Di Matteo Orlando
Abu Bakr al Baghdadi è stato ucciso in un raid militare americano nella Siria nord-occidentale.
Il leader dello Stato Islamico dell'Iraq e del Levante (comunemente denominato Isis), come ha confermato il presidente americano Donald Trump durante una lunga conferenza stampa, era "sotto sorveglianza da un paio di settimane".
Secondo il presidente degli Stati Uniti, il capo dell'Isis è morto dopo essersi imbattuto in un tunnel senza via d’uscita nel villaggio di Barisha (Siria). Invece di arrendersi ai militari americani l’autoproclamato califfo ha preferito farsi esplodere attraverso l’ausilio di un giubbotto esplosivo, uccidendo se stesso, tre dei suoi figli e due delle moglie che erano con lui. Nell'annuncio Trump ha ringraziato la Turchia, la Siria, l’Iraq, la Russia e curdi siriani per la loro collaborazione.
Le reazioni mondiali alla notizia sono state generalmente positive, con i vari leader che hanno salutato l’evento come una svolta nella lotta contro il terrorismo internazionale. Non dello stesso tenore è stata la reazione dell’Iran.
Il ministro delle Informazioni iraniano, Mohammad Javad Azari-Jahromi, ha dichiarato attraverso un tweet che l'uccisione di al-Baghdadi non è stata "a big deal!", vale a dire che l’eliminazione fisica del noto terrorista non è stato un fattore cruciale. Rivolgendosi a Trump il ministro ha aggiunto: "You just killed your creature" ("Hai appena ucciso la tua creatura"). Il sospetto iraniano è che gli Stati Uniti abbiano favorito, a suo tempo, la creazione dell’Isis, un’ipotesi attualmente non supportata da prove.
Mohammad-Javad Azari Jahromi, che è un ingegnere, ricopre il ruolo di ministro delle tecnologie dell'informazione e delle comunicazioni nell'amministrazione del presidente Hassan Rouhani dal 20 agosto 2017, quando dal parlamento iraniano ha ottenuto il voto di fiducia di 152 componenti (mentre erano stati 120 i contrari, 7 gli astenuti e 9 i voti non validi). Con i suoi 37 anni Azari Jahromi è il membro più giovane dell'esecutivo iraniani nonché il primo tra i ministri ad essere nato dopo la rivoluzione islamica del 1979.
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