Di Nicola Pinna
Era diventata troppo imbarazzante la notizia di un faccia a faccia con gli studenti ma col divieto di porre domande sgradite. E infatti, aveva già innescato molte proteste (e rischiava persino di scatenare anche contestazioni di piazza) il dibattito programmato per mercoledì mattina al liceo scientifico di Macomer, in Sardegna. Di fronte ai ragazzi ci sarà l’ambasciatore dell’Egitto e per evitare spiacevoli inconvenienti agli alunni era arrivato un invito chiaro e inaspettato: «Niente domande sulla vicenda di Giulio Regeni». Qualcuno ha storto subito il naso e così ha fatto trapelare quella strana raccomandazione. Per l’istituto un caso spinoso e imbarazzante. Ma a salvare la dirigente scolastica ci ha pensato lo stesso ambasciatore Hisham Badr: «Sono disponibile a rispondere alle domande su tutti i temi».
Il rappresentante del governo del Cairo chiama la scuola in tarda mattinata, quando la storia delle domande censurate diventa un caso nazionale. E la preside Gavina Cappai, che per tutta la mattina non risponde al telefono e chiede ai centralinisti e ai bidelli di respingere telefonate e visite, fa arrivare la notizia via mail: «Venuto a conoscenza delle polemiche - annuncia la dirigente - l’ambasciatore Hisham Badr comunica la propria disponibilità a rispondere a qualunque domanda gli venga rivolta».
Il divieto arrivato nei giorni scorsi insomma non viene smentito, ma la diplomazia - nel vero senso della parola - questa volta ha consentito di rimediare a una decisione che rischiava di sminuire il valore educativo del progetto al quale avevano partecipato gli alunni del liceo scientifico di Macomer. Restano, comunque, alcuni dubbi. Il primo: le domande per l’ambasciatore dovranno comunque essere analizzate a approvate prima dalla dirigente scolastica? Come mai accedere al dibattito all’interno della scuola è necessario aver ottenuto un invito nelle scorse settimane?
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