IL POST
Il comico Volodymyr Zelensky è il nuovo presidente dell’Ucraina: ha stravinto il ballottaggioche si è tenuto domenica contro il presidente uscente Petro Poroshenko, ottenendo più del 70 per cento dei voti (i risultati sono ancora parziali e si basano sull’85 per cento delle schede scrutinate). Poroshenko ha riconosciuto la sconfitta: ha detto di accettare la volontà degli ucraini, ma di non avere intenzione di lasciare la politica.
Zelensky, che era il grande favorito dopo avere ottenuto 5,7 milioni di voti al primo turno delle elezioni presidenziali, ha una storia praticamente unica.
Quando decise di candidarsi presidente, Zelensky stava interpretando una popolare serie tv che racconta la storia di un comune insegnante di storia, Vasyl Holoborodko, che finisce per essere eletto presidente un po’ per caso. Nella serie, chiamata Servitore del popolo (lo stesso nome che Zelensky ha dato al suo partito politico), Holoborodko diventa noto in tutto il paese dopo che un suo turpiloquio contro la corruzione viene filmato di nascosto da un suo alunno e pubblicato su YouTube, diventando virale. Come Holoborodko, anche Zelensky ha puntato buona parte della sua retorica elettorale sulla lotta alla corruzione e al potere detenuto dagli oligarchi, che in Ucraina sono molto influenti. E come Holoborodko, anche Zelensky non ha alcuna esperienza politica alle spalle.
Delle idee politiche di Zelensky non si sa molto: non esiste infatti un programma elettorale dettagliato presentato dal suo partito, né ci sono stati dibattiti televisivi con altri candidati o importanti comizi da cui partire per capirci qualcosa. Nei giorni precedenti al ballottaggio, circa 20 media ucraini avevano sottoscritto una lettera aperta per chiedere a Zelensky di cominciare a dare interviste e smettere di evitare le domande dei giornalisti. Brian Bonner, direttore del Kyiv Post, aveva detto ad Al Jazeera che c’erano «molte domande che non hanno risposta su Zelensky» e aveva aggiunto: «Non penso che i suoi sostenitori o i consiglieri della sua campagna sappiano cosa potrà succedere se [Zelensky] sarà eletto presidente».
Nonostante il grande consenso che ha ottenuto in Ucraina, Zelensky non è riuscito finora a convincere osservatori e analisti stranieri, per due ragioni.
La prima è che è molto meno lontano dalle élite e dagli oligarchi di quanto non voglia far sembrare. I suoi critici hanno sottolineato come Servitore del popolo, la serie tv, sia stata trasmessa dal canale televisivo di proprietà di Igor Kolomoisky, oligarca ucraino coinvolto in un grande scandalo con la sua banca PrivatBank: i due sono anche soci in affari. Nella seconda stagione di Servitore del popolo, Vasyl Holoborodko (l’insegnante di liceo) usa un termine volgare per dire al capo del Fondo Monetario Internazionale (FMI) di smettere di dettare le politiche economiche all’Ucraina. In realtà, ha scritto il giornalista Andrew Kramer sul New York Times, il FMI interruppe per un periodo gli aiuti al governo ucraino perché i soldi che arrivavano dall’estero finivano sistematicamente nel salvataggio della banca di Kolomoisky, invece che nei fondi destinati agli ospedali, alle scuole e all’esercito impegnato nella guerra contro i separatisti filorussi.
La seconda ragione di preoccupazione per il successo di Zelensky riguarda il suo approccio nei confronti della Russia, sul quale per il momento si hanno ben poche informazioni.
Pubblicamente, Zelenksy ha negato di essere filorusso e ha detto che non avrebbe accettato di firmare alcun trattato di pace che prevedesse la cessione di territori contesi alla Russia. Non tutti però gli hanno creduto. Secondo Alexander Motyl, docente di scienze politiche della Rutgers University, nel New Jersey, e collaboratore del magazine Foreign Policy, Zelensky sarebbe «pericolosamente filorusso», perché questo è quello che emerge dalla serie tv Servitore del popolo. Nella serie, ha sottolineato Motyl, i personaggi che parlano ucraino (e non russo) sono spesso nazionalisti golpisti, e in nessun momento si fa riferimento all’annessione della Crimea, alla guerra in Ucraina orientale e ai tentativi russi di sfidare l’indipendenza ucraina: «Nel migliore dei casi, il presidente Zelensky sarà incline a commettere gravi errori nei suoi rapporti con Putin; nel peggiore, potrebbe essere disposto a fare concessioni che svuoterebbero di sovranità l’Ucraina».
Altri esperti, come per esempio Kramer del New York Times, ritengono però che l’elezione di Zelensky potrebbe essere un’opportunità: l’allontanamento della leadership ucraina post-rivoluzionaria, che secondo la Russia è arrivata al potere con un colpo di stato, potrebbe offrire al governo russo una via di uscita per mettere fine al conflitto con l’Ucraina e liberarsi allo stesso tempo dalle sanzioni occidentali, senza però perdere la faccia di fronte ai propri sostenitori.
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