Di Francesca Martelli
Il cortile interno di Palazzo Chigi era pieno di automobili: molti i ministri presenti alla seduta del consiglio come non succedeva da settimane. Dopo quasi due ore di incontro, non è arrivata nessuna decisione ufficiale sul caso Siri: il sottosegretario alle Infrastrutture leghista, indagato per presunte tangenti, resta al suo posto.
Per tutta la giornata del 30 aprile i vertici del governo, Conte e i due vice-premier Di Maio e Salvini, hanno parlato del caso da Tunisi. Ufficialmente il presidente del Consiglio ha chiesto di «pazientare» perché «si assumerà una decisione e verrà comunicata a tutti». Ufficiosamente ha invitato il sottosegretario (ormai senza deleghe) a dimettersi.
Ma le dimissioni per il momento non sono arrivate. E non arriveranno probabilmente almeno fino al suo interrogatorio davanti ai pm di Roma. Secondo i leghisti, il passo indietro potrebbe arrivare se a chiederlo fosse proprio Matteo Salvini. Che però non vuole dare un segnale di resa davanti alle richieste di dimissioni che da settimane arrivano dal Movimento 5 Stelle.
Cosa è stato deciso dal Consiglio dei Ministri?
All'ordine del giorno della seduta iniziata alle 21.00 c'era scritto «varie ed eventuali»: il governo ha scelto di non fornire dei temi specifici. Dopo quasi due ore di riunione, sono state decise alcune nomine: Fabio Panetta direttore generale di Bankitalia e Daniele Franco, Alessandra Perrazzelli e Luigi Federico Signorini come vice-direttori, a pochi giorni dalla scadenza del direttorio di Banca d'Italia.
Queste nomine sarebbero state decise però «con riserva». Il Consiglio dei ministri ha dato via libera alla nomina di Gerarda Pantalone a prefetto di Roma e a quelle di altri prefetti. La Lega annuncia che nel prossimo incontro a Palazzo Chigi si discuterà anche delle intese sulle autonomie regionali: un tema ormai però rimandato da mesi, che continua a dividere gli alleati di governo.
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