Di Giuseppe Aloisi
Papa Francesco è un sostenitore della trasparenza. Anche quando si tratta di fare i conti con la storia.
E magari con qualche segreto. Può essere interpretato attraverso questa chiave di lettura l'annuncio dato poche ore fa, quello relativo all'apertura dell'archivio vaticano riguardante Pio XII, papa Pacelli, contemporaneo alla seconda guerra mondiale. La figura in questione è stata eletta al soglio pontificio nel 1939, agli albori quindi del secondo conflitto bellico di caratura internazionale.
Bergoglio ha in qualche modo lasciato intendere di non avere alcun timore dell'emersione di contenuti che potrebbero rivelarsi scottanti: "Ho deciso che l'apertura degli Archivi Vaticani per il Pontificato di Pio XII avverrà il 2 marzo 2020, a un anno esatto di distanza dall'ottantesimo anniversario dell'elezione al Soglio di Pietro di Eugenio Pacelli".
C'è, insomma, la volontà di non celare più quanto fatto dalla Chiesa cattolica durante uno dei periodi storici più drammatici per l'intera umanità . L'ex arcivescovo di Buenos Aires ha poi rincarato la dose, sciorinando le motivazioni dietro questa mossa: "Assumo questa decisione - ha proseguito il Santo Padre, come riportato pure dall'Agi - sentito il parere dei miei più stretti Collaboratori, con animo sereno e fiducioso, sicuro che la seria e obiettiva ricerca storica saprà valutare nella sua giusta luce, con appropriata critica, momenti di esaltazione di quel Pontefice e, senza dubbio anche momenti di gravi difficoltà , di tormentate decisioni, di umana e cristiana prudenza, che a taluni poterono apparire reticenza, e che invece furono tentativi, umanamente anche molto combattuti, per tenere accesa, nei periodi di più fitto buio e di crudeltà , la fiammella delle iniziative umanitarie, della nascosta ma attiva diplomazia, della speranza in possibili buone aperture dei cuori".
Sembra permanere la certezza, dunque, che il duecentosessantesimo pontefice romano possa uscirne rafforzato. Termineranno, forse, alcune dietrologie storiografiche sulla sua figura. Di questo, almeno, pare sicuro l'attuale vescovo di Roma, che ha anche associato questa scelta all' "amore" che l'istituzione ecclesiastica nutre, da sempre, nei confronti della storia.
Tra un anno esatto, quindi, avremo modo di conoscere qualche dettaglio in più, presumibilmente qualche segreto, su quanto messo in campo dalla Chiesa cattolica in prossimità , durante e dopo il conflitto bellico più sconvolgente mai combattuto dagli esseri umani.
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