTI e PONZI, anche e soprattutto in relazione alla situazione MONTEDISON- CEFIS”.
Come si vede, i Carabinieri avrebbero avuto timore, già nel 1970 di un arresto di FUMAGALLI da parte della PS, per le rivelazioni che il capo del M.A.R. avrebbe potuto fare circa i rapporti con la stessa Arma.
Poi il processo di Lucca, come si sa, ebbe esito favorevole agli imputati, per cui la questione ebbe una momentanea schiarita, ma, quando FUMAGALLI venne nuovamente colpito da mandato di cattura, i timori tornarono e ben più gravi.
In particolare la questione si intrecciava con quella di ZICARI che stava facendo dichiarazioni sui rapporti FUMAGALLI-Carabinieri. Di qui l’intervento dell’Arma per fare arrestare ZICARI e portare il discorso sulla vicenda MONTEDISON (si noti la ricorrenza dei nomi di PONZI e BENEFORTI, nel frattempo coinvolti nello scandalo delle intercettazioni).
Altra riprova dei sonni inquieti dei Carabinieri sulla vicenda M.A.R., la si ha nella vicenda, ben posteriore, del falso passaporto di ORLANDO durante la sua latitanza in Venezuela.
A fornire il passaporto falso era stato tal BUCCIARELLI che, dopo essere stato arrestato a Caracas, pochi giorni dopo veniva rimpatriato, ma, a richiesta del SID, veniva fermato all’aeroporto di Fiumicino, in quanto si sarebbe presentato all’ambasciata italiana di Caracas come colonnello dei Carabinieri (Appunto del 21 maggio 1977 – Dcpp).
Un gruppo di funzionari ed agenti del SID e dell’Ispettorato Antiterrorismo si recava, quindi, all’aeroporto di Fiumicino, ma BUCCIARELLI rifiutava di sottoscrivere alcuna dichiarazione e chiedeva di poter conferire con il colonnello TRAVERSA (l’ufficiale dell’Arma che lo aveva consigliato di portare il passaporto ad Orlando), che, raggiunto telefonicamente, ne confermava il racconto.
Nel corso dell’incontro all’aeroporto, BUCCIARELLI avrebbe fatto alcune rivelazioni sul conto del coinvolgimento di ORLANDO nel delitto OCCORSIO (magistrato romano ucciso da PIERLUIGI CONCUTELLI, terrorista di ORDINE NUOVO, nota g.m.) e fatto il nome di alcuni suoi finanziatori (tali VANNETTI e BALDASSINI).
Tuttavia, aggiunge l’appunto:
“Dal colloquio conclusosi verso le 22.30 si è avuta l’impressione che il BUCCIARELLI fosse in possesso di altre notizie che desiderava riferire soltanto al colonnello TRAVERSA. Ha infatti aggiunto di aver appreso che uno dei finanziatori e certamente il più importante è il segretario di un personaggio italiano molto in vista, ma non ha voluto precisarne il nome. Si è riservato di comunicarlo al col. TRAVERSA”.
Della vicenda si perdono le tracce, mentre il SID sembra rispettare la volontà di BUCCIARELLI. Si noti, peraltro, che Traversa avrebbe confermato di aver autorizzato BUCCIARELLI a dare il passaporto falso a ORLANDO (M.A.R.).
Probabilmente il M.A.R., nelle vicende della strategia della tensione, ha avuto un ruolo maggiore di quello, pur rilevante, che le sentenze gli attribuiscono.
Ad esempio, il legame – ormai documentato anche fotograficamente – fra il capo del M.A.R. (Carlo Fumagalli) e LUCIANO LIGGIO (COSA NOSTRA), sin qui è stato considerato come un aspetto connesso al suo “secondo lavoro”, comunque qualcosa di estraneo al filone politico della vicenda. E ciò, oggi, alla luce di quanto va emergendo, fa sorgere legittimi interrogativi.
Infatti, LUCIANO LIGGIO risultava in rapporti anche con ETTORE CICHELLERO, il maggior contrabbandiere europeo degli anni sessanta e settanta, meritevole di qualche cenno.
Già dagli anni cinquanta CICHELLERO stabilì la sua residenza fra Bellizona, Lugano e Agno dove avrebbe avuto a disposizione un aereo, notoriamente simpatizzante dell’estrema destra, venne coinvolto nel sequestro di CRISTINA MAZZOTTI e alcune inchieste stampa lo accusarono di essere il riciclatore del denaro dei sequestri (39).
Visitando il fascicolo dell’istruttoria milanese a carico suo e dei suoi collaboratori, abbiamo rinvenuto tabulati bancari, dai quali si ricava un movimento di tre assegni – pur se di cifre assai modeste – fra l’avvocato di CICHELLERO e quello di NARDI, proprio poco dopo l’arresto di questi (40): un elemento molto probabilmente casuale, ma non indegno di qualche attenzione.
(Continua al Capitolo 8 – Alcune considerazioni finali)
NOTE AL CAPITOLO 7
38) Il che fa tornare in mente la nota successiva alla strage bresciana, per la quale negli ambienti socialisti si nutriva la convinzione che, l’inchiesta sull’evento, avrebbe portato al “fantomatico servizio” per il tramite di Fumagalli.
39) Campo nel quale risultò coinvolto anche il Mar di Fumagalli: ricordiamo il sequestro Cannavale.
40) Il primo dei tre assegni è di poche settimane dopo l’arresto per un traffico d’armi del noto neofascista, avvenuto, come si ricorderà, al valico di Brogeda. Qualche elemento, peraltro, fa pensare che Cichellero avesse interessi anche nel traffico d’armi.
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FONTE FOTO: https://4agosto1974.wordpress.com
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