Macron trama contro l’Italia e colpisce Fincantieri a Saint-Nazaire

gen 9, 2019 0 comments

Di Lorenzo Vita

Emmanuel Macron torna a colpire l’Italia per il porto di Saint-NazaireDue giorni fa, l’Unione  europea ha avviato un’indagine approfondita sull’acquisizione da parte di Fincantieri di Stx France, ora Chantiers de l’Atlantique.

L’indagine della Commissione europea

Gli uffici della Commissione europea hanno dichiarato in una nota che “l’operazione potrebbe nuocere in misura significativa alla concorrenza nel settore della costruzione navale, in particolare per quanto riguarda il mercato mondiale delle navi da crociera”. E per l’Ue, la distorsione sarebbe “a livello europeo e mondiale”.
Un’indagine che è apparsa da subito sospetta. E il motivo è che a richiederlo sono state Francia e Germania, proprio quell’asse Parigi-Berlino che da tempo ha come obiettivo quello di ledere gli interessi italiani. E con cui il governo di Giuseppe Conte ha avviato uno scontro molto duro che si è dimostrato tale anche in questi giorni dopo le parole di Luigi Di Maio sui gilet gialli.
Secondo le informazioni giunte dalla Commissione europea, la Francia ha presentato all’Antitrust europeo una domanda di rinvio di una norma secondo cui uno Stato membro può chiedere alla Commissione di esaminare una concentrazione che “pur non rivestendo una dimensione europea incide sugli scambi all’interno del mercato unico e rischia di incidere in misura significativa sulla concorrenza nei territori degli Stati membri che presentano la richiesta”. Richiesta cui è seguita quella tedesca, sostanzialmente identica, ma che ha aggiunto peso politico a tutta la vicenda.
Una mossa subdola quella di Parigi e Berlino, che di fatto hanno “aggirato” lo scontro con l’Italia mettendo in mezzo l’Europa. Quasi a voler lasciare, almeno in apparenza, il gioco sporco alla Commissione facendo vedere che si tratta di un problema europeo e non fra Stati membri. Mossa furba, sicuramente, ma non per questo perfetta. A chiunque è subito apparso chiaro che dietro vi fosse uno sgarbo francese più che il rispetto delle norme europee. Tanto che Christophe Morel, sindacalista della Cfdt, ha esultato dicendo: “Con questa indagine dell’Europa, la procedura si riapre e torna alla posizione di partenza dopo l’accordo tra Francia e Fincantieri”, aggiungendo che in caso di bocciatura, “controproposte potranno essere messe sul tavolo da entrambe le parti”.

Gli accordi formali e informali

Questa la cronaca e i primi sospetti. Ma il problema nasce da lontano. E riguarda non solo una strategia di Macron (e in generale francese) di equilibrare il mercato evitando che l’Italia prenda il sopravvento sul mercato cantieristico. Ma che nasconde anche motivazioni strategiche, accordi sotto banco e intese internazionale. Insomma: la concorrenza è solo l’ultimo dei problemi.
Anche perché, come spiegato da Libero, Francia e Germania “hanno invitato l’Ue a esaminare l’operazione alla luce del regolamento antitrust. Ma, e non è un dettaglio, il progetto di acquisizione di Chantiers de l’Atlantique da parte di Fincantieri non raggiunge le soglie di fatturato previste dal regolamento Ue sulle concentrazioni. Si tratta quindi di un’operazione che non doveva essere obbligatoriamente notificata alla Commissione a causa della loro dimensione europea”.
François Hollande aveva trovato l’accordo con l’Italia per conferire la maggioranza a Fincantieri. Ma Emmanuel Macron, appena entrato all’Eliseo, aveva disatteso gli accordi. Il ministro dell’Economia Bruno Le Maire annuncia la decisione di Parigi di esercitare il diritto di prelazione su Stx, con conseguente nazionalizzazione dei cantieri.Ha provato poi a ritrattare, e alla fine si era arrivati a un patto che ad oggi prevede ancora oggi che la parte italiana sia al 50% più un 1% dello Stato francese. Ma di base, l’accordo prevedeva un patto di spartizione dei mercati: Fincantieri prendeva Saint-Nazaire, l’Italia assumeva quindi una posizione di predominio nella cantieristica europea, ma la Francia avrebbe ricevuto in cambio il via libera a una posizione di predominio nel campo dell’aeronautica.
Come ricorda La Verità, “basti pensare agli interessi di Thales opposti a quelli di Leonardo e al fatto che quest’ultima era espressamente esclusa dall’accordo tra Naval group e Fincantieri (nella gestione di Stx). Non a caso Bono (a.d. di Fincantieri n.d.r.) in ottemperanza a questa visione aveva messo gli occhi su Vitrociset e su Piaggio Aerospace. Nei mesi precedenti Fincantieri aveva acquisito Issel Nord, una piccola azienda spezzina specializzata nella tecnologia dei sistemi di comando e controllo. Un chiaro progetto di crescita nel mondo aeronautico, che avrebbe consentito alla Fincantieri leader della cantieristica militare di offrire anche modelli congiunti di sistemi integrati”.

Lo scontro fra Roma e Parigi

Ma le cose sono cambiate con l’elezioni del nuovo governo e l’aumento delle tensioni tra Italia e Francia. Da Roma sono arrivati segnali molto duri nei confronti di Parigi, e viceversa. Il governo composto da Lega e Movimento 5 Stelle ha da subito fatto capire di voler mantenere l’accordo su Saint-Nazaire. Ma nel frattempo, fra Palazzo Chigi ed Eliseo sono esplosi diversi scontri Francia e Italia si trovano su parti opposte della barricata. Il governo ha spinto da subito Leonardo per trasformare l’azienda nell’asset strategico italiano nel mondo per sfidare l’industria della Difesa francese. E gli Stati Uniti hanno approvato l’ascesa dell’azienda italiana, come dimostrato dai contratti siglati col Pentagono.
Nel frattempo, i dossier di sfide fra Parigi e Roma si sono moltiplicati. In Libia, il governo italiano ha apertamente sfidato la Francia per avere il controllo della transizione del Paese nordafricano. La strategia italiana ha funzionato, ma ha colpito molto i rapporti con i francesi, che hanno sostanzialmente perso quasi tutti gli avamposti in Libia. Ma ha soprattutto leso l’influenza dei transalpini in Nord Africa, con l’Italia che, tramite diplomazia ed Eni, ha strappato accordi con Egitto e Paesi arabi che hanno prima di tutto leso gli interessi francesi nel settore del gas e del petrolio

I militari non vogliono cedere Saint-Nazaire

Alle questioni politiche, si aggiungono quelle interne, in particolare della Difesa. La Francia non vuole cedere all’Italia un porto che non è solo per navi da crociera, ma anche militare. Nel porto di Saint-Nazaire si costruiscono ad esempio le navi della classe Mistral.
A Parigi i rapporti fra militari ed Eliseo sono tesi. La conferma è arrivata anche dalle dimissioni del generale Pierre De Villiers dopo un duro scontro con il presidente appena preso possesso dell’Eliseo. E l’idea che uno dei porti strategici francesi abbia una proprietà a maggioranza italiana non piace al ministero della Difesa. E sono molti, anche nei servizi francese, a remare contro l’ingresso di potenze straniere nel cantiere atlantico. 

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