Non c’è governo negli ultimi anni che non abbia promesso di abbassare le tasse. Ma a giudicare dai numeri, nessuno c’è riuscito. Secondo i dati del Tesoro elaborati da AdnKronos nel 2018 i tributi pagati dagli italiani hanno superato i 500 miliardi di euro, 504 per la precisione. Rispetto a dieci anni prima significa 42,2 miliardi in più, il 9,1%.
Anche la variazione sui diversi tipi di tributi ci dice qualcosa sulle politiche fiscali adottate negli ultimi anni. Le imposte dirette, ovvero quelle che colpiscono la ricchezza, sono arrivate a quota 248,9 miliardi, con un incremento di 9,1 miliardi (3,8%). Le imposte indirette, invece, ovvero quelle che incidono sui consumi (per esempio l’Iva) sono arrivate a quota 253,6 miliardi, lievitando di 32 (+14,5%). Crollo verticale, invece, delle imposte in conto capitale, ovvero quelle che colpiscono saltuariamente il valore delle attività o del patrimonio netto, come quelle che si pagano per lasciti, donazioni, successione: da 12,3 miliardi siamo scesi a 1,5.
Anche il prelievo per assistenza e pensioni è cresciuto. I cosiddetti contributi sociali sono stati pari a 235 miliardi di euro, il 10,3% in più rispetto a dieci anni prima.
Tra tributi e contributi, infine, gli italiani lo scorso anno hanno pagato 739 miliardi di euro (+64,3 miliardi pari a un incremento del 9,5%). In questo modo le entrate complessive sono arrivate a quota 816,1 miliardi (+10,6%), ma lo sforzo compiuto dagli italiani non è bastato a coprire le spese che sono aumentate di 72,9 miliardi arrivando a 853,6 miliardi.
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