Di Maximiliano Ricchini
Quello di Milagro Sala è stato uno dei casi giudiziari che ha movimentato maggiormente la politica argentina. La leader del movimento sociale Tupac Amaru è stata, difatti, molto vicina ai governi kirchneristi. Milagro Sala è stata condannata a tredici anni di reclusione per associazione a delinquere, appropriazione indebita e estorsione. Applicata anche la pena accessoria dell’interdizione da pubblici uffici.
Sala è stata ritenuta a capo di una organizzazione che si è appropriata di fondi provinciali a beneficio proprio. Il movimento Tupac Amaru, durante gli anni dei governi di Néstor e Cristina Kirchner, ha sviluppato un’estesa organizzazione che gestiva e amministrava aiuti sociali e fondi per la costruzione di case popolari in tutta la provincia. Secondo i giudici, tra il 2011 e il 2015, c’è stata distorsione di fondi pubblici pari a 60 milioni di pesos (poco meno di 1,5 milioni di euro) destinati ad abitazioni mai realizzate.
Su Milagro Sala si è anche pronunciata Human rights watch che, nel rapporto 2018 sull’Argentina, ha indicato il caso come un esempio di persecuzione politica. Sala era stata detenuta nel gennaio del 2016 per aver partecipato a iniziative di protesta e definita nel rapporto come una “leader sociale”, poi incriminata e arrestata inizialmente dalla giustizia della provincia di Jujuy (la sua provincia) per il delitto di sedizione.
La misura di custodia cautelare in cacere era stata poi revocata per effetto di un pronunciamento della Commissione interamericana dei diritti umani, considerando eccessivo il ricorso al carcere. Tant’è che, dopo la pronuncia della corte, il governo nazionale aveva annunciato di modificare le norme sulla sedizione in modo da essere più garantiste. Tuttavia, al momento nessuna proposta di legge è stata presentata al parlamento.
In merito alla causa denominata ‘Pibe villeros’ sono stati condannati, con pene inferiori a quelle di Milagro Sala, anche il marito Raúl Noro, una deputata provinciale e una ventina di esponenti di cooperative e movimenti legati alla leader sociale.
La sentenza è una nuova occasione di divisione per politica e società. Solidarietà arriva dalla ex presidente Cristina Fernández e dal presidente boliviano, Evo Morales. Per Cfk si tratta di “una condanna su misura” e di questo tenore – “persecuzione politica”, “uso politico della giustizia” – i commenti di partiti e movimenti orientati a sinistra. Anche in Italia, sono diversi le organizzazioni e gli organi di stampa – della stessa area politica – che seguono da anni le vicende della leader Tupac Amaru, in molti casi sposando la sua causa.
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