Il 9 gennaio 2019 il Governo ha ricevuto l’esito dell’analisi costi-benefici sul dossier Tav realizzata dalla commissione di esperti incaricata dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli (qui tutti gli aggiornamenti sul Governo).
Secondo le indiscrezioni filtrate, le conclusioni dell’analisi arrivano a una bocciatura dell’opera, la linea ferroviaria Torino-Lione ad alta velocità. La decisione finale verrebbe comunque rimessa al Governo (qui tutte le ultime sulla Tav).
Scrive il Corriere della Sera che gli esperti avrebbero osservato che, dal punto di vista strettamente tecnico, il completamento della Tav, per la quale sono già stati scavati 21 chilometri di gallerie su un tracciato complessivo di 270, viene considerato “non vantaggioso, inopportuno”.
In particolare, gli effetti in termini di miglioramento dei tempi di percorrenza, di abbattimento delle emissioni per lo spostamento del traffico dalla gomma alla rotaia, di crescita dell’economia per i cantieri della stessa opera non giustificherebbero la spesa prevista.
In ogni caso, fonti del ministero hanno precisato che “l’analisi di carattere tecnico economico e la parallela analisi giuridica andranno doverosamente condivise con la Francia, la Commissione europea e in seno al Governo, prima della loro pubblicazione”.
Di Maio e Salvini – “Non ho letto” l’analisi costi-benefici della Tav, ma “è comunque uno studio preliminare che poi avrà un contraddittorio”, ha commentato il vicepremier M5S Luigi Di Maio a Radio anch’io. Il Movimento 5 Stelle, ha comunque ribadito Di Maio, “è contro quell’opera”.
“Se chiedessero un referendum con un governo che si basa sulla partecipazione diretta, sulla democrazia e sull’ascolto dei cittadini, nessuno vorrebbe e potrebbe fermare la richiesta di referendum ovviamente”, ha osservato il vicepremier leghista Matteo Salvini a Rtl 102.5. “Io sono a favore, l’ho sempre detto che se c’è un’opera a metà è bene finirla, vediamo i tecnici che numeri ci portano in dote”.
L’analisi – Il documento analizza i costi e i benefici che derivano dagli investimenti sul progetto dell’Alta velocità e sarà utilizzato dal Governo per decidere in merito alla continuazione o meno dei lavori.
All’analisi si associa anche una parte tecnico-giuridica che valuta le questioni relative a possibili sanzioni, ricorsi, lucro cessante e costo insorgente in caso di fermo dei lavori.
“L’analisi vale per la collettività e quindi riguarda tutta l’opera, la parte italiana, tutti i soggetti sociali implicati, gli utenti, le imprese, lo Stato, la sicurezza e gli effetti occupazionali”, ha detto il professor Marco Ponti, presidente del gruppo di esperti che hanno redatto la relazione.
I Sì Tav – Dopo la consegna al Governo dell’analisi costi-benefici è arrivato il commento del presidente della regione Piemonte, Sergio Chiamparino: “Non c’è più alcuna ragione” per il governo “per differire una decisione”. “Il governo ci faccia sapere in fretta cosa intende fare”, ha aggiunto Chiamparino.
Il governatore ha anche ricordato che sabato 12 gennaio si terrà a Torino una nuova manifestazione a favore della Tav “per sottolineare la necessità, senza ulteriori indugi, di una decisione favorevole alla sua realizzazione”. Al corteo prenderanno parte non solo i sindaci del Partito democratico, ma anche quelli della Lega.
Il parere di Conte – Il giorno prima della consegna dell’analisi costi-benefici, interrogato sulla questione Tav, il premier Giuseppe Conte aveva glissato, evitando di prendere posizione: “Sulla Tav io sono agnostico: c’è la commissione che ha completato l’istruttoria”, aveva detto Conte.
“Voglio valutare i suoi lavori: non ha senso dire di interrompere o meno. Bisogna attualizzare ai bisogni di ora, e non alle previsioni dell’epoca, e cioè molti lustri fa. Non sto prendendo posizione”.
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