Di Marco Billeci
“Noi siamo minoranza nell’élite politica europea, ma siamo maggioranza tra il popolo. Dobbiamo combattere la battaglia tenendo a mente il detto: fidati di Dio e tieni asciutta la polvere da sparo. Così l’Europa diventerà di nuovo grande”.
È con la frase di chiusura dei suoi 40 minuti di discorso davanti alla platea dei militanti di Fratelli d’Italia alla festa di Atreju a Roma che il premier ungherese Viktor Orbán delinea con precisione il campo della sua sfida. Da un lato ci sono i leader liberali che “hanno deciso di far entrare in Europa masse di popolazioni diverse” per creare “un’amalgama che reputano di qualità più alta rispetto alla società cristiana”. Dall’altra i Paesi di Visegrad per cui non esiste “nessun tipo di multiculturalismo. Vogliamo una politica che non ci costringa a convivere con altri popoli in futuro”.
Orbán arriva ad Atreju accolto da cori e ovazioni, in un tendone stracolmo con le bandiere ungheresi che sventolano in platea. “Quando parlo a voi non parlo come scienziato, filosofo, analista, parlo dal punto di vista del combattente politico” esordisce il leader del blocco sovranista e blandisce l’orgoglio dei militanti del partito di Giorgia Meloni: “Sono stati gli italiani a scrivere la canzone più bella sulla rivoluzione del ’56 contro il comunismo”. Subito il pubblico scatta in piedi e intona “Avanti ragazzi di Buda”, lo storico inno della rivolta ungherese, ripreso negli ultimi anni più volte anche nella Curva Nord della Lazio.
FONTE E ARTICOLO COMPLETO: https://www.fanpage.it/politica/orban-superstar-ad-atreju-no-alla-solidarieta-di-conte-renzi-e-gentiloni-non-capiscono-niente/
Commenti
Posta un commento
Partecipa alla discussione