Il teleriscaldamento è una forma di riscaldamento che consiste essenzialmente nella distribuzione, attraverso una rete di tubazioni isolate e interrate, di acqua calda, acqua surriscaldata o vapore (detti fluidi termovettori), proveniente da una grossa centrale di produzione, alle abitazioni con successivo ritorno dei suddetti alla stessa centrale.
Pro e contro del teleriscaldamento
I vantaggi del teleriscaldamento sono:
- uso più efficiente dell'energia primaria, sia quando è effettuato in apposite centrali di cogenerazione, sia quando viene utilizzato calore di risulta da processi industriali;
- maggiori controlli sui gas di scarico su un'unica centrale, rispetto agli scarsi controlli effettuati sulle singole caldaie;
- possibilità di sfruttare fonti energetiche rinnovabili (biomasse, geotermia, solare termico), recupero energetico da incenerimento (inceneritore con recupero di energia) e a costo zero (calore di scarto da processi industriali);
- maggiore sicurezza energetica, derivante dalla possibilità di sfruttare più fonti energetiche contemporaneamente, tra cui alcune disponibili a livello locale (termovalorizzazione dei rifiuti, fonti energetiche rinnovabili, etc.);
- gestione più economica ed efficace dell'abbattimento degli inquinanti emessi complessivamente, rispetto ad uno scenario in cui, a parità di combustibile, il calore sia generato localmente da piccole caldaie individuali;
- possibilità di delocalizzare l'inquinamento in zone a minore densità abitativa e con minori problematiche (zone industriali in luogo di zone residenziali);
- nelle case di nuova costruzione, riduzione dei costi di investimento per la realizzazione della centrale termica.
Gli svantaggi sono:
- lunghissimi tempi di ritorno degli investimenti (circa 15 anni);
- il teleriscaldamento è conveniente solo in aree densamente abitate (l'alto costo degli impianti di distribuzione necessita di un alto numero di utenti);
- i costi dell'energia venduta sono generalmente molto elevati rispetto ad altre fonti (biomassa, metano, etc.).[7]
- l'allacciamento al teleriscaldamento comporta nella stragrande maggioranza dei casi la sottoscrizione di contratti vincolanti con gestori in regime di monopolio e con tariffe non regolamentate con conseguente sconvenienza economica per l'utilizzatore.
- la dispersione termica nei circuiti primari di distribuzione
- la dispersione termica nei circuiti secondari (tipicamente condominiali) che ricircolano in continuo acqua calda per permettere agli utenti di attingere calore (tali dispersioni non si hanno nel caso di caldaie autonome o boiler che producono calore localmente e solo quando è strettamente necessario).
- scarsa possibilità di controllo e trasparenza nella gestione dei flussi termici tra centrale e utente (tipicamente la taratura delle valvole di regolazione dei flussi termici da cui dipendono direttamente le dispersioni termiche, viene gestita dalla società che fattura le bollette in conflitto di interesse rispetto all'auspicato obiettivo di risparmio energetico/calore consumato).
- gli impianti di cogenerazione sono molto più rumorosi delle caldaie tradizionali e possono generare inquinamento acustico.
- grossi impianti di cogenerazione a metano aumentano localmente l'inquinamento atmosferico (incremento emissioni NOx).
FONTE E ARTICOLO COMPLETO: https://it.wikipedia.org/wiki/Teleriscaldamento
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